parcheggio portonovo cristina bartoli ancona

“NOI, CHE SUDIAMO PER UNO STIPENDIO CHE NON CI ARRICCHISCE, RISCHIAMO ANCHE LE BOTTE” – PARLANO ALCUNI COLLEGHI DI CRISTINA BARTOLI, LA PARCHEGGIATRICE INVALIDA DI PORTONOVO (ANCONA) AGGREDITA E STRATTONATA FINO AD ESSERE SPOGLIATA DI MAGLIETTA E REGGISENO DA UN TURISTA – IL SUO DATORE DI LAVORO: “PUR AVENDO A CHE FARE A VOLTE CON ALCUNE PERSONE MALEDUCATE, EPISODI DI QUESTO GENERE IN CUI I TURISTI ALZANO LE MANI SUI NOSTRI OPERATORI E POI SCAPPANO SONO PIÙ UNICI CHE RARI…”

cristina bartoli la parcheggiatrice aggredita a portonovo

Nicola Catenaro per www.corriere.it

 

«Chi ca... sei? Fatti i ca... tuoi! La paghi tu la multa?». Una battaglia quotidiana con turisti spesso aggressivi e maleducati, che «arrivano qui con pretese assurde come quella di parcheggiare in curva o di lasciare l’auto davanti a un passo carrabile. E noi, che stiamo qui a sudare per uno stipendio che di certo non ci arricchisce, rischiamo anche le botte oltre a subire queste aggressioni verbali».

 

INSULTI, SPUTI E CALCI

A parlare sono alcuni addetti ai parcheggi di Portonovo, località turistica dell’Anconetano molto frequentata e, da ieri, è salita alla ribalta per l’aggressione subìta da Cristina Bartoli, la parcheggiatrice di 53 anni che, per aver semplicemente contestato a un utente il fatto che stava andando contromano, giovedì pomeriggio è stata da quest’ultimo aggredita con insulti, sputi e calci (fortunatamente schivati) e, infine, strattonata fino ad essere spogliata di maglietta e reggiseno. 

 

parcheggiatrice aggredita a portonovo

Cristina aveva appena iniziato il turno con il collega Fabrizio Fiumicelli, suo compagno anche nella vita, quando è avvenuto il fatto. L’automobilista era invece con altre due donne, una delle quali (presumibilmente la moglie) ha partecipato attivamente all’aggressione scendendo dall’auto e minacciando e provocando i due addetti.

 

LA MINACCIA: «NOI SIAMO DI OSTIA»

«Dicevano — ricorda lei — che loro erano di Ostia e che non ci rendevamo conto contro chi ci eravamo messi». Ad aggravare le cose, il fatto che Cristina abbia invocato persino la propria invalidità (la recente asportazione di entrambi i seni per un tumore) allo scopo di fermare l’uomo e non ci sia riuscita. 

 

cristina bartoli - parcheggiatrice di portonovo aggredita

«Non è stato un giorno di ordinaria follia — è il commento di Fabio Alessandrelli, datore di lavoro della vittima e presidente di Opera, una delle due coop che gestiscono i servizi ai turisti nella baia di Portonovo — nel senso che, pur avendo a che fare a volte con alcune persone maleducate, episodi di questo genere in cui i turisti alzano le mani sui nostri operatori e poi scappano sono davvero più unici che rari. Per questo siamo rimasti davvero male, anche se la denuncia non la possiamo fare noi, è un fatto personale e dipende da lei. Qui sono venuti i carabinieri e hanno fatto gli accertamenti, quello che possiamo fare noi è potenziare la collaborazione con il Comune e chiedere maggiori controlli».

 

IL DOPPIO LAVORO NONOSTANTE LE CONDIZIONI DI SALUTE

parcheggiatrice aggredita a portonovo

Tra gli operatori turistici c’è anche chi dà la colpa all’affollamento eccessivo che, soprattutto nei giorni festivi, fa registrare Portonovo, con la spiaggia presa d’assalto anche la mattina presto e tanti turisti da fuori regione, e invoca un’organizzazione basata su prenotazione e numero chiuso. 

 

PARCHEGGIO PORTONOVO

Soltanto una proposta, per ora, dato che la stagione è già iniziata e comunque i turisti stanno aiutando concretamente a risollevare morale ed economia della zona dopo le restrizioni dovute alla pandemia. Cristina, dopo lo spavento e la solidarietà che continua ad arrivarle soprattutto dai social, è tornata al lavoro, anzi ai «due lavori — precisa lei — dato che per mantenermi la mattina faccio anche la badante nonostante i miei problemi di salute».

 

parcheggiatrice aggredita a portonovo

LA RICERCA DELL’AGGRESSORE

Ma non ha ancora presentato formale denuncia. Senza questo atto, è difficile che l’inchiesta dei carabinieri della compagnia di Ancona, guidati dal capitano Manuel Romanelli, possa essere incardinata ufficialmente per arrivare all’individuazione del responsabile, secondo le testimonianze un uomo di mezz’età con accento laziale, alla guida di un Suv di cui non sono state annotate nè la targa nè la marca o il modello. 

 

Ulteriore difficoltà sarebbe rappresentata dalla mancanza di una videosorveglianza diretta nel punto in cui è avvenuta l’aggressione.

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