eike schmidt nazisti arte cornelius gurlitt

LA PASSIONE DEI NAZISTI PER L’ARTE (DEGLI ALTRI) – IL “VASO DI FIORI” RUBATO NEL 1944 DI CUI IL DIRETTORE DEGLI UFFIZI EIKE SCHMIDT CHIEDE LA RESTITUZIONE NON È UN CASO ISOLATO – LA STORIA DI GURLITT, IL COLLEZIONISTA DEL “TESORO DI HITLER” E QUELLO DEL “KUNSTSCHUTZ”, LO SPECIALE REPARTO DELLA WEHRMACHT CHE CON LA SCUSA DI PROTEGGERE L’ARTE ITALIANA DAGLI ALLEATI RAZZIAVA QUALSIASI COSA

vaso di fiori di jan van huysum 1

1 – CI SONO ANCHE TEDESCHI BUONI – IL DIRETTORE DEGLI UFFIZI EIKE SCHMIDT CHIEDE ALLA GERMANIA LA RESTITUZIONE DEL “VASO DI FIORI” DI JAN VAN HUYSUM, RUBATO DAI NAZISTI NEL 1944 – SGARBI: “APPELLO GIUSTO, NOBILE ED EUROPEO. IMPORTANTE CHE A FARLA SIA UN TEDESCO”. MONTANARI DUBBIOSO: “UN DIRETTORE DI CUI È GIÀ STATO ANNUNCIATO IL PASSAGGIO A VIENNA CHE DRAMMATIZZA IL CASO PER CONFERMARE LA FEDELTÀ ALL’ITALIA?”

 

http://www.dagospia.com/rubrica-31/arte/ci-sono-anche-tedeschi-buoni-ndash-direttore-uffizi-eike-schmidt-191760.htm

 

http://m.dagospia.com/schmidt-e-il-quadro-rubato-dai-nazisti-sgarbi-giusto-montanari-si-potrebbe-pensare-che-un-191760

eike schmidt vaso di fiori jan van huysum 2

 

2 – ARTE, QUEI CAPOLAVORI RUBATI DAI NAZISTI

Luigi Marsiglia per “Avvenire”

 

La notizia non è passata di certo sottotraccia, anche perché l' appello lanciato il primo gennaio da Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, ha il sapore di una denuncia pubblica, in un mondo - quello dei musei e dell' arte ufficiale - così spesso paludato, dove si preferisce di solito occuparsi più degli ammiccanti scintillii esteriori che delle non trascurabili zone d' ombra.

 

kunstschutz 2

L' eclatante dichiarazione rivolta alla madrepatria dallo storico dell' arte tedesco, chiamato nel novembre 2015 alla guida del prestigioso museo fiorentino, ha trovato una giusta cassa di risonanza sia sulla stampa tradizionale che via internet: «Faccio un appello alla Germania. Ci auguriamo che nel corso del 2019 possa essere finalmente restituito agli Uffizi il celebre Vaso di fiori del pittore olandese Jan van Huysum, rubato da soldati nazisti nel corso della Seconda guerra mondiale e attualmente nella disponibilità di una famiglia tedesca che, dopo tutto questo tempo, non l' ha ancora reso, nonostante le numerose richieste da parte dello Stato italiano».

 

E a questa stringente esortazione, Schmidt ha fatto seguire il gesto simbolico di appendere nella Sala dei Putti a Palazzo Pitti, sulla cui parete era collocato il dipinto prima del trafugamento, una riproduzione fotografica realizzata da Alinari verso la fine dell' Ottocento, apponendo agli angoli dell' immagine in bianco e nero la vistosa dicitura «rubato» in italiano, inglese e tedesco, oltre a una didascalia esplicativa che chiama appunto in causa i responsabili del furto: i soldati della Wehrmacht che occupavano Firenze.

cornelius gurlitt 2

 

«Saremo ben lieti di rimuovere questa memoria fotografica quando agli Uffizi sarà restituito l' originale» è la speranza espressa dal direttore. Al di là del-l' effetto mediatico, il gesto vuol far conoscere al grande pubblico un capolavoro ben noto nell' ambiente degli studiosi d' arte, scoraggiandone al tempo stesso l' acquisto da parte di qualche collezionista sprovveduto o privo di scrupoli.

