L’AUTORITARISMO DEI “BUONI” - IL PATRON DI PASTA RUMMO VIENE BOICOTTATO SUI SOCIAL PER AVER OSPITATO SALVINI NELLO STABILIMENTO: “DOVEVO CHIUDERGLI LA PORTA IN FACCIA? QUESTA NON È DEMOCRAZIA. DA ME SONO VENUTI ANCHE GENTILONI E ANDREA ORLANDO. NON CHIEDO TESSERE DI PARTITO ALLE ISTITUZIONI. PREOCCUPATO? PER NIENTE. LE PERSONE SANE CAPISCONO BENISSIMO E CONTINUANO A COMPRARE LA NOSTRA PASTA”… - VIDEO
Il ministro delle Infrastrutture mentre calibra le mezze penne di Rummo https://t.co/49L6D4AdMq pic.twitter.com/xiYO0hgNBk
— nonleggerlo (@nonleggerlo) January 20, 2024
Simona Brandolini per corriere.it -Estratti
SALVINI E LA VISITA AL PASTIFICIO RUMMO
Da #saveRummo a #boicottaRummo è un attimo. Sui social. Dalle stelle alle stalle, così ha deciso il tribunale del web. Nel 2015 lo stabilimento della sannita Rummo, azienda leader mondiale nella produzione di pasta, fu travolta da un’alluvione. Grazie agli operai e al tam tam social rinacque letteralmente dal fango. Da ieri invece l’hashtag è tra i trend negativi del momento su X per la visita del vicepremier Matteo Salvini (con tanto di video postato su TikTok). Tra meme, attacchi e difese l’azienda di Benevento è al centro dell’ennesima polemica social-politica.
Cosimo Rummo stanno piovendo critiche perché ha accolto il leader leghista «che è contro il Sud», è la critica. Che effetto le fa essere bersagliato?
«Sono letteralmente senza parole. Il ministro delle Infrastrutture viene a fare investimenti a Benevento, chiede di venire a visitare lo stabilimento, non capisco cosa vogliano: dovevo chiudergli la porta in faccia? Non capisco. Tra l’altro c’era anche l’ex sottosegretario Pd Umberto del Basso de Caro con la delegazione».
Non sarà il primo politico ad aver visitato la sua azienda, no?
«Appunto. Ho avuto in visita Gentiloni da premier, Andrea Orlando quando era ministro. Siamo un punto di riferimento nel Sud per l’eccellenza della nostra produzione, è un onore e un orgoglio poter accogliere le istituzioni. Al di là delle idee politiche, esistono le regole della buona educazione e del rispetto delle cariche. Io non chiedo la tessera di partito a nessuno quando entra a casa mia. Le aziende hanno un valore sociale. Io lavoro con tutto il mondo».
È singolare il corto circuito: nel 2015 i social chiedevano di salvare la Rummo, ora di boicottarla.
«Rimango dispiaciuto e meravigliato per il livello di democrazia e educazione che c’è in Italia. Siamo un’azienda aperta a tutti. Non capisco che cosa contestino».
Ripeto: che Salvini sia contro il Sud, questa è la contestazione.
SALVINI E LA VISITA AL PASTIFICIO RUMMO
«Allora ribaltiamo il ragionamento. Tanto più se fosse vero, visitando lo stabilimento si è reso conto che esiste un Mezzogiorno tutt’altro che figlio di un Dio minore, noi siamo avanguardia mondiale e lavoriamo nel Sud Italia. Siamo l’unica azienda al mondo che ha la tenuta di cottura certificata. Il 90 per cento dei nostri collaboratori è del Sud. Siamo la dimostrazione che il Meridione è efficiente e capace».
Ma come se lo spiega?
«Non me lo so spiegare, servirebbe uno psichiatra. La verità è che non si parla delle cose reali, dei problemi dell’impresa, dell’economia. Sento linguaggi e pensieri non realisti. È un mondo alla rovescia. Questa non è democrazia. Invece di occuparsi di temi seri. Io, per esempio, non trovo lavoratori. E noi certo non facciamo contratti in nero. Si entra con uno stipendio medio di 1700-1800 euro al mese».
Ma è preoccupato?
«Per niente. Le persone sane capiscono benissimo e continuano a comprare la nostra pasta»
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