michele santoro maurizio avola

NERO AVOLA – PER SBUGIARDARE IL “PENTITO” MAURIZIO AVOLA, LA PROCURA DI CALTANISSETTA HA INTERCETTATO “CON MEZZI INVASIVI” MICHELE SANTORO E IL SUO COLLABORATORE, GUIDO RUOTOLO. AL CENTRO DELL’INDAGINE CI SONO LE DICHIARAZIONI RILASCIATE DAL COLLABORATORE DI GIUSTIZIA, PROTAGONISTA DEL LIBRO DI SANTORO, “NIENT’ALTRO CHE LA VERITÀ” – IL GIUDIZIO DEI PM SUL LAVORO DEI GIORNALISTI: (“HANNO SCELTO DI RECEPIRE IN MODO ACRITICO LE DICHIARAZIONI DI AVOLA, SENZA SVOLGERE UN VAGLIO CRITICO”) E LA REPLICA DI MICHELE…

Estratto dell'articolo di Marco Lillo per “il Fatto quotidiano”

 

michele santoro a dimartedi

La Procura di Caltanissetta indaga per calunnia aggravata il collaboratore di giustizia Maurizio Avola, protagonista del libro del 2021 di Michele Santoro “Nient’altro che la verità”.

 

Le clamorose rivelazioni del ‘pentito’ sulla sua asserita partecipazione alla strage del 19 luglio 1992 ai danni del procuratore Paolo Borsellino e della sua scorta, sarebbero balle. Smentite per i pm anche le autoaccuse di Avola per la strage di Capaci.

 

In questa indagine Michele Santoro e il suo collaboratore Guido Ruotolo sono stati intercettati (da terzi non indagati) con mezzi invasivi che si prestano a interrogativi sul rispetto del lavoro giornalistico.

 

MICHELE SANTORO - NIENT'ALTRO CHE LA VERITA

Agli atti c’è un intero faldone di intercettazioni ai danni dei due colleghi con tutti i mezzi: telefoniche con tracciamento; “dei dati e delle conversazioni telematiche mediante captatore informatico”; intercettate anche le conversazioni dei due con l’avvocato di Avola, Ugo Colonna, e quelle dei giornalisti nell’auto sulla quale nel febbraio 2022 andavano a Caltanissetta, convocati per sommarie informazioni dai pm.

 

Dopo l’esame (e l’intercettazione) i pm esprimono anche il giudizio sul lavoro altrui: i giornalisti avevano “in definitiva, operato la scelta di recepire in modo acritico le dichiarazioni rese da Maurizio Avola riportandone il contenuto nello scritto senza in alcun modo svolgere un vaglio critico”.

 

Le dichiarazioni del pentito per i pm “avrebbero potuto portare alla incriminazioni di soggetti estranei alla strage di via D’amelio ma ciò che è più grave a precludere ogni ulteriore possibile sviluppo investigativo rispetto alle piste, emerse in plurimi dibattimenti, del coinvolgimento nella fase ideativa ed esecutiva delle stragi di soggetti esterni a cosa nostra”.

 

gaspare spatuzza 6

Il collaboratore catanese raccontò (prima a Santoro e a Guido Ruotolo nel 2019 e poi ai pm nel gennaio 2020) di avere imbottito lui la Fiat 126 di tritolo; accusò il suo ‘superiore’ di Catania, Aldo Ercolano; fornì la chiave del giallo dell’uomo sconosciuto del garage avvistato nel garage dal collaboratore (sincero) Gaspare Spatuzza mentre imbottivano di esplosivo la 126. Per Avola sarebbe stato proprio Ercolano. [...]

 

Per i pm, Avola nelle conversazioni intercettate “si dice convinto che tra gli inquirenti vi sia la convinzione che le sue dichiarazioni siano frutto di un complotto finalizzato a depistare le indagini sulla strage di Via D'amelio, da egli stesso ordito con l'aiuto dell'avvocato Ugo Colonna, suo storico difensore e dei giornalisti Guido Ruotolo e Michele Santoro, quest'ultimo in contatto con appartenenti ai servizi segreti”.

 

strage via d amelio

Santoro replica: “È ciò che Avola attribuisce alle intenzioni ostili degli inquirenti su di me. Punto. Il nulla”. Sull’inchiesta poi Santoro spara: “Sono avvenute cose molto gravi. La Procura ha fatto un comunicato per smentire un libro prima ancora che fosse distribuito. Gli accertamenti a mio parere sono stati fatti per dimostrare che Avola non diceva la verità e non per andare a vedere se dicesse la verità. Comunque non sono stati raggiunti elementi dirimenti per sostenere che Avola non fosse presente in via D'amelio.

 

Tanto che il Gip ha respinto la richiesta di archiviare e ha fissato un'udienza per decidere cosa fare. La cosa più grave per me è la lesione della nostra libertà di giornalisti di condurre un'inchiesta: siamo stati intercettati e monitorati e poi siamo stati sentiti come testimoni senza i diritti che dovrebbero essere garantiti a chi di fatto era già trattato come un indagato. Comunque non hanno trovato traccia di qualsiasi attività scorretta nostra”.

Guido ruotolo roberto saviano

 

L’avvocato Ugo Colonna commenta: “Avola non è mai stato condannato per calunnia nonostante le denunce di personaggi potenti. Non ha chiesto il programma di protezione e ha scontato le sue pene, ottenendo sempre la diminuzione di pena. I pm scrivono che le sue dichiarazioni sarebbero eterodirette ma non c’è nessun elemento in tal senso”.

maurizio avolagaspare spatuzza 7strage via d'amelio 1strage via d'amelio 2michele santoro a dimartedi

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA