papa francesco libero milone vaticano palazzo londra

IL PAPA VUOLE SENTIRE TINTINNARE LE MANETTE! – BERGOGLIO HA CHIESTO DI ACCELERARE I PROCESSI SULLA CORRUZIONE OLTRETEVERE – BOMBA DALL’EX CAPO REVISORE DEI CONTI, LIBERO MILONE, CHE DICE DI ESSERE STATO CACCIATO DUE ANNI FA PER AVER VOLUTO INDAGARE SU CENTINAIA DI MILIONI TRATTENUTI DALLA SEGRETERIA DI STATO “FUORI DAI LIBRI CONTABILI” IN SVIZZERA…

1 - IL PAPA VUOLE ACCELERARE I PROCESSI CONTRO IL MALAFFARE

Domenico Agasso Jr per “la Stampa”

 

papa francesco domenico giani

Velocizzare i tempi dei processi Oltretevere, in modo che non calpestino il diritto a un procedimento «giusto». Lo vuole il Papa, soprattutto in questa fase di sterzata per bonificare la Chiesa dalla corruzione e renderla più trasparente. Perciò ha chiesto un' accelerata alle autorità competenti. Da chi svolge le indagini, il promotore di Giustizia Gian Piero Milano, si aspetta inchieste eseguite «con prontezza», spiega a La Stampa un alto prelato. E allo stesso tempo il Pontefice ha affidato «con piena fiducia» a chi celebra i processi, il presidente del Tribunale vaticano Giuseppe Pignatone, nominato un mese fa, la missione di snellire le tempistiche giudiziarie.

 

giuseppe pignatone

A cominciare dalla vicenda londinese, «opaca», come l'ha definita il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. Gli ultimi presunti scandali finanziari scoppiati in ottobre attorno ai palazzi di lusso nel centro di Londra sono legati ai fondi propri della Segreteria di Stato e al loro uso, che appare perlomeno «spericolato».

 

IL PALAZZO DEL VATICANO A SLOAN SQUARE - LONDRA

Chi conduce l' investigazione dunque è il pm Milano, che ha nella Gendarmeria il «braccio» operativo. Quando terminerà le operazioni consegnerà gli atti al Tribunale, e solo a quel punto il presidente inizierà a lavorare. E si capirà se si potrà arrivare a un processo. Senza voler mettere eccessiva e controproducente fretta, a Santa Marta si attende con crescente trepidazione la decisione della magistratura.

 

parolin

Anche perché papa Francesco desidera svoltare, imponendo alla Santa sede un nuovo corso basato su trasparenza e caccia ai corruttori. Con il necessario garantismo.

Per il Papa «non può più capitare di avere un procedimento giudiziario lungo otto mesi come quello di Vatileaks 2, durato da novembre 2015 a luglio 2016», sostengono nelle Sacre Stanze.

 

MONSIGNOR ANGELO BECCIU

Secondo Bergoglio la celerità massima possibile è parte sostanziale del diritto umano ad avere un giudizio giusto. «A poco o nulla servono condanne o assoluzioni dopo anni», afferma un monsignore. «Questa problematica papa Francesco la conosce bene perché è una piaga di vari paesi dell' America Latina, in particolare la sua Argentina e il Cile», ci spiega.

 

E poi c' è la questione mediatica: Bergoglio vive «con angoscia» le situazioni che diventano scandalo soprattutto perché non arriva una risposta chiara dalle autorità. «Se si trascina tutto in modo confuso o ambiguo, il clamore cresce, si crea la sensazione di impunità - evidenzia un suo collaboratore - e rimane nell' immaginario collettivo l' idea che anche il Vaticano sia "un porto delle nebbie"».

 

È l' espressione con cui veniva definita la Procura di Roma segnata negli anni Ottanta da insabbiamenti e misteri. I magistrati devono essere «i primi ad affermare la superiorità della realtà sull' idea», aveva detto il Papa incontrando l' Associazione nazionale Magistrati a febbraio.