 

eike schmidt vaso di fiori jan van huysum

Il delizioso Vaso di fiori, olio su tela di dimensioni abbastanza contenute, 47 per 35 centimetri, di Jan van Huysum (Amsterdam 1682 - 1749), era stato acquistato da Leopoldo II nel 1824 per la sua quadreria all' interno della Galleria Palatina appena fondata. Per più di un secolo rimase esposto nella Sala dei Putti, insieme alle altre nature morte olandesi presenti nella straordinaria collezione del granduca. Nel 1943, Palazzo Pitti venne evacuato e le opere trasferite prima nella residenza medicea di Poggio a Caiano, poi, sempre sulle rive dell' Arno, a Villa Bossi Pucci.

 

kunstschutz 3

Le truppe naziste in ritirata prelevarono l' opera di van Huysum insieme a moltissime altre che, chiuse in apposite casse, furono ammassate a Castel Giovo, in provincia di Bolzano. La cassa in cui era riposto il Vaso di Fiorivenne trovata aperta e della tela si perse ogni traccia. Fino al 1991, quando ricomparve nella Germania da poco riunificata.

 

kunstschutz 1

La storia prosegue fino a oggi con diversi intermediari che hanno tentato più volte e a vario titolo di mettersi in contatto con le autorità italiane, chiedendo un riscatto per la riconsegna dell' opera, tant' è che la procura di Firenze ha aperto un' inchiesta al riguardo. Il quadro trafugato è già di proprietà dello Stato italiano e non è quindi alienabile né acquistabile. «A causa di questa vicenda che intacca il patrimonio delle Gallerie degli Uffizi, le ferite della seconda Guerra Mondiale e del terrore nazista non sono ancora rimarginate - sottolinea l' appello di Eike Schmidt -. La Germania dovrebbe abolire la prescrizione per le opere rubate durante il conflitto e fare in modo che esse possano tornare ai loro legittimi proprietari Esiste comunque un dovere morale di restituire quest' opera al nostro museo: e mi auguro che lo Stato tedesco possa farlo quanto prima, insieme, ovviamente, ad ogni opera d' arte depredata dall' esercito nazista».

cornelius gurlitt

 

Qualche anno fa, suscitò scalpore il caso di Cornelius Gurlitt, il collezionista deceduto nel 2014 a 81 anni e figlio del principale mercante d' arte del Reich nazista. Gurlitt aveva accumulato più di 1.500 opere - il cosiddetto «tesoro di Hitler» - recuperate e sequestrate per la maggior parte nel 2012 in un vecchio appartamento a Monaco di Baviera. Il sospetto fondato era che le opere - capolavori tra l' altro di Picasso, Matisse, Chagall, Renoir, Monet - fossero state sottratte illegittimamente ai loro proprietari in Germania e nelle zone occupate durante la guerra.

 

eike schmidt vaso di fiori jan van huysum 3

Gli esperti riuscirono a identificare la provenienza illegale di poche tele e la collezione Gurlitt è stata alla fine ereditata dal Museo d' arte di Berna. Anche sull' onda di questo caso, nel 2014 il governo tedesco ha restituito al Museo nazionale di Varsavia un dipinto del veneziano Francesco Guardi (1712-1793), depredato dalle truppe naziste nel 1939. In Italia, all' indomani dell' 8 settembre 1943, i tedeschi diedero vita al Kunstschutz, uno speciale reparto della Wehrmacht diretto da un colonnello delle SS, il professor Alexander Langsdorff.

 

kunstschutz 4

Il suo compito era di proteggere il patrimonio artistico della penisola dai danni collaterali provocati dall' avanzata angloamericana, un intento "nobile" che nascondeva in realtà un secondo fine: la razzia sistematica delle opere presenti sul territorio italiano. Va a Rodolfo Siviero (Guardistallo, Pisa, 1911 - Firenze 1983) il merito di aver salvato molte delle opere trafugate. Plenipotenziario dell' Ufficio recuperi, istituito nel dopoguerra dal governo De Gasperi, Siviero si recò in Germania a capo della missione diplomatica per la restituzione delle opere d' arte stipate nei depositi tedeschi.

vaso di fiori di jan van huysum

 

Rientrarono così in Italia la Danae di Tiziano, appartenente al Museo di Capodimonte ma regalata nel '44 a Göring per il suo compleanno, l' Apollo proveniente da Pompei, l' Hermesdi Lisippo, il Discobolo Lancellotti, la Leda del Tintoretto. Quello delle restituzioni dei capolavori trafugati negli anni Quaranta è purtroppo un capitolo ancora aperto. La speranza è che si facciano ulteriori passi in avanti, che l' appello di Eike Schmidt venga raccolto e il Vaso di Fiori di van Huysum ritorni agli Uffizi.

