george pell papa francesco bergoglio

PELL TORNA, È TUTTO PERDONATO – MEZZ’ORA SCARSA: TANTO È DURATA L'UDIENZA DI BERGOGLIO AL CARDINALE GEORGE PELL IN VATICANO - ERA LA PRIMA VOLTA CHE IL PORPORATO AUSTRALIANO VEDEVA IL PAPA DA QUANDO È FINITO NEL TRITACARNE DEL PROCESSO PER ABUSI SU MINORI, TRE ANNI FA, CON LA GENTE CHE GLI DAVA DEL MOSTRO E GRIDAVA “BRUCERAI ALL’INFERNO” – LO SCANDALO BECCIU, L'UMILIAZIONE, LA SOLITUDINE E L'ASSOLUZIONE

 

1 - IL PAPA RICEVE PELL, ASSOLTO PER GLI ABUSI «LE DICO GRAZIE PER LA TESTIMONIANZA»

Gian Guido Vecchi per il “Corriere della Sera”

papa francesco riceve george pell 1

 

Il Papa che sorride e gli stringe con calore la mano, «è un piacere rivederla», poi dice: «Grazie per la sua testimonianza». E mentre lui china il capo, «grazie a lei, Santo Padre», Francesco gli ripete: «Grazie. Più di un anno...». Il riferimento è ai 404 giorni passati in una cella di isolamento per pedofili, prima del proscioglimento definitivo.

 

E le immagini diffuse dai media vaticani si mostrano come una sorta di risarcimento morale, per il cardinale australiano George Pell, che all'uscita si limita a dire: «Com' è andata? Molto bene».

 

papa francesco george pell

Quella di ieri mattina era un'udienza molto attesa: la prima volta che Pell vedeva il Papa tre anni dopo la sua partenza da Roma per affrontare un processo per abusi sessuali su minori, la gente che gli gridava «sei un mostro» e «brucerai all'inferno, maniaco» fuori dal tribunale, la condanna in primo grado e in appello e la cella di sette metri per due in un carcere di massima sicurezza, infine l'assoluzione dell'Alta corte australiana, il ritorno in libertà e di lì a poco lo scandalo degli investimenti nella Segreteria di Stato che ha travolto il cardinale Angelo Becciu, suo storico avversario quando Pell era il potente prefetto della Segreteria per l'Economia e Becciu il Sostituto della Segreteria di Stato che gestiva le operazioni finanziarie della Terza Loggia.

INCONTRO TRA GEORGE PELL E PAPA FRANCESCO SULL OSSERVATORE ROMANO

 

Nell'inchiesta della magistratura vaticana si indaga anche su 700 mila euro di bonifici che sarebbero finiti in Australia, il legale del cardinale Pell ha chiesto una «indagine internazionale» per verificare se hanno tentato di incastrarlo, Becciu ha parlato di «assoluta falsità».

 

La mattina in cui Pell venne prosciolto, il Papa a Santa Marta disse: «In questi giorni abbiamo visto la persecuzione che ha subito Gesù e come i dottori della Legge si sono accaniti contro di lui: è stato giudicato con accanimento, essendo innocente. Io vorrei pregare oggi per tutte le persone che soffrono una sentenza ingiusta per l'accanimento».

 

george pell da papa francesco

Ed è inevitabile che nel corso dell'udienza, durata mezz' ora, il Papa e il cardinale abbiano parlato del processo e dell'esperienza in carcere, come pure delle vicende che hanno convinto Francesco a far dimettere Becciu e togliergli «i diritti e le prerogative» della porpora. Lo stesso Pell, dall'Australia, aveva annunciato da mesi il suo arrivo in Italia: quando partì, nel giugno 2017, non pensava sarebbero passati tre anni e così voleva rientrare nel suo appartamento in piazza della Città Leonina per fare il trasloco prima di tornare in patria.

 

NUOVE INDAGINI SU GEORGE PELL

Dopo l'udienza drammatica di Francesco a Becciu, il 24 settembre, Pell aveva diffuso un comunicato eloquente: «Il Santo Padre è stato eletto per pulire le finanze vaticane. La partita è lunga e bisogna ringraziarlo e fargli le congratulazioni per gli ultimi sviluppi». Poi è arrivato a Roma il 30 settembre, «è un piacere essere qui». Ma «non c'è nessuna connessione tra le due vicende», ha chiarito il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato: «Non c'è stata nessuna convocazione da parte del Papa, è stato lui che ha chiesto di venire a Roma per chiudere la sua permanenza, perché aveva l'appartamento. Non so quali siano i suoi progetti».

 

becciu

Nel frattempo Pell ha superato i 79 anni e Francesco ha nominato prefetto dell'Economia il gesuita Juan Antonio Guerrero, il Vaticano ha voltato pagina. Da oggi il Papa tornerà a incontrare il Consiglio dei sei cardinali - in videoconferenza, causa pandemia - per completare la riforma della Curia. Restano le vecchie ruggini e una storia ancora da chiarire. «Con il cardinale Pell c'è stato contrasto professionale perché lui voleva applicare leggi che non erano state promulgate», ha raccontato lo stesso Becciu: Pell gli fece «un interrogatorio» per sapere «se credevo nella riforma, se ero contro la corruzione»; un'altra volta «mi disse: lei è un disonesto, e io ho perso la pazienza». Questo era il clima tra cardinali.