GIAN PIERO MILANO

 

Nei Sacri Palazzi rimbalza la sensazione che, «senza nulla togliere al predecessore, Giuseppe Dalla Torre, il Tribunale adesso ha una guida con un prestigio e un' esperienza inediti. Non è un caso: Pignatone è stato chiamato dal Papa per fare in modo che il Vaticano non venga considerato un "porto delle nebbie"». Intanto, sul versante della trasparenza, il cardinale Peter Turkson ha annunciato che «presto potrà esserci un documento che fisserà i criteri di gestione finanziaria dei dicasteri vaticani e delle diocesi».

 

2 - FONDI SEGRETI VATICANI IN SVIZZERA PER CENTINAIA DI MILIONI DI DOLLARI

M.D. per “Libero Quotidiano”

 

LIBERO MILONE PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

L'ex capo revisore dei conti del Vaticano, Libero Milone, sostiene di essere stato cacciato dal suo posto, due anni fa, per aver voluto indagare su centinaia di milioni di dollari, trattenuti dalla Segreteria di Stato «fuori dai libri contabili» in banche svizzere; conti bancari segreti che, ora, vengono legati alle operazioni di compravendita immobiliare a Londra, che hanno fatto scattare un' indagine interna alla Santa Sede per sospette irregolarità finanziarie.

 

gianluigi nuzzi col suo libro foto di bacco

Intervistato dal Financial Times, Milone ha denunciato che, allora, «alcune persone si sono spaventate» del fatto che stesse per «scoprire» cose che non avrebbe dovuto vedere. «Eravamo andati troppo vicino a informazioni che volevano tenere segrete e hanno inventato una situazione per buttarmi fuori», ha dichiarato l' ex primo revisore dei conti del Vaticano, ufficialmente dimessosi ma che ha poi spiegato di essere stato costretto a farlo.

 

LIBERO MILONE

Milone ha spiegato che quando era entrato in carica, nel 2015, non esistevano tracce ufficiali di centinaia di milioni di dollari, tenuti dalla Segreteria di Stato vaticana in conti svizzeri. La loro esistenza sarebbe emersa grazie a informazioni fornite da fonti esterne alla Santa Sede. Milone ha poi denunciato che, pur avendo ottenuto da papa Francesco il permesso di chiedere informazioni alle banche in Svizzera, la sua richiesta fu bloccata da altri, dentro il Vaticano.

 

papa francesco mangia

Circa due anni fa, la sala stampa della Santa Sede aveva reagito ad accuse dello stesso tenore, rivolte da Milone in un'intervista al Corriere della Sera, a Wall Street Journal, agenzia Reuters e Sky Tg24, ribadendo che «risulta purtroppo che l'Ufficio diretto dal Dott. Milone, esulando dalle sue competenze, ha incaricato illegalmente una Società esterna per svolgere attività investigative sulla vita privata di esponenti della Santa Sede.

 

Questo, oltre a costituire un reato, ha irrimediabilmente incrinato la fiducia riposta nel Dott.

Milone, il quale, messo davanti alle sue responsabilità, ha accettato liberamente di rassegnare le dimissioni». «Non mi sono dimesso volontariamente. Sono stato minacciato di arresto. Il capo della Gendarmeria mi ha intimidito per costringermi a firmare una lettera che avevano già pronta», aveva replicato Milone.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...

luca zaia marina berlusconi matteo salvini il foglio

FLASH – PARE CHE LUCA ZAIA, DOPO AVER LETTO L’INTERVISTA-MANIFESTO RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO”, ABBIA COMMENTATO SODDISFATTO: “QUESTA C’HA LE PALLE”. IL SEGRETARIO DELLA "LIGA VENETA", ALBERTO STEFANI, AVREBBE SUBITO RIFERITO IL COMMENTO DEL “DOGE” A SALVINI. COME L'HA PRESA L'EX TRUCE DEL PAPEETE? NON HA GRADITO L’ENDORSEMENT PER LA “CAVALIERA”: QUESTA VOLTA LA TISANELLA CHE CONSIGLIA SEMPRE AI "SINISTRELLI ROSICONI" L'HA DOVUTA BERE LUI, PER PLACARSI…