
A NETANYAHU IL SILENZIO NON BASTA: VUOLE VENDETTA – “BIBI” NON SI È SOLTANTO LIMITATO A NON PUBBLICARE UN MESSAGGIO PER LA MORTE DI PAPA FRANCESCO: HA VIETATO AI DIPLOMATICI ISRAELIANI QUALSIASI FORMA UFFICIALE DI CORDOGLIO, SCATENANDO LA POLEMICA DI ALCUNI MEDIA DEL PAESE E DEGLI AMBASCIATORI IN SERVIZIO NEI PAESI CATTOLICI – PEGGIO DI LUI FA L'EX AMBASCIATORE DI ISRAELE IN ITALIA, DROR EYDAR: “QUESTO PAPA HA SVOLTO UN RUOLO CONSIDEREVOLE NELL'ALIMENTARE L'ONDATA DI ANTISEMITISMO IN TUTTO IL MONDO…”
Estratto dell’articolo di Fabiana Magrì per "la Stampa"
Papa Francesco saluta il Primo Ministro Netanyahu
Se il silenzio assoluto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva già fatto inarcare più di un sopracciglio tra i commentatori internazionali, la notizia che il ministero degli Esteri dello Stato ebraico abbia addirittura diramato una direttiva alle sue missioni diplomatiche nel mondo per vietare qualsiasi forma ufficiale di cordoglio per la morte di Papa Francesco ha innescato una polemica più esplicita, a partire dagli stessi media israeliani e dal mondo diplomatico dello Stato ebraico.
Ynet, il sito di notizie del quotidiano mainstream Yedioth Ahronoth, il più diffuso in Israele, ha evidenziato l'indignazione di alcuni funzionari israeliani, soprattutto quelli in servizio nelle ambasciate presso i Paesi cattolici.
benjamin netanyahu papa francesco
In alcuni casi, secondo quanto riporta Ynet, Gerusalemme avrebbe imposto la cancellazione di messaggi di condoglianze già postati «per errore». Ma, evidentemente, non all'ambasciatore israeliano in Italia, Jonathan Peled che ieri ha condiviso sulla piattaforma X, «a nome dell'Ambasciata di Israele in Italia», l'unica dichiarazione istituzionale, quella del Presidente israeliano Isaac Herzog. E ha aggiunto: «È stato un leader compassionevole, che ha incessantemente promosso il dialogo, la pace e la giustizia».
Il quotidiano liberal Haaretz ha interpretato il silenzio «ufficiale» da parte del governo di Israele […] come culmine del deterioramento nelle relazioni tra il Pontefice e il mondo ebraico. Inizialmente calorose, si sono deteriorate a causa delle critiche di Francesco alle operazioni israeliane nella Striscia. Una posizione condivisa dal quotidiano online The Times of Israel che ha riconosciuto l'impegno del Papa in Terra Santa e a favore del dialogo interreligioso ma ha anche sottolineato il «retrogusto amaro» delle sue ricorrenti dichiarazioni post 7 ottobre.
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A compiere un passo ancora più estremo di quello del governo è l'ex ambasciatore di Israele in Italia, il giornalista e sostenitore fedelissimo di Netanyahu, Dror Eydar.
Nel suo editoriale per il freepress vicino al premier, Israel Hayom, ha pubblicato un appello a non inviare un rappresentante al funerale di Francesco. «Questo Papa - scrive l'ex capo missione - ha svolto un ruolo considerevole nell'alimentare l'ondata di antisemitismo in tutto il mondo dal 7 ottobre». Ripercorre la critica a Bergoglio per aver «messo in dubbio che Israele stesse commettendo un "genocidio" a Gaza» e paragona « il suo livello di antisemitismo» con quello di Papa Pio XII «che rimase in silenzio durante gli orrori dell'Olocausto».
PAPA FRANCESCO A COLLOQUIO CON IL PRIMO MINISTRO NETANYAHU
Più "diplomatica" è la posizione dell'ex ambasciatore israeliano presso la Santa Sede, Raphael Schutz, che a La Stampa ha definito «un errore» il comportamento di Gerusalemme.
[…] perfino la Cina ha espresso un messaggio formale, per quanto sobrio, di cordoglio per tramite del portavoce del ministero degli Esteri, che riflette la complessa e delicata natura del rapporto tra Pechino e la Santa Sede. […]