SECONDO LA PROCURA DI TORINO, LA FAMIGLIA AGNELLI AVEVA UNA “STRATEGIA” PER EVADERE LE TASSE: UN SISTEMA CHE AFFONDA LE RADICI NEGLI ANNI, ALMENO ALLA MORTE DI GIANNI AGNELLI, IL 24 GENNAIO 2003. PER I PM, È DUNQUE LEGITTIMO CERCARE PROVE E FRUGARE NEI DOCUMENTI CHE RISALGONO FINO A QUELLA DATA – LO SCONTRO AL TRIBUNALE DEL RIESAME DI TORINO: SE FOSSE DIMOSTRATO CHE MARELLA CARACCIOLO NON ERA RESIDENTE IN SVIZZERA, GLI ACCORDI SULL’EREDITÀ SAREBBERO NULLI (E ANCHE IL CONTROLLO DELLA SOCIETÀ DICEMBRE)
1. EREDITÀ AGNELLI AFFONDO DEI PM L’INDAGINE SI ALLARGA FINO AL 2003
Estratto dell’articolo di Massimiliano Nerozzi e Simona Lorenzetti per il “Corriere della Sera”
margherita agnelli e gianni agnelli 2
Quasi tre ore di battaglia, legale e radicale, ieri davanti al tribunale del Riesame di Torino, che dovrà decidere (entro sabato) sui sequestri dell’inchiesta sulla presunta falsità delle denunce dei redditi di Marella Caracciolo, per il 2018 e il 2019.
Secondo la Procura, […] si è di fronte a una strategia evasiva complessa e che affonda le radici negli anni, per lo meno fino alla morte di Gianni Agnelli, il 24 gennaio 2003; e fin lì è dunque legittimo frugare nei documenti, cercando elementi di prova.
MARGHERITA AGNELLI JOHN ELKANN - ILLUSTRAZIONE DEL FATTO QUOTIDIANO
Opposta la linea delle difese: «Sostanzialmente abbiamo criticato la motivazione di questo decreto (di perquisizione e sequestro, ndr ), perché l’abbiamo trovata così generica da aver legittimato l’acquisizione di materiale che non ha nessuna attinenza con l’oggetto dell’indagine», dice appena finita l’udienza l’avvocato Paolo Siniscalchi, uno dei legali di John Elkann, insieme ai colleghi Federico Cecconi e Carlo Re.
Il presidente di Exor (estranea all’inchiesta) è indagato per «dichiarazione fraudolenta» in concorso, con lo storico commercialista della famiglia Agnelli, Gianluca Ferrero […]; e insieme al notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen […].
I VERBALI DELLA PROCURA DI MILANO SUL TESORO SVIZZERO DEGLI AGNELLI
Davanti ai giudici del Riesame […] la questione è tecnica, e ruota attorno al tema della pertinenza, adeguatezza e proporzionalità tra il provvedimento impugnato e i fatti contestati: tra la mole di atti contenuti nei device elettronici sequestrati dalla guardia di finanza nei blitz del 7 febbraio e i reati ipotizzati. «Vogliamo che i magistrati lavorino in massima tranquillità e da parte nostra siamo estremamente tranquilli perché alla fine penso che l’esito di questa vicenda sarà favorevole», aggiunge l’avvocato Siniscalchi.
Di più: «Molto rumore per nulla». Eppure, l’orizzonte investigativo […] pare sconfinato, allungandosi fino all’eredità di Donna Marella, scomparsa il 23 febbraio 2019, e, appunto, a quella dell’Avvocato. «Abbiamo letto anche noi — chiude il legale, riferendosi alle notizie uscite sui giornali — ma non abbiamo trovato nulla di nuovo rispetto a quello che riecheggia nelle aule giudiziarie italiane ed estere ormai da vent’anni». […] «Però abbiamo una certezza: che tutte le insinuazioni e i dubbi che sono stati rilanciati dai media in questi giorni, trovano delle risposte molto chiare in comportamenti assolutamente leciti».
JOHN ELKANN E MARGHERITA AGNELLI
Non è così per l’inchiesta […]: se la contestazione si riferisce a due anni, l’ipotesi degli inquirenti è che la presunta frode trovi origine indietro nel tempo. Un’idea che si basa sugli atti analizzati dai militari del nucleo di polizia economico finanziaria, a proposito della presunta «fittizietà» delle residenza svizzera della moglie dell’Avvocato. E fin lì bisogna cercare le tracce del reato ipotizzato.
E se per le difese il decreto sarebbe viziato di sproporzionalità, non è così per i magistrati: che, in vista della copia forense dei device, avevano notificato agli indagati un avviso per accertamenti tecnici irripetibili. Permettendo alle stesse parti di assistere alle operazioni tecniche, nominando consulenti.
