rita pavone

RITA GONFIA COME UN PAVONE: “IN INGHILTERRA SAREI GIA’ DAMA, DALL’ITALIA INVECE NESSUN RICONOSCIMENTO. IO VOLAVO ALTO, IN AMERICA ERO IN CARTELLONE CON DUKE ELLINGTON E ELLA FITZGERALD. UNA VOLTA ALL'AEROPORTO DI MOSCA PELÉ MI CHIAMÒ A SQUARCIAGOLA PER FARE UNA FOTO. INCONTRAI ELVIS PRESLEY A NASHVILLE. SI AVVICINO’ A ME E DISSE…”

 

Elvira Serra per il “Corriere della Sera”

 

rita pavonerita pavone

Pel di carota, Gian Burrasca, la Zanzara. Quale soprannome preferisce Rita Pavone?

«Nessuno. Rita e basta. Non mi piace neppure Ritìn perché non è un diminutivo, mi allunga il nome, non mi chiamo Margherita».

 

Alla nascita pesava sei chili.

«Vero. E mi conquistai il primo articolo sulla Stampa di Torino. Ero un piccolo Buddha. Poi non sono cresciuta più!».

 

Esagerata. Quanto è alta?

«Centocinquantatré centimetri e mezzo, ci tengo molto a quel mezzo centimetro. Kylie Minogue è alta 152».

 

Da adolescente ha lavorato come camiciaia. Si stira ancora le camicie?

«Certo, a casa è compito mio, non voglio che se ne occupi Pompea, la donna che ci aiuta».

rita pavonerita pavone

 

La metto alla prova: da dove si comincia?

«Primo il colletto, poi le maniche, poi la parte della spalla e poi tutto il davanti. Poi si passa all' altra manica».

 

Promossa. Però mi sa che fare la cantante le piace di più che stirare: ha venduto oltre 50 milioni di dischi nel mondo.

«Ho sempre pensato di essere privilegiata».

 

La sua canzone preferita?

«Cuore . Ha venduto un milione e mezzo di dischi: è una delle più moderne, la signature song , la canzone che ti identifica».

 

RITA PAVONERITA PAVONE

Il più grande rimpianto?

«Il futuro mancato negli Stati Uniti. Un rimpianto grandissimo. A 19 anni mi ero già esibita alla Carnegie Hall di New York da sola. La sala era piena, fuori c'erano quattro giri di coda. Sarei rimasta anche se avessi dovuto passare il resto della vita a cantare a Las Vegas».

 

Addirittura. Perché?

«Avrei imparato tante cose. La mentalità americana è diversa dalla nostra, non lasciano nulla al caso. Una volta vidi Sammy Davis Jr al Copacabana: diceva delle cose che sembravano improvvisate e invece se le era studiate a memoria prima. Non ho mai amato il cantante rigido davanti al microfono, i miei modelli erano Judy Garland, Delia Scala e Caterina Valente».

 

E allora perché non restò?

rita pavonerita pavone

«Ero minorenne, decideva mio padre. Avessi avuto 21 anni avrei detto arrivederci e grazie. Penso che mia madre non volesse tornare in Italia, la capisco. Quando ero piccola lavava i panni per una famiglia, d'inverno tornava a casa con i geloni. Grazie a me aveva cominciato ad apprezzare una nuova vita. Era dimagrita, si sentiva importante. Ma avevo un fratello più piccolo, Cesare, che cominciava ad avere qualche problema, e doveva occuparsi anche di lui. Quando mi proposero il nuovo contratto le chiesi aiuto, sarei potuta rimanere con una governante, ma rispose "ne parliamo con papà". Capii che non me lo avrebbe mai permesso».

 

Si sarà arrabbiata molto.

«Mi sono sentita come una studentessa brava che vuole andare all' università e i genitori glielo negano. Mi avevano sacrificata».

 

rita pavone 2rita pavone 2

Ha avuto un padre-padrone, al quale però è stata legatissima.

«Se devo scegliere tra papà e mamma scelgo lui, più sincero, mamma era più nebulosa, complicata. Mio padre è stato il mio più grande sostenitore e anche se poi ci siamo persi, ho il rammarico che non ci siamo mai chiariti».

 

Ostacolò il matrimonio con Ferruccio Merk Ricordi, alias Teddy Reno, padre dei suoi figli Alessandro e Giorgio.

«Per lui non mi sarei mai dovuta sposare, ma non solo con Ferruccio, proprio con nessuno. Lo stesso vale per i miei fan: per loro ero un cartone animato».

