mario centeno

“SE NON SI TROVA UN ACCORDO SUL ‘RECOVERY FUND’ E’ UN FALLIMENTO: SERVONO 1.500 MILIARDI” - IL PRESIDENTE DELL’EUROGRUPPO, CENTENO: “COME PUÒ UN PAESE PENSARE DI ANDARE AVANTI SE L'UE FALLISCE? QUESTO FU L'ERRORE DEGLI ANNI DELL'AUSTERITÀ - GLI EUROBOND? NON LO ESCLUDO. C'È ANCHE UNA PROPOSTA DI USARE IL BILANCIO EUROPEO. E LE DUE NON SI ESCLUDONO. L'IMPORTANTE È SPALMARE NEL TEMPO IL COSTO DELLA RISPOSTA”

Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

Come ha fatto all' Eurogruppo a convincere anche il suo collega olandese Wopke Hoekstra?

MARIO CENTENO

«Si è negoziato per far sì che anche lui avesse le rassicurazioni che chiedeva. Serviva un accordo che garantisse una rete di sicurezza per i governi con il Meccanismo europeo di stabilità (Mes), un sostegno ai lavoratori e liquidità per le imprese. Il Mes lo vedo come un'assicurazione: la compri per non usarla, ma ti dà una copertura in più», risponde Mário Centeno a un gruppo ristretto di giornali europei.

 

Presidente dell' Eurogruppo, il ministro delle Finanze portoghese è oggi una figura centrale nella ricerca di una risposta europea alla recessione da Covid-19 Giuseppe Conte ha detto che il Mes non gli interessa. «È l'approccio abituale quando si negozia. Prendo le parole che si pronunciano un po' in tutta Europa come parte di un negoziato». Il programma per la pandemia previsto ora per il Mes si basa su una linea di credito che può schiudere le porte alle Omt, gli interventi della Banca centrale europea a sostegno di un Paese.

GUALTIERI CENTENO

 

Tocca alla Bce decidere. Ma anche lei lo legge così?

«Ha detto tutto lei. Quella di attivare le Omt (Outright Monetary Transactions, ndr) è una decisione che spetta alla Bce. Noi abbiamo voluto rendere disponibile una rete di sicurezza in più per i governi».

 

Si aspetta che il vertice europeo del 23 aprile prenda decisioni su Recovery Fund proposto dalla Francia?

«Sarà un vertice importante. Mi aspetto che ci dia un indirizzo».

 

E se i capi di Stato e di governo non trovano l'accordo?

Mario Centeno

«Sarebbe un fallimento. L'economia europea sta subendo uno choc, senza precedenti. Tutti i nostri Paesi in questo trimestre sono vicini a una recessione del 20% in ritmo annuale e questa non è una crisi indotta da problemi dell' economia. Nell' area euro veniamo da 25 trimestri di crescita di seguito e 14 Paesi su diciannove l'anno scorso avevano conti vicini al pareggio o in surplus. Ora ci sarà un'enorme accumulo di debito e, come ha detto l'Eurogruppo, ora dobbiamo decidere come distribuire nel tempo i costi di questa crisi. Non un solo Paese può sentirsi fuori».

 

Il Recovery Fund, il fondo per la ripresa proposto dalla Francia, serve a questo?

«È un modo per assicurare la solidarietà europea agli Stati più colpiti. Del resto la solidarietà è un' idea di base dell' Unione. E questa non è una crisi da affrontare con manuali vecchi, qui non è una questione di problemi strutturali dei singoli Paesi. Dobbiamo giocarcela come un solo giocatore».

christine lagarde jens weidmann

 

La risposta è l' emissione di eurobond?

«Non necessariamente, ma non lo escludo. C' è una proposta di usare il Quadro finanziario pluriannuale, cioè il bilancio europeo, e un' altra di emettere debito comune. Le due non si escludono necessariamente. L' importante, lo ripeto, è spalmare nel tempo il costo della risposta».

 

Teme un riemergere delle divergenze fra Nord e Sud Europa?

«Credo sia importante cercare di assicurare un piano di gioco equilibrato per tutti. Se uno vede le misure della Germania in risposta alla crisi e le confronta a quello dell' Italia, capisce quello che voglio dire. Dobbiamo far sì che gli strumenti usati siano il più simili possibile in tutta Europa. Anche per evitare che poi la ripresa non sia troppo lenta».

 

EUROBOND

Quali somme servono?

«Qualche istituzione ha stimato una risposta da 700-1.000 miliardi di euro, forse 1.500. Cifre a dodici zeri. Non siamo abituati a pensare a questo tipo di cifre, ma non dobbiamo definirle nelle prossime settimane. Prima ci sarà da capire come e quando si torna indietro dal lockdown. Siamo economie aperte, non ha molto senso per un Paese aprire se gli altri in Europa o nel mondo restano chiusi. Ci vorrà moltissimo coordinamento».

 

Vanno reperite nuove risorse da quest' estate?

«Un piano per la ripresa deve scattare non appena usciamo dai lockdown. Parte del denaro dev'essere disponibile all' inizio dell' estate o a tarda primavera. All' inizio il piano sarà più lento, ma prevediamo un rimbalzo nel 2021. Se decidessimo di usare il bilancio Ue, come sappiamo inizia solo nel 2021, se troviamo l' accordo. Ma abbiamo degli strumenti per soluzioni-ponte nel frattempo e le somme più significative possono essere raccolte nel 2020. Sapendo che serviranno poi due anni per tornare ai livelli di reddito del 2019».

Rutte

 

L' accordo è necessario per la settimana prossima?

«Decidere è una questione di settimane. Dobbiamo dare chiarezza agli attori economici, alle famiglie. C' è troppa incertezza. Vogliamo una soluzione in cui tutti possano dire di aver vinto, certamente, ma soprattutto devono vincere i cittadini europei. Glielo dobbiamo».

 

Come pensa che vada disegnato questo Recovery Plan?

«Il rapporto dell' Eurogruppo è chiaro. Non torneremo a ricette che non funzionano, che ci porterebbero a crisi asimmetriche fra Paesi e di natura strutturale. Ma credo che ci stiamo muovendo molto rapidamente. Dopo la crisi del 2008, all' Europa servirono quattro anni per organizzare una risposta. Adesso in dieci giorni abbiamo fatto passi avanti enormi».

HOEKSTRA E RUTTE

 

In l'Olanda l'idea di mutualizzare il debito, metterlo in comune, non piace affatto.

«Mi permetta di dire che il mercato unico è già di per sé una forma molto forte di mutualizzazione. Compriamo fiori, prodotti tessili, pasta gli uni dagli altri. Nessuno è un'isola. Come può pensare qualunque dei nostri Paesi di andare avanti se l' Unione europea fallisce? Questo fu l' errore degli anni dell' austerità: pensare che si potesse risolvere il problema senza sostenere il mercato europeo. Del resto il piano francese mi sembra il tentativo di trovare una via di mezzo fra varie esigenze. Può avere una potenza di fuoco immediata e integrare l' idea di usare il bilancio Ue. Se non lo facciamo, i nostri cittadini perderanno tutti insieme».

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO