PAGARE PER VISITARE LE CHIESE? ANCHE IN ITALIA SI DIBATTE SULL’INTRODUZIONE DI UN BIGLIETTO - BRUNO GUERRI: “GIUSTO COSI’, ORMAI SONO LUOGHI FREQUENTATE PIÙ DA APPASSIONATI D'ARTE CHE DA FEDELI” - LANGONE: “È UNA PROPOSTA COERENTE CON IL PROGRESSIVO ABBANDONO DELLA RELIGIONE CRISTIANA E IL CONTEMPORANEO ACCOSTARSI AL NICHILISMO”
1- TUTTI IN CHIESTA PAGANDO UN BIGLIETTO?
Da il Giornale
La proposta lanciata recentemente dal ministro Franceschini di introdurre un biglietto di ingresso al Pantheon (visitato nel 2016 da 7 milioni di persone), edificio cardine della cultura occidentale e luogo simbolico della storia italiana, ha riportato l'attenzione sul tema delle chiese a pagamento.
In Italia i luoghi di culto a pagamento sono 75, una goccia nella totalità del patrimonio: il censimento che le Diocesi stanno realizzando conta a oggi 64.431 edifici a cui se ne aggiungono diverse migliaia di proprietà dello Stato. Ma il quesito da risolvere non è soltanto nostro.
In Francia il noto conduttore radiotelevisivo-opinionista Stéphane Bern (su incarico di Macron) ha aperto il dibattito sulla necessità di salvaguardare il patrimonio artistico francese facendo pagare l' ingresso in ogni cattedrale. «Siamo l'unico paese dove il loro accesso è gratuito - ha detto- Una città come Parigi non ha più i mezzi economici per mantenere il suo smisurato patrimonio religioso. A Londra si pagano 24 euro per visitare Westminster Abbey».
2 - L'OBOLO È GIUSTO SONO DEI MUSEI
Giordano Bruno Guerri per Il Giornale
Pagare per visitare le chiese. Perché no? Le chiese più belle e importanti sono ormai frequentate più dagli appassionati dell'arte che dai fedeli. E sono a tutti gli effetti anche musei. In Gran Bretagna (dove non a caso la regina è capo della Chiesa anglicana) i turisti pagano 24 euro per entrare a Westminster Abbey. Ci stanno pensando anche in Francia, altrettanto non a caso il più laico dei Paesi cattolici: l'ha proposto Stéphane Bern, cui Macron ha affidato l' incarico di trovare finanziamenti per restaurare il patrimonio culturale francese.
Per prima cosa Bern, giornalista e conduttore televisivo, ha criticato proprio Macron dichiarando che bisognerebbe tassare i possessori di yacht, prima di quelli che hanno un castello. La filosofia, insomma, è che i beni culturali le chiese lo sono - vengono prima, e se il clero non ce la fa a conservarle e valorizzarle, non può essere solo lo stato a provvedere. Lo stesso discorso può valere anche da noi, tanto più che in Italia, a differenza della Francia, la Chiesa gode della quasi totalità dell' 8 per mille.
E' una cifra colossale che se ne va quasi per intero per il «sostentamento del clero», non certo per il restauro di chiese e opere d' arte contenute. Guarda caso, si è scoperto proprio in questi giorni che la congregazione religiosa dei Legionari di Cristo, dipendente dal Vaticano, ha depositato i propri beni in un paradiso fiscale. Se la Pietà di Michelangelo fosse in un museo anche unica opera, come i Bronzi di Riace ci sarebbe la fila per vederla a pagamento. Buona cosa sarebbe far pagare un biglietto, utile a raccogliere denaro per mettere in sicurezza e restaurare gli altri beni culturali del Vaticano.
Se il discorso sembra cinico, irrispettoso verso la sacralità degli edifici di culto, si pensi che allora - è ugualmente irrispettoso che tanti li frequentino, disturbando la preghiera, solo per vedere quadri, sculture, architettura. Che almeno versino un obolo.
E, a proposito di oboli, in Gran Bretagna esiste l' istituzione del National Heritage, un' associazione che conta 4 milioni di membri, i quali versano una quota annua che serve a conservare il patrimonio gestito dall' associazione. In cambio il sostenitore può visitare gratis quei luoghi. Si potrebbe fare lo stesso per le chiese, magari a cura dello stesso Vaticano: trasformando il crowdfunding in una moderna forma di carità.
3 - LA FEDE RELIGIOSA NON È IN VENDITA
Camillo Langone per Il Giornale
«Il tempio è sacro perché non è in vendita» scrive Ezra Pound, e scusate la citazione in questi giorni un po' rischiosa (sono poundiano ma non sono di Casa Pound, mi raccomando). Dunque l' ultima uscita di colui che Macron ha incaricato di salvare il patrimonio culturale francese, Stéphane Bern, non mi stupisce.
Far pagare «urgentemente» l' ingresso nelle cattedrali è una proposta coerente con l' apostasia europea, col progressivo abbandono della religione cristiana, che ha dato forma al nostro continente, e il contemporaneo accostarsi a un disgregante nichilismo dai molteplici volti: islam, buddismo, ideologie politiche vecchie e nuove.
«La mia religione è la Repubblica» ha dichiarato in altra occasione Bern, personaggio emblematico: omosessuale mediatico (è un conduttore radio-televisivo), di origini ebraiche e cultura cattolica ma in buona sostanza ateo. Confusione ed estinzione, potrebbe essere questo il suo motto così come di tanti europei che hanno ridotto il cristianesimo a fatto estetico. Belle le chiese, le cupole, le pale d' altare, ma i sacramenti non ci interessano e il Credo e il Decalogo sono cose di altri tempi.
«Amo la pompa, l' incenso, vado a messa senza comunicarmi» dice Bern senza vergogna, come se la liturgia fosse una messinscena, come se i sacerdoti fossero attori e i fedeli comparse. E come se le chiese che lui viene rendere a pagamento fossero scenografie. Ma non lo sono, almeno fino a quando l' ingresso è gratuito. Mentre un tempio a pagamento quello sì è una scenografia, un set per film in costume, un cenotafio del sacro perduto.
cupola santa maria del fiore duomo di firenze
Non è un fenomeno nuovissimo, da qualche anno anche in Italia alcune chiese particolarmente afflitte dal turismo si sono munite di biglietteria, e mi vengono in mente il Duomo di Milano, il Duomo di Firenze, San Zeno e Sant' Anastasia a Verona... Io non ci metto più piede, le alternative per una preghiera e una candela non mancano.
Non mi va di usufruire degli ingressi, degli orari, degli spazi speciali che le chiese a pagamento riservano ai fedeli, nell' assurdo tentativo di distinguerli nettamente dai turisti: credo in Gesù Cristo figlio di Dio e però un' occhiata agli affreschi vorrei darla, del resto sono stati dipinti per alimentare la devozione, non la condivisione sui social. Non so cosa farmene di cattedrali perfettamente restaurate e perfettamente dissacrate.