ruby karima

“AVEVO 17 ANNI E DOVEVO ESSERE PROTETTA DAL SISTEMA CHE NON HA MAI SMESSO DI GIUDICARMI” - RUBY, CHE RISCHIA 5 ANNI DI CARCERE PER NON AVER DETTO IN TRIBUNALE LA VERITÀ SULLE NOTTI DI ARCORE (PER I PM HA INCASSATO 5 MILIONI DI EURO DA BERLUSCONI) SI TOGLIE QUALCOSA SASSO DALLE MUTANDINE: LA MIA VITA È STATA STRAVOLTA E IO STRITOLATA” - RUBY, ARRIVATA DAL MAROCCO CON I GENITORI, VIVEVA CON LORO IN POVERTÀ IN UNA CASA FATISCENTE NELLE CAMPAGNE DI LETOJANNI (MESSINA) GRAZIE AI POCHI SOLDI CHE IL PADRE FACEVA VENDENDO CIANFRUSAGLIE PER STRADA…

RUBY KARIMA

Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”

 

C'è un elemento che molti sembrano non considerare, o non vogliono considerare, da quando nel 2010 è cominciato il caso Ruby: e cioè che, al di là di ciò che avrebbe o non avrebbe fatto, ricevuto o non ricevuto, a dispetto di un fisico da pin-up Karima El Mahroug era solo poco più che un'adolescente quando frequentava Arcore e le cene e i dopocena del bunga bunga per i quali è finita in una vicenda enormemente più grande di lei.

 

BERLUSCONI RUBY BUNGA BUNGA

Dopo 12 anni di inchieste e processi che la dipingono ad appena 17 anni come una prostituta, una maliarda spregiudicata che buttava soldi dalla finestra, oggi, a 29 anni ne rischia 5 di carcere per non aver detto in Tribunale, secondo i pm, la verità su ciò che accadeva a casa di Silvio Berlusconi. «Guardando indietro, con la maturità e la consapevolezza di adesso, credo che quella ragazza di 17 anni avrebbe dovuto essere protetta, soprattutto da quello stesso sistema che non ha mai smesso di giudicarmi, anche quando nei processi mi definiva vittima», dichiara lei al Corriere della Sera da Genova dove vive con la sua bambina e il compagno di oggi.

 

BERLUSCONI RUBY

«Sono molto turbata dalla descrizione che ancora una volta viene fatta della mia persona da parte di chi non mi ha mai neppure conosciuta», aggiunge. Già il primo processo fu battezzato con il suo nome «Ruby uno», e non «bunga bunga» come sarebbe stato più logico fare (finì con l'assoluzione di Berlusconi), assegnandole implicitamente quel ruolo determinante che poi le avrebbe permesso di incassare da Berlusconi almeno 5 milioni di euro, secondo i pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio che nel Ruby ter chiedono la condanna del Cavaliere a 6 anni per aver corrotto lei e un'altra trentina di testi.

 

I pm «descrivono nella loro requisitoria una persona che non esiste, con un nome di fantasia che avevo inventato da giovanissima per proteggermi dietro una maschera», afferma Karima.

RUBY

 

Comunque la si pensi, Karima è quantomeno finita in una vicenda enormemente più grande di lei. Prima di entrare ad Arcore a febbraio 2010, la sua vita non era certamente stata quella che meritava una bambina. Arrivata dal Marocco con i genitori, viveva con loro in povertà in una casa fatiscente nelle campagne di Letojanni (Messina) grazie ai pochi soldi che il padre faceva vendendo cianfrusaglie per strada.

 

RUBY KARIMA EL MAROUGH A FORTE DEI MARMI CON LA FIGLIA

«A 13 anni è scappata da una comunità» dopo essere «stata abbandonata dalla famiglia», dice Gaglio. Padre e madre non erano riusciti a contenere l'esuberanza di una ragazzina già allora oggetto degli appetiti di quegli adulti ai quali finirà per concedersi a pagamento.

 

RUBY KARIMA EL MAROUGH A FORTE DEI MARMI CON LA FIGLIA

Nel 2009 partecipa a un concorso di bellezza in cui la adocchia Emilio Fede, qualche mese dopo è a Milano nel giro di Lele Mora. Immaginabile l'euforia che deve aver provato a Villa San Martino tra potere, soldi e ragazze disinibite che fanno a gara per catturare l'attenzione del padrone di casa. Sta di fatto che dal 27 maggio 2010, quando una volante la porta in questura accusata di furto (uscirà dopo una telefonata di Berlusconi che segnala di aver saputo che si tratta della nipote dell'allora presidente dell'Egitto Mubarak), Karima El Mahroug è costantemente sotto la luce obliqua dei riflettori.

 

RUBY - KARIMA EL MAHROUG

«La mia vita è stata stravolta e io stritolata da un sistema molto più grande di me», racconta. Le indagini dicono che spendeva in modo compulsivo le «centinaia di migliaia di euro» che le mandava Berlusconi. «Quella che sono davvero continua ad essere invisibile agli occhi di tutti» e «la Ruby descritta in aula è molto lontana dalla donna che sono oggi, la mia vita non ha nulla a che vedere con quella descritta dall'accusa nel processo», rivendica: «Sono stanca di dover combattere contro una rappresentazione di me che non ha nulla a che vedere con quanto sono».

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