carlos ghosn

“NON HO MAI RUBATO” - CARLOS GHOSN, FONDATORE DELL'ALLEANZA RENAULT-NISSAN-MITSUBISHI E ARRESTATO PER UNA SERIE DI ILLECITI FINANZIARI, È APPARSO IN TRIBUNALE A TOKIO, DIMAGRITO DI DIECI CHILI, E HA LETTO UNA DICHIARAZIONE PER DIFENDERSI - MA NISSAN LO SBUGIARDA: “UN'INCHIESTA INTERNA HA PERMESSO DI SCOPRIRE PROVE SIGNIFICATIVE E CONVINCENTI DEGLI ERRORI COMMESSI” - E ORA SCRICCHIOLA L'ASSE NISSAN-RENAULT

Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”

 

CARLOS GHOSN

Per la prima volta dal 19 novembre, giorno del suo arresto, Carlos Ghosn, fondatore dell' alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi e uno dei manager più potenti e pagati al mondo, è apparso in pubblico e ha parlato in sua difesa, nell' aula 425 del tribunale di Tokio, ieri mattina intorno alle 10 e 30 ora locale (le 2 e 30 in Italia). Arrivato dalla prigione su un autobus delle autorità, Ghosn ha ottenuto che gli venissero tolte le manette e ha letto con voce ferma una dichiarazione in inglese che è durata una decina di minuti.

 

BRUNO LE MAIRE CARLOS GHOSN

L'ex «imperatore» dell' auto mondiale è apparso in abito blu scuro e camicia bianca, senza cravatta (proibita dal regolamento perché possibile strumento di suicidio), dimagrito di una decina di chili - in carcere gli vengono servite tre ciotole di riso al giorno - e con i capelli ingrigiti, ma comunque combattivo e determinato nel rigettare in blocco le accuse che gli vengono mosse dalla magistratura giapponese.

 

Su iniziativa di Nissan, il procuratore di Tokio indaga su investimenti personali che Ghosn avrebbe trasferito sul conto di Nissan una volta che si sono rivelati poco redditizi.

«Avrei potuto dimettermi da Nissan, ricevere la mia pensione e usarla come garanzia della mia posizione - ha detto Ghosn - ma il mio impegno morale verso Nissan non mi permetteva di andarmene in un momento chiave. Il comandante non lascia la nave quando il mare è in tempesta».

 

CARLOS GHOSN

Il 64enne manager franco-libanese-brasiliano si è anche difeso dall' altra accusa, quella di avere percepito da Nissan remunerazioni tenute nascoste alle autorità di Borsa e al fisco giapponese. «Per me conta il "test della morte": se morissi oggi, i miei eredi potrebbero pretendere qualcosa di diverso dalla mia pensione? La risposta è no».

 

Ghosn ha dichiarato in modo accorato e solenne di avere sempre agito per il bene della Nissan e di avere associato alle sue decisioni i dirigenti della casa giapponese, che hanno condiviso la sua strategia. Ma alla fine dell' udienza, Nissan ha diffuso un comunicato nel quale sostiene che «un' inchiesta interna ha permesso di scoprire prove significative e convincenti degli errori commessi» dal suo ex presidente Carlos Ghosn.

 

CARLOS GHOSN NISSAN RENAULT

Ghosn è stato estromesso dal vertice di Nissan e anche da quello di Mitsubishi, mentre resta capo di Renault e questo rivela lo scontro in corso tra Tokio e Parigi. L' alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi è formata da società indipendenti, con partecipazioni incrociate tra le prime due, molto integrate sotto il profilo produttivo e in grado si sviluppare sinergie importanti.

 

L' efficacia dell' alleanza si è basata in buona parte sulla personalità del suo inventore, Carlos Ghosn, che ne ha fatto un gruppo in grado di competere con Volkswagen e Daimler su scala mondiale, forte di 120 mila dipendenti e 38 stabilimenti. Sotto la guida di Ghosn la «piccola» Renault a forte partecipazione dello Stato ha salvato il colosso privato Nissan quando stava per fallire.

Carlos Ghosn e Emmanuel Macron renault

 

Ma negli anni la parte giapponese del gruppo ha manifestato il proprio scontento, sentendosi trascurata a favore di Renault. Tra i principali accusatori di Ghosn c' è il suo principale collaboratore per 15 anni, Hiroto Saikawa, che ha scelto di tradire il suo mentore per fare in modo che «Nissan resti Nissan». Ghosn si trova a pagare quindi anche un conflitto di potere e di culture aziendali per il controllo dell' alleanza.

Carlos Ghosn

 

Il 43% delle azioni di Nissan sono in mano al costruttore francese, di cui a sua volta Nissan detiene il 15%. Il principale azionista di Renault è lo Stato francese con il 15,01 per cento ma il 22% dei diritti di voto. Macron non ha mai avuto ottimi rapporti con Ghosn, al quale rimprovera una retribuzione eccessiva (nel 2015 7,2 milioni di euro da Renault e 8 da Nissan). Ma adesso Parigi teme che la sua fine sbilanci l' alleanza a favore di Nissan.

Il procuratore di Tokio ha motivato il mantenimento in detenzione con il pericolo che Ghosn possa lasciare il Giappone inquinando le prove. Il processo potrebbe cominciare non prima di sei mesi.

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT – AIUTO! TRUMP CONTINUA A FREGARSENE DI INCONTRARE GIORGIA MELONI - ANCORA ROSICANTE PER LE VISITE DI MACRON E STARMER A WASHINGTON, LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SI ILLUDE, UNA VOLTA FACCIA A FACCIA, DI POTER CONDIZIONARE LE SCELTE DI TRUMP SUI DAZI ALL'EUROPA (CHE, SE APPLICATI, FAREBBERO SALTARE IN ARIA L'ECONOMIA ITALIANA E IL CONSENSO AL GOVERNO) - LA DUCETTA NON HA ANCORA CAPITO CHE IL TYCOON PARLA SOLO IL LINGUAGGIO DELLA FORZA: SE HAI CARTE DA GIOCARE, TI ASCOLTA, ALTRIMENTI SUBISCI E OBBEDISCI. QUINDI: ANCHE SE VOLASSE ALLA CASA BIANCA, RITORNEREBBE A CASA CON UN PUGNO DI MOSCHE...