eduard irinel ciobanu

IL PENTIMENTO DI EDUARD IRINEL CIOBANU, IL PORTUALE NO PASS DI TRIESTE RICOVERATO IN SUB-INTENSIVA PER COVID: "MI HANNO BUCATO DAPPERTUTTO PER SALVARMI PERCHÉ MI HANNO DETTO CHE I POLMONI SONO VERAMENTE DISTRUTTI" - "SONO UNO CHE NON HA PROPRIO CREDUTO AL VIRUS, PERÒ ORA HO CAMBIATO IDEA: IL COVID NON È DA SOTTOVALUTARE. È ARRIVATA UNA PERSONA, LO HANNO PROVATO A INTUBARE, MA LUI HA DETTO: "IO NON CREDO A QUESTO, LASCIATEMI STARE". È MORTO POCO DOPO…"

EDUARD IRINEL CIOBANU

Benedetta Moro per il "Corriere della Sera"

 

C'era anche lui al varco 4 nelle giornate di protesta contro il green pass, capeggiate da Stefano Puzzer. Faceva il duro e puro. «E adesso sono qua», dice Eduard Irinel Ciobanu, 47 anni, portuale di origini romene ricoverato nel reparto Pneumo Covid dell'ospedale di Cattinara, a Trieste. Quando il respiro è diventato affannoso ha cambiato idea in fretta: «Non bisogna sottovalutare il Covid». In poco tempo è diventato un no vax pentito. Lo dice ai microfoni del giornalista di Non è l'Arena , il programma di Massimo Giletti su La7 , entrato nel reparto per intervistare i pazienti. Per respirare meglio adesso Eduard ha dei tubicini nel naso.

 

«Mi hanno bucato dappertutto per salvarmi - racconta -, perché mi hanno detto che i polmoni sono veramente distrutti». Chissà se aveva in mente queste immagini, di lui allettato in semi-intensiva, quando aveva deciso di scendere in piazza. Al momento non è certo dove abbia contratto il Covid. Probabilmente non alle proteste, che ormai risalgono a più di un mese fa. La moglie è a casa che lo aspetta con il figlio. È in pena per lui, dicono gli amici. Molti di loro lavorano all'Agenzia per il lavoro portuale del Porto di Trieste, la stessa azienda partecipata dell'Autorità portuale da cui è stato licenziato Fabio Tuiach.

EDUARD IRINEL CIOBANU

 

Il motivo principiale ormai è noto: aveva preso parte alle manifestazioni nonostante risultasse in malattia. E poi l'ex campione di pugilato ed ex consigliere comunale per Lega e Forza Nuova era rimasto a casa perché aveva contratto il Covid. Per lui niente ospedalizzazione però. «Infatti è come un'influenza», ha sostenuto più volte in queste settimane, affermando inoltre come il suo contagio si deve attribuire agli idranti utilizzati il 18 ottobre dalla polizia per liberare il presidio al varco 4. Ciobanu non era molto distante dalle sue idee.

 

EDUARD IRINEL CIOBANU

«Ecco, io sono uno che non ha proprio creduto al virus, sono stato molto rigido - evidenzia -, però ora ho cambiato idea: il Covid non è da sottovalutare, bisogna stare sempre in guardia, per te e per gli altri. È l'unico modo, purtroppo è così». Ha visto con i suoi occhi chi ha continuato a sottovalu-tarlo: «È arrivata una persona - dice -, lo hanno provato a intubare, ma lui ha detto: "Io non credo a questo, lasciatemi stare". È morto poco dopo».

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