Un atto in extremis, sarebbe l’osservazione delle difese, respinta dalla Procura: bisognava aspettare l’elezione di domicilio del notaio svizzero, arrivata solo il 24 febbraio, due settimane dopo i sequestri. L’anno scorso il Riesame (con medesimi presidente e relatore) annullò un decreto di sequestro proprio in relazione alla «incompletezza della motivazione in ordine alle esigenze probatorie specifiche connesse ai dati in sequestro». Dopodiché, ogni caso fa storia a sé.
2. ELKANN SI DIFENDE MA L’INCHIESTA PUÒ ALLARGARSI
Estratto dell’articolo di Gianluca Paolucci per “La Verità”
MARGHERITA AGNELLI E MARELLA CARACCIOLO
[…] I magistrati […] sono convinti che la macchinazione sia partita assai prima del 2017, quando Marella dimorava a Torino ma veniva fatta figurare - secondo i pm - come residente in Svizzera. Ecco perché diventa necessario ricostruire per quanto possibile il patrimonio e andare indietro nel tempo: fino al 2011, quando Marella nominò come propri eredi i nipoti John, Ginevra e Lapo Elkann, o forse addirittura fino al 2003, alla morte di Gianni Agnelli.
Un passaggio procedurale, quello del Riesame, dove non si entra nel merito delle accuse ma che deve verificare soltanto l’attinenza di un singolo provvedimento (in questo caso i sequestri effettuati dalla Gdf). Al termine dell’udienza il collegio giudicante si è riservato la decisione, che potrà essere comunicata alle parti entro 10 giorni.
[…] Il giudizio del Riesame sarà un passaggio importante per la tenuta dell’intera inchiesta, partita da un esposto di Margherita Agnelli figlia di Gianni e Marella e madre di John Elkann.
Come noto, ai tre indagati - oltre a Elkann e Ferrero, anche il notaio svizzero Urs von Grunigen - viene contestato in concorso tra loro il reato di dichiarazione fraudolenta per le dichiarazioni dei redditi di Marella Caracciolo Agnelli del 2018 e del 2019. Le accuse riguardano in particolare la residenza di Marella, scomparsa nel 2019, secondo i pm fissata «fittiziamente» in Svizzera mentre in realtà la donna, moglie di Gianni Agnelli, risiedeva in Svizzera.
Inoltre, sulla base di questa residenza «fittizia», i pm contestano l’omessa dichiarazione in Italia dei redditi percepiti da Marella e versati dalla figlia Margherita su un conto della Lgt Bank di Vaduz, in Liechtenstein. Se venisse riconosciuta l’effettivo residenza in Italia, i pm ipotizzano un’evasione dell’Irpef per 3,7 milioni di euro. Ma, ben più importante, l’effettiva residenza in Italia invece che in Svizzera di rischia di annullare gli accordi relativi all’eredità di Marella Agnelli.
LE DISPOSIZIONI SULLE CASE DI GIANNI AGNELLI
Basati sul presupposto che la legge svizzera non prevede la cosiddetta quota di «legittima» per gli eredi diretti, ovvero in questo caso Margherita, lasciando la possibilità di indicare eredi per la totalità del patrimonio. Nel decreto di perquisizione figurano ad esempio una serie di atti relativi al passaggio delle quote della Dicembre e alla modifica del suo statuto.
Si tratta della società che a cascata controlla Exor e le sue partecipazioni, dalla quota in Stellantis alla Juventus. La «cassaforte» degli Agnelli-Elkann. Atti che risalgono, come un mandato fiduciario cercato dalla Gdf alla Gabriel Fiduciaria di Torino, al 2004. Ovvero, alla esecuzione del testamento di Gianni Agnelli, scomparso l’anno prima. Gabriel Fiduciaria che faceva capo allo studio legale di Franzo Grande Stevens, «l’avvocato dell’Avvocato», uno dei professionisti di fiducia di Gianni Agnelli e suo esecutore testamentario. È uno dei passaggi contestati dalle difese: perché fa risalire agli atti di 20 anni fa la genesi dei reati contestati oggi.
MARGHERITA AGNELLI - JOHN ELKANN - EDOARDO AGNELLI - MARELLA CARACCIOLO - GIANNI AGNELLI LE DISPOSIZIONI SULLE CASE DI GIANNI AGNELLI gianni agnelli al matrimoni della figlia margherita con alain elkann margherita agnelli e gianni agnelliMARGHERITA AGNELLI 2 MARGHERITA AGNELLI JOHN ELKANN CON LA MADRE MARGHERITA AGNELLI AL SUO MATRIMONIO CON LAVINIA BORROMEO MARGHERITA AGNELLI E JOHN ELKANNMARGHERITA AGNELLIMARGHERITA AGNELLI