“VOLEVO STARE IN MEZZO ALLA MERDA” – IL PASSATO NAZISTA (MAI RINNEGATO) DI JOSEPH BEUYS È UNA DELLE POCHE LEGGENDE VERE CHE LO RIGUARDANO – L’INFANZIA IN RENANIA DOVE SI FORMANO LE CITAZIONI WAGNERIANE, LA PASSIONE PER IL GRASSO, IL FELTRO E LA MARGARINA RAMA – LA NUOVA BIOGRAFIA SUL PADRE DI “FLUXUS” SVELA CHE…
Tonia Mastrobuoni per la Repubblica
Una delle storielle su Joseph Beuys che affascina generazioni di artisti è la "leggenda dei tartari". Durante la guerra, da soldato, Beuys sarebbe precipitato con l' aereo dietro le linee nemiche, in Crimea, dove dei nomadi tartari lo avrebbero salvato dal freddo avvolgendolo nel grasso e nel feltro.
Eserciti di critici lo hanno interpretato come un episodio chiave per capire la passione del grande artista tedesco per quei materiali. Peccato che l' episodio sia falso, così com' è inventata la placca d' argento che uno dei padri di Fluxus e del Neo-Dada avrebbe nascosto sotto il suo cappello di feltro.
Quelle fissazioni vengono piuttosto dalla sua infanzia nella zona industriale di Krefeld, in Renania. Per andare a scuola, Beuys passava davanti alle puzzolenti fabbriche di cioccolata, di scarpe e della margarina Rama - la stessa che torna nelle sue opere.
Le passioni per il grasso e il feltro, ma anche le sue citazioni wagneriane hanno radici lì: Beuys crebbe a pochi metri dal luogo mitico dove Lohengrin sarebbe atterrato sul suo cigno.
Che un artista reinventi la propria vita per renderla più coerente con la sua traiettoria creativa non sorprende. La totale inaffidabilità dei racconti di Beuys può essere considerata persino parte del suo irrequieto e anarchico genio.
Ma che gli storici dell' arte continuino a perpetuare le sue leggende, è incredibile. Uno dei pochi ad aver ricostruito in modo meticoloso la sua vita è Hans Peter Riegel, il cui Beuys. Die Biographie è uscito (Riverside) riveduto e ampliato rispetto alla prima edizione che suscitò cinque anni fa enorme scalpore.
Riegel disseziona i miti intorno a uno dei padri dell' arte novecentesca tedesca, a cominciare dalla sua infanzia nella Germania nazista e all' esperienza durante la guerra, che non negò mai.
«Volevo stare in mezzo alla merda»: così spiegò l' essersi arruolato volontario nel 1940.
Ma Riegel dimostra che minimizzò sempre su episodi agghiaccianti come il rogo dei libri cui partecipò nel '33 o sul fanatismo dei suoi insegnanti.
Anche dopo il nazismo, persino negli anni in cui l' anarchico, trasgressivo e pacifista Beuys si impegnò con i Verdi, non smise di frequentare reduci del Reich e filonazisti. Il suo mecenate, il collezionista Karl Ströher, fece fortuna grazie agli espropri nazisti degli ebrei.
Il suo segretario, Karl Fastabend, era stato un Ss. Beuys era un ammiratore dell' antroposofia steineriana, ma si spinse a dire che il moderno materialismo era peggio dei crimini nazisti. E secondo Riegel, non abbandonò mai le ambiguità nei confronti delle atrocità del regime hitleriano.
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