PISTORIUS RISCHIA 25 ANNI MA LA DIFESA SEGNA IL PRIMO GOL: OMICIDIO COLPOSO - OSCAR NON AVEVA LE PROTESI MENTRE SPARAVA ALLA FIDANZATA

Lorenzo Simoncelli per La Stampa

Il processo, che deciderà se il 14 febbraio scorso, Oscar Pistorius ha ucciso volontariamente la fidanzata Reeva Steenkamp, inizierà il 3 marzo del prossimo anno presso l'Alta corte di Pretoria.

Dopo settimane di intenso lavoro investigativo, il giudice Desmond Nair del tribunale di Pretoria, lo stesso, che, a febbraio, aveva concesso a Pistorius la libertà su cauzione, nell'udienza di ieri ha consegnato a «Blade Runner» il fascicolo con i capi d'imputazione. Omicidio premeditato e possesso illegale di munizioni per la calibro nove con cui Pistorius ha ucciso Reeva, che, per un crudele scherzo del destino, proprio nella giornata di ieri avrebbe compiuto 30 anni.

«Anche se pensava fosse un ladro, ha sparato con l'intenzione di uccidere», queste la pesante accusa nei confronti di Pistorius presente nel fascicolo realizzato dal Pm. Un'accusa che rimane pesantissima e che se il suo team di legali non riuscirà a derubricare in omicidio semplice, farebbe rischiare a Pistorius tra i 25 anni di carcere e l'ergastolo.

Fonti vicine alle indagini hanno, però, rivelato che gli ultimi esami balistici dimostrerebbero che, Pistorius, al momento dell'esplosione dei quattro colpi non stesse indossando le protesi, come ha sempre affermato l'ex atleta sudafricano.

Se confermato, sarebbe un punto decisivo per la difesa, che potrebbe quindi giocare sul fatto che la reazione di Pistorius è giustificabile data la sua disabilità. Non basta: alcuni testimoni quali affermano di aver udito la coppia litigare fino a tarda notte e di aver percepito un urlo di donna, seguito da qualche istante di silenzio e poi dai colpi.

Nel documento di otto pagine con i capi d'imputazione, il pm ha anche stilato i nomi dei 107 testimoni che dovranno comparire durante il processo. Tra questi quasi tutti protagonisti chiave di questa tragica vicenda. Lo zio e i fratelli di Pistorius; Hilton Botha, il primo investigatore rimosso dalle indagini per aver commesso errori sulla scena del crimine e alcune amiche di Reeva, tra cui Gina Myers, coinquilina della modella sudafricana e presente ieri in aula.

Pistorius, avvistato la scorsa settimana con amici ad Hermanus, nota località turistica vicino Città del Capo, tornava in aula dopo più di due mesi. Come da copione è arrivato su una Range Rover grigia ed è stato scortato dal fratello Carl e da una ventina di uomini della polizia all'interno dell'aula C del Tribunale di Pretoria, dove decine di giornalisti e fotografi lo aspettavano.

Forse per la ricorrenza del compleanno della fidanzata uccisa o forse per la presenza in aula di Gina Myers, una delle migliori amiche di Reeva, Pistorius si è più volte commosso, costringendo il fratello a dargli dei fazzoletti per asciugare le lacrime. Come era già accaduto in precedenza, prima che il giudice Nair facesse il suo ingresso in aula, la famiglia si è stretta mano nella mano in un'intensa preghiera.

Alla domanda del giudice sulle sue sensazioni, Pistorius ha risposto «in linea con la circostanza». Dietro di lui i suoi famigliari, i cui sguardi non si sono mai incrociati con quelli delle sorelle Myers, grandi amiche di Reeva, che prima dell'udienza, riferendosi alla notte del delitto, avevano twittato: «Sei mesi fa le nostre vite sono cambiate, siamo diventati un'altra famiglia con una storia e un futuro differente». Secondo alcuni legali, intercettati in aula, dato l'eccezionale numero di testimoni richiesti dall'accusa, sarà un processo lungo e pieno di interruzioni, che potrebbe durare anche anni.

 

 

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