prostata

LA PROSTATA DEI FAMOSI – DIOSCORIDE, MEDICO DEI TEMPI DI NERONE, PER CURARE LA PROSTATA INTRODUCEVA CIMICI VIVE DAL MEATO URETRALE. IL MEDICO DI CARLO V SOSTITUÌ LE CIMICI CON UNA SOSTANZA CORROSIVA A BASE DI CALCE VIVA, ALBUME D' UOVO E BAVA DI LUMACA: DOVEVA RESTARGLI IN CORPO PER UNA SETTIMANA PER MACERARE LA PROSTATA - ALLA VISIONE DEL CATETERE, MICHELANGELO PRIMA E VOLTAIRE DOPO INORRIDIRONO. PREFERIRONO ANNEGARE LA SOFFERENZA NELL' OPPIO. JEAN-JACQUES ROUSSEAU ACCETTÒ LA TORTURA E…

Pier Luigi Vercesi per il “Corriere della Sera - Salute”

 

prostata

Perché Dante colloca tra gli spiriti magni Dioscoride, medico dei tempi di Nerone, per i suoi studi sulle erbe e non gli riconosce i meriti di guaritore? Immaginiamo per colpa della prostata o, meglio, di come la curava.

 

Mise a punto una tecnica che l' avrebbe dovuto far sprofondare all' inferno. Consisteva nell' introdurre dal meato uretrale (la punta estrema dell' organo sessuale maschile) cimici vive che causavano contrazioni violente del collo vescicale e facilitavano la minzione. Ci asteniamo da ulteriori commenti ma simili torture per affrontare le complicazioni prostatiche risalivano almeno alle civiltà mesopotamiche. Si usavano, sin da allora, cateteri in bronzo o in ferro.

carlo v d'asburgo

 

A nulla valse l' anatema di Ippocrate contro chi praticava questi interventi: servì solo a lasciare libero il campo a «barbieri» e ciarlatani. Felipe, medico di Carlo V, l' Asburgo sul cui impero non tramontava mai il sole, per alleviare i dolori del sovrano sostituì le cimici con una sostanza corrosiva a base di calce viva, albume d' uovo e bava di lumaca.

 

michelangelo

Doveva restargli in corpo una settimana per «macerare» la prostata. L' imperatore resistette alcuni anni e decise di abdicare quando nulla riuscì più ad alleviare i suoi dolori. Alla visione del catetere, Michelangelo prima e Voltaire dopo inorridirono. Preferirono annegare la sofferenza nell' oppio e proprio allo «sballo» si devono i comportamenti bizzarri dell' illuminista francese negli ultimi anni di vita. Jean-Jacques Rousseau, invece, accettò la tortura e per mascherarla cominciò a vestirsi con una ampia veste armena.

 

voltaire

Scorrendo le pagine di storia verrebbe da definire «mal francese» anche la prostatite, tanti furono i transalpini famosi che ne soffrirono. Napoleone III ebbe un violentissimo attacco a Sedan, durante la guerra contro i prussiani, e si arrese al nemico anche sotto la pressione di dolori lancinanti.

 

Charles De Gaulle accettò il catetere durante il volo che lo portava in Messico, nel 1964, per una missione diplomatica. Ma a patto che rimanesse segreto di Stato.

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