russia cittadini in fuga confine

PUTIN VUOLE LA GUERRA, I RUSSI NO - CODE CHILOMETRICHE DI UOMINI IN FUGA AL CONFINE CON LA FINLANDIA E LA GEORGIA, MA ANCHE A QUELLO CON LA MONGOLIA, DOVE I FAMIGERATI BURIATI USATI COME CARNE DA CANNONE NEI PRIMI MESI DI GUERRA HANNO PREFERITO DARSELA A GAMBE - GLI ULTIMI BIGLIETTI AEREI PER L’ESTERO, CHE NON RICHIEDONO VISTO AI RUSSI, SONO ANDATI ESAURITI, A PREZZI VERTIGINOSI - LA RICERCA PIÙ GETTONATA SU INTERNET ERA “COME ROMPERSI UN BRACCIO?” (UN MODO PER NON ANDARE AL FRONTE) - ANCHE I SOCIAL DEI FILOPUTINIANI RIBOLLIVANO DI RABBIA PERCHÉ I FIGLI DEI DEPUTATI E DEI MINISTRI NON ANDRANNO A COMBATTERE…

Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “la Stampa”

 

CITTADINI RUSSI IN FUGA ALLA FRONTIERA CON LA FINLANDIA

[…] Gli esperti di diritto dicono che la «mobilitazione parziale» in realtà non ha dei confini stabiliti, e sarà il ministero della Difesa a decidere quantità e modalità. Ma indiscrezioni moscovite sostengono che il punto 7 del decreto indica invece le «regioni ad alto potenziale di protesta» dalle quali reclutare prima che da altre.

 

Putin cerca quindi di lanciare una escalation in spazi di manovra sempre più ristretti: da un lato, la rabbia dei suoi falchi, che gli rimproverano la sconfitta al fronte, dall'altro lo scontento dei «moderati» della maggioranza silenziosa, ai quali aveva promesso la ricostruzione dell'impero senza sacrifici.

CITTADINI RUSSI IN FUGA ALLA FRONTIERA CON LA FINLANDIA

 

Dai primi prende in prestito l'idea di chiamare il popolo a una guerra «patriottica» totale, tranquillizzando però subito i secondi che la mobilitazione sarà «parziale» e non riguarderà gli studenti e i laureati. Ma è evidente che non riuscirà più a combattere con le mani dei più poveri ed emarginati: le lettere di coscrizione stanno arrivando a riservisti e medici di Pietroburgo e di altre grandi città della Russia europea, finora quasi assente dai campi di battaglia.

 

CITTADINI RUSSI IN FUGA ALLA FRONTIERA CON LA FINLANDIA

Ieri code chilometriche composte essenzialmente da uomini si sono formate non solo al confine con la Finlandia e la Georgia, ma anche a quello con la Mongolia, dove i famigerati buriati usati come carne da cannone nei primi mesi di guerra hanno preferito la fuga. Dopo il discorso di Putin gli ultimi biglietti aerei per le destinazioni estere che non richiedono visto ai russi sono andati esauriti, a prezzi vertiginosi, mentre la ricerca più gettonata sul Google russo diventava «come rompersi un braccio?».

 

La borsa di Mosca ha ripreso a precipitare, mentre i social si sono riempiti di raccomandazioni su come evitare la chiamata alle armi (per esempio, non abitando nella casa in cui si risiede ufficialmente).

 

PROTESTE E ARRESTI IN RUSSIA CONTRO LA CHIAMATA ALLE ARMI DI PUTIN

Il patto sociale tra Putin e i suoi sudditi appare definitivamente rotto: la guerra andava bene in tv, ma non in trincea, e anche i social dei filoputiniani si riempiono di commenti pieni di rabbia, di russi infuriati perché i figli dei deputati e dei ministri non andranno a combattere. La catastrofe al fronte appare evidente anche dal discorso di Shoigu, che parla di appena 6000 caduti russi, ma nello stesso tempo promette di chiamare alle armi 300 mila riservisti, più del doppio degli effettivi con i quali era stata lanciata l'invasione di sette mesi fa.

 

PROTESTE E ARRESTI IN RUSSIA CONTRO LA CHIAMATA ALLE ARMI DI PUTIN 2

Numeri palesemente falsi, che nascondono perdite ben più pesanti, che finora l'esercito non è riuscito a colmare. Ora, il Cremlino rende la partecipazione alla guerra obbligatoria: con l'annuncio della mobilitazione, anche per i militari a contratto (quali saranno i riservisti richiamati) diventerà impossibile rifiutarsi di combattere. La Duma ha reso un crimine perfino la resa e ora, come ai tempi di Stalin, consegnarsi al nemico significa farsi dieci anni di carcere al ritorno in patria. Un giro di vite che Volodymyr Zelensky ha già colto come occasione per offrire ai neomobilitati russi la resa volontaria e la protezione dall'ira di Putin: «Tutti i prigionieri verranno censiti come catturati sul campo di battaglia», prometteva ieri un annuncio della presidenza ucraina.

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