 

Ritorniamo agli anni americani: ha conosciuto persone pazzesche. Alcuni incontri li ha raccontati nell' autobiografia «Tutti pazzi per Rita», che ha scritto con Emilio Targia.

«Ero Alice nel Paese delle meraviglie».

 

Ci racconti di Elvis Presley.

tony hadley gerardo di lella e rita pavonetony hadley gerardo di lella e rita pavone

«Lo incontrai a Nashville, dovevo registrare il terzo Lp americano con Chet Atkins. Seppi che quella sera sarebbe venuto e chiesi di vederlo. No chance , risposero. Allora finsi di piangere per commuoverli e promisero di provarci. Dovevo fare la brava, però, non prendere iniziative. Finalmente The King arrivò, intorno a mezzanotte, preceduto dal gruppo, dall' avvocato, dalle segretarie. Poi lui. Indossava Ray Ban gialli che in Italia non si vedevano, camicia blu con colletto e polsini neri, catena d' oro al collo che sembrava di una bici tanto era grossa».

 

rita pavone con lando buzzancarita pavone con lando buzzanca

Chissà che emozione.

«Di più! Lui mi guardò e disse: " Oh, you are the italian girl, I know you", tu sei la ragazza italiana, ti conosco. Mi aveva vista all' Ed Sullivan Show, il programma televisivo più famoso del momento, il precursore del David Letterman Show: c' ero stata già tre volte, mi sembra. Non ci potevo credere! Allora mi feci coraggio e gli chiesi una foto, con il mio inglese maccheronico. Rispose: "I'll give you something more ", ti darò qualcosa di più. Chiamò un' assistente e mi fece portare un dipinto che lo ritraeva, grande come un poster, con scritto: Best wishes to Rita Pavone. Poi mi fece una carezza e se ne andò».

 

C'è una foto di lei accanto a Barbra Streisand: la cantante sembra un po' perplessa...

RITA PAVONE 7RITA PAVONE 7

«Al contrario! Fu molto carina. Aveva delle forbici accanto, mica volevo fargliele usare...».

 

Una volta è stata in cartellone con Duke Ellington e Ella Fitzgerald. Complimenti!

«Eh, ma io volavo alto... Eravamo da Ed Sullivan. Guardi, le faccio vedere la scaletta. Ah, non sa come sono contenta di Internet, perché puoi cercare subito le cose, altrimenti sembra che me le canti e me le suoni da sola...».

 

Come li ricorda?

«Duke Ellington era tutto impomatato. Quando arrivava lui l'orchestra si alzava in piedi. Ella si presentò con un fazzolettone bianco in testa. Mi chiese una foto per suo figlio».

 

RITA PAVONE 6RITA PAVONE 6

Una volta all' aeroporto di Mosca Pelé la chiamò a squarciagola per fare una foto. Come si sentiva quando capitavano queste cose?

«Gratificata».

 

In America Latina era un idolo. I suoi dischi vendettero centinaia di migliaia di copie in Francia e in Germania. Solo con l' Italia ha avuto un rapporto un po' conflittuale.

«Non mi perdonarono il matrimonio con Ferruccio, ma quella era una cosa su cui non ero disposta ad avere rimpianti, era troppo preziosa per me. Siamo stati ostacolati come coppia, infangati, ma oggi siamo ancora qui».

 

E il prossimo anno festeggerete le nozze d' oro. Cosa pensate di fare?

«In Spagna si dice Si Dios quiere ...».

RITA PAVONE TEDDY RENO PAPA BERGOGLIORITA PAVONE TEDDY RENO PAPA BERGOGLIO

 

Abitate in Svizzera da quasi 50 anni. Una scelta di comodo per non pagare le tasse?

«No, anzi. Ci tengo a dire che ho doppia cittadinanza e pago le tasse in tutti e due i Paesi.

Quando faccio uno spettacolo in Italia mi detraggono subito il trenta per cento».

 

Vivete sul Monte Generoso. Perché lì?

«La Svizzera mi ha dato la serenità».

 

Cosa le spiace, se pensa all'Italia?

«Non aver ottenuto il riconoscimento che merito. Se fossi nata a Londra sarei già Dama».

 

Qui cosa vorrebbe? Spero non una strada o una piazza: quelle si intitolano ai morti!

RITA PAVONE 4RITA PAVONE 4

«Gli spagnoli la strada non la dedicano postuma, ti danno il godimento quando sei vivo».

 

Vorrebbe diventare senatrice a vita?

