don paolo glaentzer

PARLA IL GIOVANE CHE HA SALVATO LA BAMBINA DI DIECI ANNI DALLE GRINFIE DI DON PAOLO GLAENTZER: “SE DAVVERO AVESSI LASCIATO CHE LO LINCIASSERO SAREBBE STATO MEGLIO - LA PICCOLA AVEVA LE GAMBE ALLUNGATE SULLE GINOCCHIA DEL PRETE. LA MAGLIETTA DI LEI TIRATA SU E I PANTALONI ABBASSATI. E POI, LE MANI DI LUI…”

Da http://iltirreno.gelocal.it

 

don paolo glaentzer

«Sono due giorni che non dormo, questa cosa mi ha messo una agitazione addosso che guardate... Forse se non avessi fermato tutta quella gente che urlava, lo offendeva – e certo che lo offendeva, voi che avreste fatto –, insomma se davvero avessi lasciato che lo linciassero sarebbe stato meglio. Ma ora lasciatemi dormire, sono di turno, dovrò fare la notte. Ah perché l’ho fatto? Come perché, c’era una bambina in questa storia, e io con i bambini ci lavoro in ospedale, per me sono tutto. Non ce l’ho fatta a girare la testa come qui hanno fatto in tanti per troppo tempo».

 

Don Paolo Glaentzer - L auto su cui ha molestato una bambina di dieci anni

Questa è la terza, forse la quarta volta che ripete il suo racconto Simone, l’ennesima in cui rivive la scena. «Ma l’altra sera non vedevo l’ora di dire tutto in caserma». La piccola con le gambe allungate sulle ginocchia del prete, «la maglietta di lei tirata su e i pantaloni abbassati». E poi, le mani di lui, cavolo che rabbia quelle mani voraci, ché a Simone scavano ancora nella testa così come le ha viste frugare nell’innocenza di una bimba di 10 anni.

 

Parla dal terrazzo, petto nudo, tatuaggi, concitato. Terzo piano di un palazzone a Calenzano, lo stesso da cui don Paolo Glaentzer lunedì è uscito poco prima di essere sorpreso sulla sua Giulietta metallizzata a palpeggiare la figlia di quelli che fino a lì erano amici, una famiglia difficile, da anni seguita dai servizi sociali, e che in tanti credevano aiutata anche da questo parroco di 70 anni, da 20 anni San Rufignano a Sommaia, la parrocchia arroccata sulle colline che guardano la piana, quasi un eremo, e invece ora la prigione di un uomo di chiesa accusato di pedofilia.

Don Paolo Glaentzer

 

Proprio qui, in questo luogo bifronte, il Comune di Don Milani, dove il prete-mito ha maturato la sua visione prima dell’esilio a Barbiana, e dove negli anni ’70, a La Querce, è nata la prima cellula del Forteto, la comunità degli orrori sui minori poi trasferita a Vicchio.

 

I SOLITI SOSPETTI

«Sì, lo sospettavo da tempo, da mesi vedevo quell’uomo fare avanti e indietro. Veniva, usciva di sera, tardi, e la bimba gli andava dietro. Lunedì ho detto basta, l’ho seguita», dice Simone. E l’ha trovata lì, nell’auto con lui. E non servono nemmeno i dettagli. «Ho aperto lo sportello, allontanato la bimba. Che s’è spaventata, ha avuto una reazione isterica, pianto. Ho chiamato il mi’ babbo e la mi’ sorella. L’abbiamo coccolata, calmata, e io ho fermato lui». Il prete non ha mosso un muscolo. «Non t’azzardare, gli ho detto – racconta Simone – Ma non mi fate incazzare, non scrivete che c’è stata una “colluttazione”. L’ho evitata io».

Don Paolo Glaentzer

 

Sulla strada alberata vicina ai campi di felci e erba alta sono arrivati i vicini, attratti dalle urla. «Lo infamavano, gli berciavano contro e mi chiedevano “lascia che gli dia du’ pedate a sto porco”. Ma io no, l’ho tenuto fermo in attesa dei carabinieri». I militari sono arrivati in pochi minuti. E sì, anche il prete s’è piegato. «Ha guardato verso l’infinito – dice Simone – ha pianto senza cambiare espressione, lacrime di disperazione perché ha realizzato che ormai era nella mer... fino al collo». Lacrime artificiali, se al citofono, mentre rimbombano le cicale di San Rufignano, don Paolo minimizza così: «I giornali esagerano, aspettiamo le indagini».

 

GLI ALLARMI ALLA DIOCESI

Come se questa storia non lo riguardasse. Come se non fosse un volto stranoto laggiù, fra i palazzoni anni ’70-’80. Perché fra i vicini e soprattutto nella famiglia di chi l’ha salvata, quella piccola non è l’unica dei quattro fratelli ad aver subito attenzioni morbose. «Sono anni – dicono due donne – che facciamo segnalazioni. Alla diocesi e ai carabinieri. Anche denunce, sì. Ma la comunità religiosa ci ha preso per matti». Simone lunedì ha risalito le scale del condominio. «Che tu fai, lasci che violentino la tu’ figliola?», ha gridato al padre. E lui ha pianto, «ha avuto un malore, sì, diciamo così, l’ambulanza era per lui».

DON PAOLO GLAENTZER

 

LA GIULIETTA SU CUI È STATO FERMATO...

La Giulietta su cui è stato fermato il prete mentre molestava la bambina

Ma ora non sono pochi nel quartiere a sostenere Simone e la sua famigli”battaglia”. «Son Paolo li aiutava economicamente? Diciamo così. Ma qui c’era un via vai continuo - dicono la sorella e una vicina - Persone comuni. Entravano, uscivano, e dopo poco sbucavano dalla porta anche i bambini. Se hai genitori fragili». Una circostanza che gli inquirenti non confermano, «ma su cui dobbiamo indagare», confida una fonte. I sospetti in quel caso non sarebbero più i “soliti”. Significherebbe che questa famiglia, dopo una vita in bilico, era franata, scivolata in un gorgo di ricatti, vittima di una rete di cui l’eremo di Sommaia sarebbe solo un tassello.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…