peta campagne pellicce

IN CLIMA DI #METOO, OGNI TETTA VA COPERTA – LA "PETA", CHE SI OCCUPA DEL TRATTAMENTO ETICO DEGLI ANIMALI, HA DECISO DOPO QUASI TRENT’ANNI DI DIRE STOP ALLA CAMPAGNA “MEGLIO NUDE CHE IN PELLICCIA” CHE L’HA RESA FAMOSA IN TUTTO IL MONDO – DA KIM BASINGER A ELISABETTA CANALIS DOZZINE DI CELEBRITÀ SI SONO DENUDATE PER SOSTENERE LA BATTAGLIA CONTRO IL CAPO TRASFORMATO DA OGGETTO DEL DESIDERIO A… - VIDEO

 

Alessandro Sala per "www.corriere.it"

 

campagna peta contro le pellicce 9

Missione compiuta. La pelliccia è sempre meno di moda, le grandi maison vi hanno rinunciato e soprattutto tra i giovani i capi provenienti dal mantello degli animali hanno perso appeal.

 

Per questo l’organizzazione internazionale People for Ethical Treatment of Animals (Peta) ha deciso dopo quasi trent’anni di dire stop alla campagna che l’ha resa famosa in tutto il mondo. «Meglio nude che in pelliccia» è stato qualcosa di più di uno slogan e il fatto che a interpretarne lo spirito siano state star del calibro di Kim Basinger, Pamela Anderson, Eva Mendes o la nostra Elisabetta Canalis, assieme a dozzine di altre celebrità internazionali, ha fatto sì che il messaggio diventasse virale anche in epoca pre-social.

 

campagna peta contro le pellicce 8

Il risultato? La pelliccia è passata da oggetto del desiderio a capo visto con disgusto. Non da tutti, ovviamente. Ma che il sentiment popolare sia cambiato è testimoniato, oltre che dal disimpegno dei principali marchi del fashion, anche da alcune scelte eclatanti, come quella della California, che ha deciso di vietare la vendita di pellicce sul territorio dello Stato, o quella della regina Elisabetta, che ha deciso di rinunciare ai velli di ermellino per passare a capi di origine sintetica.

 

Una moda sempre più etica

campagna peta contro le pellicce 9

Ma se una battaglia può dirsi vinta, la guerra non è ancora finita. La decisione di Peta di interrompere la più iconica delle proprie campagne è legata alla necessità di avviare una nuova fase di mobilitazioni per una moda sempre più etica, che rinunci completamente ai materiali di origine animale.

 

campagna peta contro le pellicce 6

Insomma, nel mirino ora finiranno pellami di vario genere e la lana, la cui produzione non è esente da forme di maltrattamento e di sofferenza. Tanto più che ormai esistono molti materiali di origine naturale o sintetica che sono in grado di rimpiazzare i pellami senza che questo penalizzi la creatività degli stilisti.

 

«Non c’è alcun motivo per cui la moda debba basarsi sullo sfruttamento degli animali — sottolinea Dan Mathews, vicepresidente di Peta e ideatore della campagna, che da tempo sta incontrando le principali case di moda presentando loro questi tessuti innovativi e le loro potenzialità —. Lo hanno capito tutti i grandi marchi che sempre più si stanno orientando verso una produzione sempre più cruelty free e attenta all’ambiente.

campagna peta contro le pellicce 7

 

E il motore del cambiamento sono i giovani: sono loro, i clienti di oggi e di domani, a dettare la linea. Con le nostre campagne abbiamo acceso i riflettori su quello che c’è dietro la produzione di pelli e pellicce. Ma la vera differenza la fa la nuova sensibilità delle persone, ovvero del mercato, che poi per le imprese è la cosa che più conta».

campagna peta contro le pellicce 4

 

30 anni di provocazioni

La campagna era iniziata nel 1990, quando le icone rock The Go-Go’s per la prima volta posarono nude in un poster che diceva «We’d rather Go-Go naked than wear fur!» («Preferiamo andare nude piuttosto che in pelliccia», con tanto di gioco di parole sul nome della band), da cui era stato poi mutuato il fortunato slogan.

 

campagna peta contro le pellicce 3

Il poster era stato venduto ai concerti della band e il ricavato era stato devoluto a Peta. Altre star avevano fatto altrettanto, partecipando in alcuni casi anche a manifestazioni in pubblico. Tra i tanti episodi va registrato un significativo passaggio di testimone tra Kim Basinger, che fu tra le prime a condividere il messaggio del gruppo animalista, e la figlia Ireland Basinger-Baldwin.

 

L’attrice Gillian Anderson, invece, aveva preso posizione con Peta durante una Festa della Donna: «Questo è il mio corpo e ci faccio ciò che mi pare — aveva spiegato —. Oggi lo sto usando per difendere gli animali e il loro diritto di vivere come gli pare, naturalmente, con la pelle ancora attaccata al corpo».

campagna peta contro le pellicce 20

 

La nuova campagna

Finisce dunque un’era, ma — fa sapere Peta — non calerà l’attenzione sulla produzione di pellicce. Perché è vero che nel mondo occidentale la pelliccia è sempre meno attrattiva, ma in altre aree continua ad essere un capo di abbigliamento accettato e richiesto.

 

campagna peta contro le pellicce 5

E visto che la nuova priorità sono i pellami, già si immagina un’evoluzione della campagna con le star svestite: «Meglio mostrare la propria pelle che indossare quella altrui». Finisce un’era, sì. Ma ne inizia subito un'altra.

campagna peta contro le pellicce 18campagna peta contro le pellicce 14campagna peta contro le pellicce 13campagna peta contro le pellicce 17campagna peta contro le pellicce 19campagna peta contro le pellicce 15campagna peta contro le pellicce 12campagna peta contro le pellicce 1campagna peta contro le pellicce 10campagna peta contro le pellicce 11campagna peta contro le pellicce 2

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...