
“SONO TERRORIZZATA DA QUELLO CHE POSSO TROVARE SUL TELEFONINO DI MIA FIGLIA” – IL RACCONTO DI MIRNA MASTRONARDI, LA MAMMA DELLA 15ENNE CHE SI È SUICIDATA A PISTICCI, IN PROVINCIA DI MATERA: “PENSO AL CASO DELLA RAGAZZINA BRITANNICA CHE SI È TOLTA LA VITA NEL 2017. SI È UCCISA ALLO STESSO MODO E SENZA CHE NESSUNO IMMAGINASSE CHE STESSE VIVENDO UN DISAGIO. LEI VOLEVA ESSERE ACCETTATA, ED ERA STATA EMARGINATA. IL MONDO DIGITALE? SPESSO SI METTEVA LE CUFFIETTE SULL'ALTALENA NEL GIARDINO DI CASA. OGGI MI CHIEDO COSA ASCOLTASSE…”
Estratto dell’articolo di Elisa Forte per “la Stampa”
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Dea si è tolta la vita a 15 anni. Era il 4 ottobre dello scorso anno. Viveva a Pisticci, in provincia di Matera, con la mamma Mirna che l'ha cresciuta da sola. Frequentava con profitto il secondo anno dello Scientifico di Policoro.
A 5 mesi dalla morte, Mirna Mastronardi non sa ancora perché Dea, «dopo aver riso a scuola, dopo aver studiato tutto il pomeriggio, dopo aver preparato lo zaino e dopo aver chiesto alla nonna le bombette siciliane», ha deciso di morire. «Vivevamo in simbiosi, dividevamo anche il lettone, notti a farci confidenze. Poi è arrivato il buio, mai lo avrei immaginato».
Signora Mastronardi, c'è un incubo che la perseguita. Quale?
«Ho paura di scoprire quello che sarà rilevato sul telefonino di Dea. È stato sequestrato, c'è un'indagine. Penso alla scatola nera, al caso della ragazzina britannica che si è tolta la vita nel 2017. Ho trovato grandi similitudini, si è uccisa allo stesso modo e senza che nessuno immaginasse che stesse vivendo un disagio. Sono terrorizzata da quello che posso trovare sul telefonino. Si può scoprire un mondo spaventoso, la loro gabbia».
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Che rapporto aveva Dea con il mondo digitale?
«Spesso si metteva le cuffiette sull'altalena nel giardino di casa. Oggi mi chiedo cosa ascoltasse per farle sembrare questo mondo così brutto».
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C'era qualcosa che preoccupava Dea?
«Ha riempito le nostre vite. I compagni di liceo hanno chiesto di lasciare in aula il suo banco. Ci hanno sistemato una piantina e l'hanno riempito di frasi. Lei voleva essere accettata, alle medie ha avuto problemi di isolamento doloroso. Era molto brava: è stata emarginata. Dea mi ha trasformata: da donna single trasgressiva a donna e mamma tenera. Mi ha dato la forza di portare avanti una gravidanza avvenuta per miracolo a 35 anni. È stata concepita con un uomo che amavo non riamata. Mai avrei rinunciato a lei.
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Fui licenziata. Mi rimboccai le maniche mentre nasceva questo nuovo mondo fatto di me e di lei».
Che mondo è stato?
«Lei era il nucleo della mia esistenza, l'unico per sempre della mia vita, quel per sempre da cui sono sempre fuggita nella sfera sentimentale e lavorativa. Siamo cresciute insieme. Ora sono sola, con Mia, la sua gatta».
Da due anni è Cavaliere della Repubblica. "Rinata" dopo il tumore, ha fondato "Agata": un impegno che le è valso l'onorificenza.
«È stata dura, io ero a Pavia, avevo 44 anni e lei 7: mi mandava videomessaggi che ora ascolto sempre. Dopo, è stata la mascotte dell'associazione».
Ha scritto una lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
«Le ho raccontato delle famiglie monoreddito o di single. Sono tanti nella mia condizione: un lavoro part-time, senza aiuti. E di tanti ragazzi che non si sentono all'altezza in questo mondo -vetrina governato dai social».
La premier l'ha chiamata.
«Nessun premier maschio lo avrebbe fatto. Mi ha chiamata lei direttamente. Ero incredula e frastornata. Ho pianto. Mi ha capita, mi sono sentita abbracciata. Mi ha raccontato il suo essere figlia di una donna sola. Mi ha detto che ha un paio di idee da mettere in campo».
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