Gerald Ridsdale e George Pell

 

2 - IL PAPA E PELL, DOPO I VELENI INCONTRO AD ALTA TENSIONE

Franca Giansoldati per “il Messaggero”

 

La cifra dell' incontro è racchiusa in una piccola fotografia pubblicata sull' ultima pagina dell' Osservatore Romano, quasi nascosta, con sopra scritto: Udienza del Pontefice al cardinale George Pell. Sul giornale del Papa è l' ultima cosa che si nota in basso a destra, nello spazio delle attività di routine, benché ieri la notizia fosse tutt' altro che di routine. Anzi. Era talmente consistente che ha fatto subito il giro del mondo.

 

Il Papa e il cardinale australiano sono seduti, uno di fronte all' altro, intenti a conversare.

Cecilia Marogna e Becciu

Francesco sembra quasi ritrarsi, appoggiato allo schienale, con un sorriso di circostanza. Dall' audio registrato il Papa gli rende l' onore delle armi. «Grazie per la sua testimonianza dopo un anno...» Peccato solo che il filmato diffuso dal Vaticano sia stato troncato lasciando incompleta - ma facilmente immaginabile - la frase a proposito dell' anno trascorso in carcere da Pell.

 

SOLITUDINE

LA POLIZIA FA VISITA A GEORGE PELL

L' ex Prefetto dell' economia vaticana ieri mattina tornava a metter piede nel Palazzo Apostolico dopo un processo per pedofilia durato tre anni. Prima di essere assolto dall' Alta Corte ha trascorso in carcere, in isolamento, 400 giorni dove ha sperimentato la solitudine e l' umiliazione più totale.

 

Nelle foto di rito, scattate prima del colloquio, il Papa in piedi accanto a lui sembra piccolo piccolo. Pell ha le spalle più incurvate ma la corporatura dell' ex giocatore di rugby capace di assorbire duri colpi. «Che piacere di vederla». «Il piacere è mio Santità, questo è il mio segretario Josef» gli ha risposto Pell.

GEORGE PELL

 

Si sono stretti la mano con slancio, incuranti di mantenere le distanze sociali, entrambi senza mascherina, poi si sono accomodati e le porte si sono chiuse. Il faccia faccia è durato in tutto trenta minuti, compreso il tempo per le foto. Considerando la portata dell' incontro non è poi un granché. Più tardi l' entourage papale si è premurato di far sapere che c' era «un clima di grande cordialità».

 

I veleni e le inchieste di questi giorni hanno fatto da corollario al colloquio così come la pesantezza di questi tre anni di confino. Per Pell è difficile dimenticare quando nel 2017 ha lasciato Roma, la sua' famiglia cardinalizia, il suo lavoro per difendersi da accuse orribili.

 

Avrebbe potuto fare come il defunto cardinale americano Bernard Law (sepolto a Santa Maria Maggiore nonostante abbia insabbiato un orribile caso di pedofilia a Boston). Invece Pell, spronato dal Papa, ha affrontato tutti i gradi del processo sperimentando l' abbandono. Pochissimi, infatti, sono stati i cardinali che si sono fatti vivi.

 

Giovanni Angelo Becciu

Nemmeno Papa Francesco, in quel periodo, sembra lo abbia fatto. Cosa che troverebbe conferma nelle dichiarazioni rilasciate da Pell quando è uscito di prigione. Ha ringraziato tutti la famiglia, i sostenitori che gli hanno pagato le spese legali, i consiglieri, il team dei legali e gli amici - ma ha taciuto sul Papa rendendo ancora più macroscopica la dimenticanza.

 

INTRIGO

GEORGE PELL PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

Come un intrigo di corte sul suo processo pesano tanti sospetti; lo stesso Pell è convinto che qualcuno in Vaticano si sia mosso nell' ombra per neutralizzarlo. E' per questo che quando ha saputo della defenestrazione del cardinale Becciu decisa dal Papa con l' accusa di peculato prima di partire per Roma e riprendere possesso del suo vecchio appartamento, ha diffuso un comunicato sibillino nel quale ringraziava Francesco per la pulizia in corso «nelle stalle vaticane» augurandosi pulizia «anche in quelle di Victoria», alludendo allo Stato australiano dove si è svolto il processo.

angelo becciu papa francesco 2

 

Nel frattempo l' inchiesta sull' immobile a Londra ha portato alla luce un misterioso bonifico diretto in Australia per 700 mila euro per il tramite di una donna, una specie di Mata Hari, incaricata da Becciu di svolgere «incarichi istituzionali». Sospetti e veleni che difficilmente sono stati tenuti fuori da quei 30 minuti di udienza. Uscendo Pell è stato intercettato. Come è andata? «Molto bene». Qualche sassolino è possibile se lo sia tolto dalla scarpa. Il Papa gli ha comunque manifestato la sua solidarietà: «Dispiaciuto per il trattamento che ha subito»

angelo becciugeorge pell George PellGEORGE PELLGeorge Pell George Pell GEORGE PELL HARRY POTTERGEORGE PELL

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…