cornelius gurlitt 3cornelius gurlitt 1kunstschutz

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…

donald trump volodymyr zelensky giorgia meloni keir starmer emmanuel macron ursula von der leyen

DAGOREPORT – IL "DIVIDE ET IMPERA" DEL TRUMPONE: TENTA DI SPACCARE IL RIAVVICINAMENTO TRA GRAN BRETAGNA E UNIONE EUROPEA EVITANDO DI PORRE DAZI SUI PRODOTTI "MADE IN ENGLAND" – STARMER SE NE FOTTE, ABBRACCIA ZELENSKY E SI ERGE A NUOVO LEADER DELL’EUROPA (PARADOSSALE, DOPO LA BREXIT) – OGGI, PRIMA DELLA RIUNIONE DEI LEADER EUROPEI A LONDRA, BILATERALE TRA IL PREMIER BRITANNICO E GIORGIA MELONI, PER CAPIRE CHE ARIA TIRA NELL’“ANELLO TRUMPIANO DELL’EUROPA” - SPACCATURA NELLA LEGA PER IL TRUMPIAN-PUTINISMO DI SALVINI - SCETTICISMO CRESCENTE IN FRATELLI D’ITALIA (FAZZOLARI, URSO E LOLLOBRIGIDA SI SMARCANO DALLA LINEA PRO- KING DONALD) – SCHLEIN E CONTE IN BANCAROTTA - LA PARALISI DEI DEMOCRATICI AMERICANI: AVETE SENTITO LA VOCE DI OBAMA, CLINTON E BIDEN?

volodymyr zelensky donald trump jd j.d. vance

DAGOREPORT - ZELENSKY È CADUTO IN UN TRANELLO, STUDIATO A TAVOLINO: TRUMP E JD VANCE VOLEVANO MORTIFICARLO E RIDURLO ALL’IMPOTENZA CON LA SCENEGGIATA NELLO STUDIO OVALE, DAVANTI AI GIORNALISTI E ALLE TELECAMERE - D’ALTRO CANTO LA VERA DIPLOMAZIA NON SI FA CERTO “ON AIR”, DAVANTI ALLE TELECAMERE E A MICROFONI APERTI - TRUMP E JD VANCE HANNO CONSEGNATO UN ‘PIZZINO’ IN STILE CAPOCLAN: TACI, PERCHÉ SENZA DI NOI SEI FINITO. DUNQUE, OBBEDISCI. E DIRE CHE GLI SHERPA UCRAINI E STATUNITENSI AVEVANO TROVATO PERSINO UN ACCORDO DI MASSIMA SULLE VARIE QUESTIONI APERTE, COME L’ACCORDO-CAPESTRO PER KIEV SULL’ESTRAZIONE DELLE TERRE RARE (UN TRATTATO CHE DI FATTO AVREBBE PERMESSO AGLI USA DI SPOLPARE IL SOTTOSUOLO UCRAINO PER GLI ANNI A VENIRE)… - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagirone philippe donnet andrea orcel unicredit generali

DAGOREPORT – GENERALI DELLE MIE BRAME: L’AGO DELLA CONTESA POTREBBE ESSERE ANDREA ORCEL, BANCHIERE IRRAGGIUNGIBILE NEL CAMPO DELLE ACQUISIZIONI E FUSIONI. L’AD DI UNICREDIT, CHE HA IN TASCA IL 5,2% DEL LEONE DI TRIESTE (UN ALTRO 5 SAREBBE NEL CASSETTO) ASPETTERÀ L’ULTIMO MINUTO PER DECIDERE CON CHI STARE, IN BASE A QUALI VANTAGGI OTTERREBBE UNICREDIT (BANCA GENERALI? BPM? MEDIOBANCA?) – ALTRO NODO: IL 4,82% DI BENETTON - IN CASO DI SCONFITTA DEL DUO FILOGOVERNATIVO CALTA-MILLERI SUL LEONE DI TRIESTE, DIPENDERÀ IL FUTURO DI MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS. POTREBBE ANCHE SUCCEDERE L’ARRIVO DI UN CAVALIERE BIANCO (BANCA INTESA? UNICREDIT?) CON UNA CONTRO OPA…