«Per carità! E poi dopo la mia candidatura alle Europee sto alla larga dalla politica».

 

Tornando indietro si ricandiderebbe come nel 2006 nella lista «Per l' Italia nel Mondo»?

«Mi feci convincere da Mirko Tremaglia. Avrei voluto correre in Sudamerica e invece mi ritrovai nella Ripartizione Europa... E comunque no, ho capito che la politica è solo un dare e avere, non c' è sincerità. Però feci bellissimi incontri, come con gli ex minatori del Belgio».

 

Le hanno mai offerto di fare il giudice ad un talent?

«Mai. Mi piacerebbe. Darei veri consigli ai giovani. Sono tanto concentrati sul look e si dimenticano cosa conta: non puoi fare l' attore senza guardarti tutti i film del passato».

 

RITA PAVONE 2RITA PAVONE 2

A proposito, ha fatto anche cinema e teatro.

«Non dimenticherò mai Giulietta Masina, mi faceva da mamma in Non stuzzicate la zanzara . Semplice, sapeva esattamente chi era, non doveva dimostrare niente. La sera veniva Fellini a prenderla, come un qualunque marito».

 

Spulciando le sue vecchie interviste ho trovato solo un' antipatia dichiarata: quella per Pippo Baudo.

«Veramente sono io che sto antipatica a lui».

 

Come fa a esserne sicura?

«Le pare possibile che in tanti anni di carriera mi abbia invitata solo un paio di volte ai suoi programmi?».

 

In effetti... Senta, so che è juventina. Contenta per il sesto scudetto di fila?

«Molto. Abbiamo tanto in comune con la Juve, a partire dai momenti bui sempre superati».

RITA PAVONE 1RITA PAVONE 1

 

Una sua insospettabile passione?

«La Settimana Enigmistica : il giovedì, quando esce, non ci sono per nessuno. Faccio i cruciverba dal primo all' ultimo e se non mi riescono conservo il numero per controllare la settimana dopo dove ho sbagliato».

 

Dica la verità: si è rifatta le labbra?

«No, sono come quelle di mia nonna: con l' età il labbro inferiore ha ceduto. Una volta in aereo avevo un herpes labiale orrendo e una signora disse al marito: "Dio, ma come si è rovinata!". La gente può essere molto cattiva...».

 

Cosa le rispose?

«Nulla. Mi bastò immaginare di dirle una cosa molto molto brutta...».

 

Ora però chiudiamo in bellezza. Che tipo di mamma pensa di essere stata?

«Brava». E si illumina, per davvero.

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON HA PER NULLA DIGERITO L’INTESA TRA USA E UCRAINA (MEDIATA CON TRUMP DA BIN SALMAN E STARMER) PER UN CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI: IL “MACELLAIO” DI MOSCA (CIT. BIDEN) VOLEVA I NEGOZIATI SUBITO, NON LA TREGUA, CHE INVECE RICALCA LE RICHIESTE DI ZELENSKY – “MAD VLAD” SI STA RENDENDO CONTO CHE IN GIRO C’È UNO PIÙ PAZZO DI LUI: L’INSOSTENIBILE BIPOLARISMO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO È LOGORANTE ANCHE PER MOSCA. UNO CHE DOPO AVER ANNUNCIATO DI AVER SOSPESO ARMI E CIA A KIEV, OPLÀ!, ORA HA RINCULATO. E MINACCIA “SANZIONI DEVASTANTI” SE PUTIN NON ACCETTERÀ L’ACCORDO…

wanna marchi stefania nobile davide lacerenza

CRONACHE DI CASA MARCHI – QUANDO WANNA DICEVA AL “GENERO” LACERENZA: “PORCO, TI DOVRESTI VERGOGNARE, MERITI SOLO LA MORTE” – TRA LE INTERCETTAZIONI DELL’ORDINANZA DI ARRESTO DEL TITOLARE DELLA ''GINTONERIA'' E DI STEFANIA NOBILE, SONO CUSTODITE ALCUNE FRASI STRACULT DELL’EX TELE-IMBONITRICE – LA MITICA WANNA RACCONTA UNA SERATA IN CUI DAVIDONE “TIRA FUORI LA DROGA”: “L’HA FATTA DAVANTI A ME, IO HO AVUTO UNA CRISI E MI SONO MESSA A PIANGERE” – LA DIFESA DI FILIPPO CHAMPAGNE E LA “PREVISIONE”: “IO CREDO CHE ARRIVERÀ UNA NOTIZIA UNO DI ‘STI GIORNI. ARRIVERÀ LA POLIZIA, LI ARRESTERANNO TUTTI. PERCHÈ DAVIDE ADDIRITTURA SI PORTA SEMPRE DIETRO LO SPACCIATORE..."

