1. IL PM ESPOSITO, FIGLIO DEL GIUDICE DI CASSAZIONE CHE HA CONDANNATO IL BANANA, ACCUSATO DA UN AVVOCATO: “VOLEVA CHE GLI PAGASSI L’AFFITTO, ANDAMMO INSIEME AD ARCORE, IL POMERIGGIO DEL 22 MAGGIO 2013, POCHI GIORNI DOPO LA REQUISITORIA DEL PROCESSO RUBY (13 MAGGIO), LA CONDANNA DELL’EX PREMIER NELL’APPELLO DEL PROCESSO SUI DIRITTI TV MEDIASET (8 MAGGIO), E IL RIGETTO IN CASSAZIONE (6 MAGGIO) 2. FERDINANDO ESPOSITO ERA FINITO NELLE CRONACHE GOSSIP PER LE USCITE CON NICOLE MINETTI IN PIENO SCANDALO OLGETTINE. ORA È ACCUSATO DA UN SUO EX AMICO DI AVER PRETESO SOLDI IN PRESTITO PER PAGARSI LA BELLA VITA CON UNA MODELLA. LA REPLICA DEL PM: “TUTTE BUGIE E CALUNNIE”. MA A BRESCIA STANNO APRENDO UN FASCICOLO
Luigi Ferrarella e Michele Focarete per âIl Corriere della Sera'
Richieste di prestargli migliaia di euro non ancora tutti restituiti, pressanti insistenze di pagargli l'affitto di casa: è un avvocato lombardo con interessi nell'Est Europa a sostenere, di fronte alle Procure di Brescia e Milano, di aver subìto queste pretese dal sostituto procuratore milanese Ferdinando Esposito.
Un magistrato con il quale aggiunge di essere stato talmente in confidenza da averlo persino accompagnato ad Arcore ad un incontro con Silvio Berlusconi il pomeriggio del 22 maggio 2013, pochi giorni dopo la requisitoria del processo Ruby (13 maggio), la condanna dell'ex premier nell'Appello del processo sui diritti tv Mediaset (8 maggio), e il rigetto in Cassazione (6 maggio) dell'istanza di legittima suspicione con la quale Berlusconi aveva cercato di portar via da Milano a Brescia tutti i propri processi.
Questo incontro nel 2013 appare, a posteriori, ancor più singolare perché Ferdinando Esposito, oltre a essere pm a Milano nel pool reati ambientali e colpe mediche, e essere nipote dell'ex Procuratore generale della Cassazione (Vitaliano), è anche figlio del presidente di sezione di Cassazione (Antonio): cioè del magistrato che, nel successivo fine luglio 2013, si sarebbe ritrovato a comporre con altri quattro giudici il collegio feriale della Suprema Corte che confermò la condanna di Berlusconi a 4 anni per frode fiscale sui diritti tv Mediaset, accennandone poi le motivazioni in una contestata intervista a Il Mattino.
Competente a indagare sui magistrati del distretto milanese è la Procura di Brescia. E qui il procuratore Tommaso Bonanno, appena è stato informato dalla Procura di Milano delle gravi accuse esplicitate dall'avvocato nella denuncia che il 10 febbraio ricalcava passi di una lettera invece anonima (e dunque priva di valore) indirizzata in precedenza al pm Ilda Boccassini, ha delegato ai colleghi di Milano il compito di svolgere quel minimo di atti urgenti necessari a soppesare il denunciante.
Il segreto che da settimane avvolge la storia impedisce allo stato di capirne di più, ma all'esito di questi embrionali accertamenti, e dell'interrogatorio al quale il 12 febbraio il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati e la sua vice Boccassini hanno sottoposto l'avvocato testimone, le carte sono subito state inviate alla Procura di Brescia e inquadrate dal pm Silvia Bonardi in un fascicolo che esplora ipotesi tra la concussione e il millantato credito, mentre l'esposto è al vaglio a Roma anche della Procura generale presso la Corte di Cassazione e del ministero della Giustizia per eventuali profili disciplinari.
L'avvocato-denunciante non è nuovo ad aspri e controversi rapporti con le forze dell'ordine; e suona certo peculiare che racconti di aver a un certo punto cominciato ad annotare il contenuto delle telefonate del pm quand'erano assieme.
Ma afferma di poter dimostrare che Esposito - nel 2012 oggetto di gossip per aver incontrato Nicole Minetti (indagata dell'inchiesta Ruby) in un ristorante alla moda - gli avrebbe chiesto soldi in prestito, a dire del legale in relazione al tenore di vita del pm legato a una modella: solo che poi il magistrato, stando alla denuncia dell'avvocato, avrebbe fatto problemi a restituirgli 7.000 euro. Anzi avrebbe cominciato a chiedergli, in maniera percepita come pressante dall'avvocato, che costui gli pagasse l'affitto di casa.
Da qui l'apparente origine della rottura tra i due, al punto che l'avvocato dice di aver dovuto due volte ingiungere il rimborso prima di vedersi restituire parte della somma, ad esempio il 6 febbraio una busta a mezzogiorno in portineria con 2.000 euro e un foglio scritto a mano a stampatello per assicurare il saldo entro 15 giorni. Stando all'avvocato, il pm non gli avrebbe ancora restituito 2.000 o 3.000 euro.
Eppure prima i due sarebbero stati talmente amici che l'avvocato racconta di aver accompagnato Esposito (dando un passaggio in auto anche ad altri due pm) il giorno in cui i magistrati milanesi andavano in ospedale a trovare un collega gravemente malato; o di aver incontrato insieme a Esposito, in un hotel di lusso a Milano il giorno dopo la Befana 2013, la ex «miss Montenegro» Katarina Knezevic (e sua sorella Cristina), in passato autodefinitasi «la fidanzata» di Berlusconi.
Ad Arcore dall'ex premier - rincara l'avvocato - il pm Esposito si sarebbe recato non solo il 22 maggio 2013 in sua compagnia, ma anche una volta precedente, in quel caso accompagnato da una persona indagata proprio dalla Procura di Milano, sebbene non in un fascicolo del pm Esposito. Il quale, interpellato nella tarda serata di ieri, smentisce tutte le accuse: «Questo avvocato purtroppo l'ho conosciuto, si è posto come amico, poi però ho capito chi era davvero e l'ho allontanato. Le sue sono tutte bugie e calunnie prive di fondamento».
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