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PRENDI QUESTO TRENO E NON LASCIARLO MAI – FACEVANO SESSO NEI BAGNI DELLA STAZIONE DI AOSTA: UNA COPPIA CONDANNATA A 4 MESI DI CARCERE PER ATTI OSCENI IN LUOGO PUBBLICO – L’AGGRAVANTE DI AVER FATTO LE COSACCE IN UN “LUOGO ABITUALMENTE FREQUENTATO DA MINORI” – LA DIFESA INSISTE SUGLI ACCORGIMENTI PRESI PER NON ESSERE VISTI: ECCO QUALI
SARA SERGI per www.lastampa.it
Facevano sesso chiusi dentro il bagno della stazione ferroviaria di Aosta. Per atti osceni in luogo pubblico, un valdostano di 44 anni e una donna di origini romene di 38 anni sono stati condannati ieri mattina dal giudice del tribunale di Aosta Maurizio d’Abrusco a una pena di quattro mesi di reclusione. I fatti risalgono al 25 luglio 2017 e tutto è accaduto in pieno giorno.
Ad accorgersi di quello che stava succedendo è stata la polizia ferroviaria, partendo da un piccolo e indizio: hanno visto spuntare sul binario una giovane donna appena uscita dal bagno, palesemente in imbarazzo. Insospettiti, hanno deciso di entrare per verificare cosa avesse potuto far arrossire tanto la ragazza.
Non appena hanno messo piede in bagno hanno sentito ansimare, si sono avvicinati alla porta della cabina del bagno delle signore: le persone chiuse dentro il bagno erano due e per gli inquirenti era impossibile avere dubbi su quanto stesse succedendo. Gli agenti bussano, e dopo qualche istante i due aprono la porta ed escono (vestiti). Una volta fuori vengono identificati dalla polizia ferroviaria e scatta la comunicazione di notizia di reato in procura.
Il titolare del fascicolo era il pubblico ministero Carlo Introvigne, che ha contestato l’aggravante di aver commesso il fatto «in un luogo abitualmente frequentato da minori» e quindi con il pericolo che «vi assistessero». Proprio su questo aspetto ha puntato la difesa del valdostano – chiedendo l’assoluzione - secondo cui «una stazione non è da considerarsi luogo abitualmente frequentato da minori, non erano in un parco pubblico o davanti a una scuola e avevano preso accorgimenti per non essere visti, chiudendosi a chiave dentro il bagno». Senza l’aggravante contestata, il reato sarebbe stato punibile con una sanzione amministrativa da 5 mila a 30 mila euro. Il pubblico ministero aveva chiesto un anno di reclusione. Il giudice ha inflitto loro il minimo della pena.