juan de la cruz barros bergoglio

LA PEDOFILIA TUTTE LE EMINENZE SI PORTA VIA - PAPA FRANCESCO ACCETTA LE DIMISSIONI DI TRE VESCOVI CILENI: TRA LORO ANCHE MONSIGNOR JUAN DE LA CRUZ BARROS, NOMINATO PROPRIO DA BERGOGLIO - IL PONTEFICE LO AVEVA SEMPRE DIFESO PUBBLICAMENTE, CONFERMANDOLO NEL SUO INCARICO NONOSTANTE LE ACCUSE DI AVER COPERTO LE VIOLENZE SESSUALI SU MINORI DELL’ABUSATORE SERIALE PADRE FERNANDO KARADIMA

Francesco Antonio Grana per https://www.ilfattoquotidiano.it

 

PAPA BERGOGLIO IN CILE

Sulla pedofilia del clero cileno Papa Francesco fa molto sul serio. Bergoglio ha accettato le dimissioni di tre vescovi del Paese latinoamericano. Tra essi spicca il nome del contestatissimo monsignor Juan de la Cruz Barros Madrid, che dal 2015 guidava la diocesi di Osorno, considerato il figlio spirituale dell’abusatore seriale padre Fernando Karadima. Amico personale di Francesco, dopo 11 anni alla guida dell’Ordinariato Militare cileno, nel 2015 Barros è stato nominato proprio da Bergoglio vescovo di Osorno.

 

PAPA BERGOGLIO IN CILE

Fin dal momento del suo insediamento le polemiche dei fedeli e delle vittime degli abusi di padre Karadima sono state violentissime. Ma il Papa non aveva voluto mai prenderle in seria considerazione difendendo sempre pubblicamente monsignor Barros e confermandolo nel suo incarico nonostante le accuse di aver coperto gli abusi sessuali su minori di Karadima.

 

Durante il viaggio in Cile, nel gennaio 2018, il Papa ha più volte manifestato la sua stima nei confronti dell’ormai ex vescovo di Osorno abbracciandolo pubblicamente durante le diverse celebrazioni che ha presieduto nel Paese latinoamericano. In quei giorni Bergoglio ha incontrato alcune vittime degli abusi, ma non quelle di padre Karadima. E ad alcuni giornalisti cileni ha affermato: “Il giorno che avremo una prova contro il vescovo Barros parlerò. Non c’è una sola prova d’accusa. Le altre sono tutte calunnie, chiaro?”.

PAPA BERGOGLIO IN CILE

 

Parole che hanno subito irritato uno dei più stretti collaboratori del Papa nella lotta alla pedofilia, il cardinale Sean Patrick O’Malley, presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori. “È comprensibile – ha affermato il porporato – che le dichiarazioni di Papa Francesco siano state fonte di grande dolore per i sopravvissuti agli abusi sessuali da parte del clero”.

 

Immediato è stato il mea culpa del Papa che sul volo di ritorno a Roma ha affermato: “Devo chiedere scusa perché la parola ‘prova’ ha ferito tanti abusati. È una parola di traduzione del principio legale e ha ferito, e chiedo loro scusa se li ho feriti senza accorgermi, ma è una ferita fatta senza volerlo. E a me questo fa tanto dolore, perché io li ricevo, e in Cile ne ho ricevuti due, che si sanno; e ce ne sono stati altri più di nascosto. So quanto soffrono. Sentire che il Papa dice loro in faccia ‘portatemi una lettera con la prova’, è uno schiaffo.

 

PAPA BERGOGLIO IN CILE

E adesso io mi accorgo che la mia espressione non è stata felice, perché non ho pensato a questo. E capisco, come dice l’apostolo Pietro in una delle sue Lettere, l’incendio che si è sollevato. Questo è quello che io posso dire con sincerità. Barros resterà lì se io non trovo il modo di condannarlo. Io non posso condannarlo se non ho, non dico prove, se non ho evidenze. E ci sono tanti modi per arrivare a un’evidenza”.

 

Ma dopo quella vicenda l’atteggiamento del Papa sulla piaga della pedofilia del clero cileno e sulle gravi omissioni e complicità dei vescovi del Paese è completamente cambiato. Francesco ha subito inviato in Cile a indagare monsignor Charles Scicluna, arcivescovo di Malta e presidente del Collegio per l’esame dei ricorsi in materia di pedofilia presso la Congregazione per la dottrina della fede, insieme con padre Jordi Bertomeu.

PAPA BERGOGLIO IN CILE

 

Al loro ritorno i due hanno consegnato a Bergoglio un report di ben 2300 pagine con 64 testimonianze. Il Papa ha quindi ricevuto in Vaticano prima le tre principali vittime di padre Karadima, Juan Carlos Cruz, James Hamilton e Jose Andrés Murillo, e poi tutti i vescovi del Cile che, proprio durante questo incontro, hanno consegnato a Bergoglio le loro dimissioni. Successivamente Francesco ha ricevuto anche cinque preti che sono stati vittime di abusi di potere, di coscienza e sessuali da parte di padre Karadima.

 

Karadima

Oltre a Barros, che ha 62 anni, il Papa ha mandato in pensione anche monsignor Cristián Caro Cordero, arcivescovo di Puerto Montt, e monsignor Gonzalo Duarte García de Cortázar, vescovo di Valparaíso. Questi ultimi due hanno entrambi superato i 75 anni, l’età canonica delle dimissioni, e la loro rinuncia è abbastanza scontata anche se non sono mancate accuse nei loro confronti di aver coperto gli abusi.

 

Al loro posto Francesco non ha nominato altri vescovi bensì tre amministratori apostolici: a Osorno monsignor Jorge Enrique Concha Cayuqueo, vescovo ausiliare di Santiago del Cile; a Puerto Montt padre Ricardo Basilio Morales Galindo, provinciale dei mercedari in Cile; e a Valparaíso monsignor Pedro Mario Ossandón Buljevic, vescovo ausiliare di Santiago del Cile.

JUAN DE LA CRUZ BARROS

 

Un capitolo tutt’altro che concluso. Nei prossimi giorni, infatti, monsignor Scicluna e padre Bertomeu torneranno nella diocesi di Osorno per proseguire la loro inchiesta sulla pedofilia del clero. Mentre si attende che Francesco si esprima sulle dimissioni di tutti gli altri vescovi cileni tra cui il presidente della Conferenza episcopale e arcivescovo di Santiago del Cile, il cardinale Ricardo Ezzati Andrello.

 

Senza dimenticare che il suo diretto predecessore, il cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa, è stato nominato dal Papa nel “C9”, il consiglio di porporati che lo aiuta nel governo della Chiesa e nella riforma della Curia romana. Anche Errázuriz Ossa è oggetto dei durissimi attacchi delle vittime degli abusi che lo accusano di aver coperto per anni la pedofilia del clero cileno.

Ultimi Dagoreport

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...