PUTIN CI RIPENSA: DOPO AVER "DIMENTICATO" ASSAD PER CONCENTRARSI IN UCRAINA, È COSTRETTO A TORNARE IN SIRIA – UN RAID RUSSO HA UCCISO A IDLIB ABU MUHAMMAD AL JOLANI, CAPO DEI RIBELLI DI HTS – L’OFFENSIVA DEI JIHADISTI CHE LOTTANO CONTRO ASSAD È FRUTTO DELLA DIPENDENZA DEL REGIME DA RUSSIA E IRAN: CON PUTIN DISTRATTO DALL’UCRAINA E GLI AYATOLLAH E LE LORO MILIZIE (HEZBOLLAH) SOTTO LA MORSA DI ISRAELE, LO STATUS QUO NON HA RETTO – IL “CAPOLAVORO” DI AL JOLANI, CHE HA UNITO 13 BANDE DIVERSE TRASFORMANDOLE IN UN ESERCITO…
bashar al assad con vladimir putin
Attacco aereo russo uccide capo ribelli sunniti in Siria
(ANSA) - Secondo l'account X del governo libanese, un attacco aereo russo ha ucciso a Idlib Abu Muhammad al Jolani, capo di Hayat Tahrir al Sham (Hts, Commissione per la liberazione della Siria) sigla che riunisce i ribelli sunniti che hanno attaccato in Siria.
Usa: Assad dipendente da Russia e Iran ha perso controllo Aleppo
(ANSA-AFP) - Gli USA incolpano la dipendenza di Assad da Russia e Iran per la perdita del controllo di Aleppo. "La dipendenza da Russia e Iran della Siria, insieme al suo rifiuto di andare avanti con il processo di pace delineato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite - ha affermato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Sean Savett - ha creato le condizioni che si stanno verificando ora. Gli Usa - ha precisato poi - non hanno nulla a che fare con l'offensiva, guidata dall'organizzazione terroristica HTS".
Il gruppo islamista guidato da Al-Jolani “I russi lo hanno ucciso”
Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”
La guerra civile siriana è un caleidoscopio di violenza: geometrie mutevoli di fazioni politiche, religiose o tribali che rispondono a logiche interne o a interessi stranieri. Alcune hanno identità millenarie, come la confessione alawita a cui fa capo il dittatore Bashar al-Assad; altre spuntano all’improvviso, come il consorzio armato di Idlib. Si alleano o litigano in continuazione ma quello che non cambia è il disegno brutale.
La sorpresa del momento è Hayat Tahrir al-Sham, Hts: una formazione jihadista che ha combattuto per anni ad Aleppo sotto la bandiera di Al Qaeda. Dopo la fuga della città si è arroccata nell’ultima terra ribelle, la fascia tra Idlib e la Turchia. Secondo l’account X del governo libanese nella notte il suo leader Abu Mohammad al-Jolani sarebbe stato ucciso da un attacco aereo russo.
bashar al assad con vladimir putin
Al–Jolani aveva capito subito che i tempi erano cambiati. Nel 2019 aveva ripudiato l’affiliazione con la rete di Osama Bin Laden e cercato nuovi referenti in Occidente: anche i servizi segreti italiani hanno trattato con lui per ottenere la consegna di un boss camorrista finito rocambolescamente nelle sue mani.
Hts ha intrecciato contatti con gli americani - la prima amministrazione Trump lo considerava «il meno peggio rimasto in Siria, dove non c’è molta scelta» - ha dialogato con emiratini, sauditi e qatarini per poi guardare con decisione ad Ankara. Nei suoi ranghi sono entrati molti reduci dell’Isis, tra terroristi dell’Uzbekistan e del Tajikistan.
In quattro anni al-Jolani ha realizzato un’operazione da manuale: ha messo sotto un’unica regia 13 bande, con diversi sponsor esteri e la comune fede sunnita, trasformandoli in un esercito disciplinato forte di 60 mila miliziani. Hanno team di incursori, mezzi corazzati, artiglieria, droni e una rete di comando efficiente: ad addestrarli sono stati i turchi e, per alcune specialità, gli ucraini.
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Nonostante parecchi dei guerrieri siano esuli di Aleppo, finora in città non si registrano vendette: al-Jolani ha ordinato ai suoi mujaheddin di «mostrarsi gentili con gli abitanti; la nostra priorità è preservare proprietà e persone». Sa che la paura è controproducente: ha bisogno del consenso della popolazione per riuscire ad abbattere il regime.
In maniera autonoma e sincronizzata si muove il Syrian National Army, la pedina di Erdogan in Siria, che non ha partecipato alla marcia su Aleppo: si è spinto contro i curdi, uno degli obiettivi primari di Ankara. Nella dissoluzione dell’armata del dittatore, i curdi dell’autoproclamato Rojava sono gli unici in grado di opporsi alla confraternita di Aleppo. Agiscono sotto la doppia gestione delle Syrian Defence Force (Sdf), federazione di minoranze equipaggiata dagli Stati Uniti, e del Ypg che ha sconfitto lo Stato Islamico a Raqqa.
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Adesso sono asserragliati in un quartiere di Aleppo e hanno offerto protezione alla storica comunità cristiana, legata da sempre al regime. Sui social ci sono filmati in cui i miliziani di Hts fanno a pezzi gli alberi di Natale, figuriamoci cosa potrebbe accadere nelle trenta chiese della metropoli.
Anche i palestinesi in Siria sono divisi in due. Hamas sostiene Bashar al-Assad e gli ha fornito squadre di fuoco durante la guerra civile. Gruppuscoli dei campi profughi hanno invece scelto l’opposizione in nome del credo sunnita. […]
bashar al assad con vladimir putin
Fondamentale per la famiglia Assad è stato il rapporto con Hezbollah, rinforzato durante l’occupazione siriana del Libano: sono stati i guerriglieri di Nasrallah a permettere la sopravvivenza di Damasco nella fase dirompente dell’insurrezione. Ora però le caserme del Partito di Dio sono vuote: sono tornati tutti in patria per opporsi all’offensiva israeliana.
L’altro pilastro è l’Iran, che ha cercato di estendere l’influenza sulla società siriana con il proselitismo degli ayatollah. I Guardiani della Rivoluzione hanno fornito schiere di soldati sciiti […] ma negli ultimi due mesi sono stati mutilati dai bombardamenti israeliani, che hanno raso al suolo le installazioni in Siria. Non a caso, il primo bersaglio della campagna trionfale di Hts mercoledì è stata la distruzione della base iraniana alle porte di Aleppo.
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Infine i russi, i più preoccupati per la crisi perché mette a repentaglio le basi sul Mediterraneo e l’asse creato con Teheran. Pure loro hanno sguarnito il contingente per le esigenze della guerra in Ucraina ma i loro bombardieri hanno già iniziato a colpire duro sui ribelli. E tutti in Siria hanno imparato sulla loro pelle quanto siano crudeli gli emissari di Putin.
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