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PARDON, NON POSSIAMO INTERCETTARVI: È SALTATA LA LUCE! - PER LA SECONDA VOLTA IN DUE MESI, SI BLOCCANO I SERVER DELLA PROCURA DI MILANO (GESTITI DA DITTE PRIVATE) CHE REGISTRANO CONVERSAZIONI E DATI PER CONTO DEI PM. NON ERANO COLLEGATI AL GRUPPO ELETTROGENO DEL TRIBUNALE, E QUANDO È MANCATA L'ELETTRICITÀ, ADDIO SPIATE

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Luigi Ferrarella per il Corriere della Sera

 

Per la seconda volta in due mesi sono andate perdute alcune ore di intercettazioni per un problema all' alimentazione elettrica della sala della Procura dove sono montati i server delle società private, sui quali vengono ricevute e registrate le fonie delle utenze (in caso di intercettazioni telefoniche) o degli ambienti (in caso di ambientali) dei quali un gip abbia autorizzato la captazione richiesta dai pubblici ministeri.

 

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Se lo scorso novembre era successo ai server della ditta Rcslab, il 9 gennaio è stata la società Area ad avvisare gli inquirenti che il giorno prima, e cioè domenica scorsa 8 gennaio, un blackout ha comportato l' interruzione temporanea del servizio.

Guasti simili è normale si verifichino, e altrettanto ovviamente dovrebbe scattare una rete elettrica di salvataggio per il tempo necessario al ripristino. Ma proprio questo pare il punto critico.

 

Tanto nel caso di Rcslab che nel caso di Area, infatti, la colpa dei dati persi non pare essere delle ditte private, di cui si è qui scritto nelle settimane scorse a proposito di parecchie altre criticità, ma i cui emergenziali gruppi di continuità sono entrati correttamente in funzione in entrambi i casi.

 

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Questi gruppi sono però dimensionati appunto solo per «comprare» tempo in una fascia di emergenza, tanto che ad esempio l' 8 gennaio il guasto si è verificato dopo mezzanotte e i server hanno continuato a funzionare sino all' una: termine al quale però, oltre a non essere ancora ripristinata la normale alimentazione (in novembre andò pure peggio, fino alla mattina seguente), non è subentrato il più potente gruppo elettrogeno che spetta invece assicurare alla diramazione tecnica locale del ministero della Giustizia.

 

Eppure nella medesima palazzina milanese, ma nella stanza di fronte dove «gira» il sistema di quasi tutto il processo civile telematico del Nord Italia, un gruppo di continuità «ministeriale» funziona abbastanza bene. Solo che, a sentire i tecnici, non è invece collegato alla stanza di fronte, dove stanno i server delle intercettazioni.

 

Che si tratti di fare questo allacciamento o di dotare di una autonoma rete di salvataggio elettrico i server delle intercettazioni, fatto sta che l' 8 gennaio i server di Area si sono spenti una volta esauritasi anche la dotazione emergenziale della ditta, e sono ripartiti soltanto quando alle 2.15 l' elettricità generale è stata ripristinata.

 

Il risultato sta nella comunicazione della ditta, pudica nella declinazione potenziale ma esplicita nel contenuto: «Sottolineando come tale disservizio sia completamente indipendente dai nostri servizi, rammentiamo che nell' intervallo dall' 1 alle 2.15 potrebbero essere stati riscontrati ritardi o perdite delle conversazioni intercettate e dei relativi dati».

Tribunale di MilanoTribunale di Milano

 

Per avere una idea della serietà dei rischi in questi casi, è sufficiente immaginare un ragionamento ipotetico su Anis Amri, lo stragista di Berlino ucciso da due agenti la notte tra 22 e 23 dicembre in un conflitto a fuoco a Sesto San Giovanni. E cioè basta pensare alle conseguenze di un blackout delle intercettazioni se Amri, invece di non avere legami a Milano, avesse avuto in tasca qualche indizio di precedenti telefonate con soggetti già monitorati per altre ragioni, e fosse stata questione di vita o di morte risalire immediatamente a questi eventuali colloqui intercettati appena prima.

 

 

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