luca zaia

PROTESTARE COSTA CARO - AUMENTANO I CONTAGIATI COVID IN VENETO E ALTO ADIGE, ZAIA CONDANNA I CORTEI DOVE NON SI FA USO DI MASCHERINE: "INTOLLERABILI. EVITIAMO QUELLO CHE E' SUCCESSO A TRIESTE, UN FOCOLAIO DI 100 POSITIVI" - INTANTO OGGI E' ATTESA LA DECISIONE FINALE SUL DESTINO DEI VACCINATI CON JOHNSON & JOHNSON - CHI HA OPTATO PER LA MONODOSE DOVRA'...

Margherita De Bac per "Il Corriere della Sera"
 

trieste no green pass

Peggiorano i numeri del Covid, le Regioni temono il peggio, il Cts tranquillizza. In Veneto il governatore Luca Zaia ha condiviso le preoccupazioni con i direttori generali delle aziende sanitarie: «Gli ospedali reggono ma i contagi salgono a causa delle molteplici occasioni di assembramento e alle manifestazioni di piazza. Stiamo entrando in una fase critica, la stagione fredda non ci favorisce. Occorre prudenza, la vaccinazione da sola non basta». Zaia condanna i cortei dove non si fa uso di mascherine: «Intollerabili. Evitiamo quello che è successo a Trieste, un focolaio di 100 positivi».
 

protesta dei portuali a trieste

Ancora più allarmato il presidente della provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher. In Alto Adige, roccaforte dei no vax, «le cifre sono in rialzo». «Al basso tasso di vaccinati - sottolinea Kompatscher - corrisponde un maggior numero di infezioni. Il rischio è di dover imporre misure più restrittive. Stiamo vivendo una situazione analoga a quella di Austria e Germania».
 
Nella provincia i controlli sono stati intensificati. Però il coordinatore del comitato tecnico scientifico Franco Locatelli rincuora: «La situazione non è fuori controllo. Anzi, è la più favorevole in Europa». E infatti altri governi si preparano a chiudere. Il premier olandese Mark Rutte ha annunciato il ritorno all'obbligo di mascherina al chiuso.
 

luca zaia

Oggi è attesa la decisione finale dell'agenzia del farmaco Aifa sul «destino» dei vaccinati con l'unica dose di Johnson&Johnson. Sono tutti d'accordo, in linea con gli altri enti tecnici nazionali, di prevedere un richiamo con un vaccino a mRna (Pfizer/BioNTech, Moderna), quindi attuando lo schema cosiddetto eterologo visto che J&J (come AstraZeneca) è preparato con la tecnologia del vettore virale.
 
Il milione e 600 mila italiani che tra maggio e metà giugno hanno optato per il monodose dovranno tornare ai centri di somministrazione molto probabilmente a partire dai 6 mesi dopo il primo e unico inoculo. La stessa tempistica indicata alle categorie per le quali è raccomandata la terza iniezione (over 60, immunodepressi, fragili) dopo le precedenti due a base di Pfizer, Moderna e AstraZeneca.
 

Gli ultimi studi aggiornati hanno mostrato un progressivo «decadimento» degli anticorpi. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa chiarisce: «L'intendimento è utilizzare i vaccini a mRna anche prima della scadenza dei 6 mesi, per chi vuole». Perché l'eterologa? Di fatto i composti basati sul vettore virale in Italia non esistono più. Sono caduti in disuso dopo tutti i problemi inerenti i rischi di effetti collaterali gravi (rare forme di trombosi) e la conseguente raccomandazione di non immunizzare con questi composti gli under 60.
 

AstraZeneca

Le scorte rimanenti, circa 54 milioni, sono state portate nei frigo dell'aeroporto militare di Pratica di Mare e in parte già donate ai Paesi del Terzo Mondo nel rispetto degli impegni internazionali e per evitare che diventino inservibili a causa della scadenza imminente.

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