pnrr recovery raffaele fitto fazzolari

ALT! IL QUIRINALE FRENA LA GUERRA DEL GOVERNO ALLA CORTE DEI CONTI – LA PRESENTAZIONE DEGLI EMENDAMENTI PER RIDURRE IL POTERE DI CONTROLLO DEI GIUDICI CONTABILI SULL'ATTUAZIONE DEL PNRR È STATA RINVIATA A DATA DA DESTINARSI – UNA MARCIA INDIETRO MATURATA DOPO ALCUNE TELEFONATE CON GLI UFFICI GIURIDICI DEL COLLE, CHE AVREBBERO MESSO IN GUARDIA DA UNO SCONTRO ISTITUZIONALE TRA PALAZZO CHIGI E LA CORTE – MA I “FALCHI” FITTO E FAZZOLARI SONO PRONTI A TORNARE ALLA CARICA…

Estratto dell'articolo di Alessandro Barbera per “La Stampa”

 

giorgia meloni e raffaele fitto

Fino a ieri mattina l'arrivo dei due emendamenti in commissione Affari costituzionali era dato per certo. Il primo avrebbe dovuto prorogare al 2025 la norma che prevede la responsabilità erariale dei funzionari pubblici nel solo caso di dolo. L'altro puntava a ridurre i poteri della Corte dei Conti sui controlli «concomitanti» per gli appalti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. E invece nulla.

 

[…]  Ufficialmente il rinvio è frutto del richiamo di Sergio Mattarella contro l'utilizzo dei decreti come taxi per qualunque norma estranea alla materia. Una rapida verifica nei palazzi racconta una verità diversa, e riporta allo scontro istituzionale aperto fra il governo e la magistratura contabile.

 

giorgia meloni sergio mattarella

Per capire questa vicenda intricata, apparentemente tecnica e invece paradigmatica delle difficoltà del Pnrr occorre riavvolgere il nastro a circa tre settimane fa. Il collegio per i controlli della Corte dei Conti sul Pnrr firma due delibere relative ad altrettanti obiettivi del Recovery Plan che l'Italia non riuscirà a rispettare entro il 30 giugno: quelli per la costruzione di una ventina di stazioni di rifornimento dedicate al trasporto con mezzi a idrogeno e di nuove colonnine per la ricarica elettrica.

 

In estrema sintesi, secondo i giudici del collegio per i controlli «concomitanti» (attenzione alla dicitura) il fallimento dell'obiettivo prefigurerebbe la responsabilità per danno erariale dei dirigenti pubblici. Un'ipotesi che fa saltare sulla sedia il ministro per gli Affari comunitari Raffaele Fitto, colui che ha in mano tutto il dossier Pnrr.

giorgia meloni e giovanbattista fazzolari

 

La sorpresa ha un suo fondamento, se non altro per il merito del caso: se - è il caso delle stazioni di servizio per le auto ad idrogeno - l'obiettivo fallisce è perché non ci sono abbastanza richieste di adesione al bando. […]

 

L'obiezione di Fitto la si può riassumere così: in una pubblica amministrazione in cui la "paura della firma" è la normalità, l'ipotesi è l'ennesimo ostacolo a un piano che già soffre di troppi problemi, a partire da quelli degli enti locali nell'assorbire le risorse. «Che colpa ne hanno i dirigenti dei ministeri se nessuno si fa avanti per le colonnine?», sbotta Fitto in una riunione.

angelo canale procuratore generale della corte dei conti

 

Sia come sia, la polemica sfocia in un intervento dell'associazione dei magistrati contabili, guidata dalla stessa relatrice delle delibere nel mirino, Paola Briguori. E così nel governo si apre un dibattito per cancellare il «collegio per il controllo concomitante del Pnrr» un ufficio gestito da una decina di magistrati. Una persona ben informata - e che parla solo sotto la garanzia dell'anonimato - la spiega così: «La Corte è in grado di compiere verifiche di legalità preventive e successive. Che bisogno c'è del controllo concomitante?».

 

E così a Palazzo Chigi matura l'idea di un emendamento per cancellare quello che viene giudicato un inutile livello di controllo, peraltro istituito ad hoc dalla prima legge di attuazione del Recovery.

RAFFAELE FITTO E PAOLO GENTILONI

 

Il resto della storia è cronaca di ieri. La ragione della marcia indietro - non è chiaro se definitiva - sarebbe maturata in diverse telefonate che avrebbero coinvolto anche il Quirinale. A Palazzo Chigi ci sono due linee di pensiero: Fitto, sostenuto dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, è pronto a sfidare il partito dello "sgarbo istituzionale", mentre è più cauto il sottosegretario Alfredo Mantovano, ex magistrato e soprattutto colui che normalmente tiene il dialogo con il Colle.

 

angelo canale procuratore generale della corte dei conti

Secondo le ricostruzioni verificate con due fonti, gli uffici giuridici del Quirinale (che smentisce qualunque intervento) avrebbero dato l'assenso all'emendamento che proroga la limitazione della responsabilità dei dirigenti per danno erariale ed espresso invece dubbi sull'opportunità di andare allo scontro con la Corte dei Conti. […]

sergio mattarella giorgia meloni centenario aeronautica militare raffaele fitto giorgia meloni

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…