volodymyr zelensky bin salman putin donald trump xi jinping

DAGOREPORT – COME SI E' ARRIVATI AL CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI TRA RUSSIA E UCRAINA? DECISIVI SONO STATI IL MASSICCIO LANCIO DI DRONI DI KIEV SU MOSCA, CHE HA COSTRETTO A CHIUDERE TRE AEROPORTI CAUSANDO TRE VITTIME CIVILI, E LA MEDIAZIONE DI BIN SALMAN CON TRUMP - E' BASTATO L’IMPEGNO MILITARE DI MACRON E STARMER PER DIMOSTRARE A PUTIN CHE KIEV PUÒ ANCORA FARE MOLTO MALE ALLE FRAGILI DIFESE RUSSE - NON SOLO: CON I CACCIA MIRAGE FRANCESI L'UCRAINA PUÒ ANDARE AVANTI ALTRI SEI-OTTO MESI: UN PERIODO INACCETTABILE PER TRUMP (ALL'INSEDIAMENTO AVEVA PROMESSO DI CHIUDERE LA GUERRA “IN 24 ORE”) – ORA CHE MOSCA SI MOSTRA “SCETTICA” DAVANTI ALLA TREGUA, IL TYCOON E IL SUO SICARIO, JD VANCE, UMILIERANNO PUBBLICAMENTE ANCHE PUTIN, O CONTINUERANNO A CORTEGGIARLO? - LA CINA ASPETTA AL VARCO E GODE PER IL TRACOLLO ECONOMICO AMERICANO: TRUMP MINIMIZZA IL TONFO DI WALL STREET (PERDITE PER 1000 MILIARDI) MA I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI LO HANNO GIÀ SCARICATO…

elly schlein nicola zingaretti donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - CHE FIGURA DI MERDA PER IL PD MALGUIDATO DA ELLY SCHLEIN: A BRUXELLES, TOCCATO IL FONDO, IL PD HA COMINCIATO A SCAVARE FACENDOSI SCAVALLARE ADDIRITTURA DAL PARTITO DI GIORGIA MELONI – SE FDI NON POTEVA NON VOTARE SÌ AL PROGETTO “REARM EUROPE” DELLA VON DER LEYEN, I DEM, CHE ADERISCONO AL PARTITO SOCIALISTA, SI SONO TRASFORMATI IN EURO-TAFAZZI: 10 HANNO VOTATO A FAVORE, 11 SI SONO ASTENUTI (E SOLO GRAZIE ALLA MEDIAZIONE DEL CAPOGRUPPO ZINGARETTI I FEDELISSIMI DI ELLY, DA TARQUINIO A STRADA, NON HANNO VOTATO CONTRO URSULA) – I FRATELLINI D’ITALIA, INVECE, DOPO AVER INGOIATO IL SI', PER NON FAR INCAZZARE TRUMP, SI SONO ASTENUTI SULLA RISOLUZIONE SULL’UCRAINA. LA SCUSA UFFICIALE? "NON TIENE CONTO" DELL’ACCORDO A RIAD TRA USA E UCRAINA. INVECE GLI EURO-MELONI PRETENDEVANO UN RINGRAZIAMENTO DEL  PARLAMENTO EUROPEO A "KING DONALD" PER IL CESSATE IL FUOCO TRA MOSCA E KIEV (CHE, TRA L'ALTRO, PUTIN NON HA ANCORA ACCETTATO...)

philippe donnet andrea orcel francesco gaetano caltagirone

DAGOREPORT: GENERALI IN VIETNAM - LA BATTAGLIA DEL LEONE NON È SOLO NELLE MANI DI ORCEL (UNCREDIT HA IL 10%), IRROMPE ANCHE ASSOGESTIONI (CHE GESTISCE IL VOTO DEI PICCOLI AZIONISTI) - AL CDA DEL PROSSIMO 24 APRILE, ORCEL POTREBBE SCEGLIERE LA LISTA DI MEDIOBANCA CHE RICANDIDA DONNET (E IN FUTURO AVER VIA LIBERA SU BANCA GENERALI) – ALTRA IPOTESI: ASTENERSI (IRREALE) OPPURE POTREBBE SOSTENERE ASSOGESTIONI CHE INTENDE PRESENTARE UNA LISTA PER TOGLIERE VOTI A MEDIOBANCA, AIUTANDO COSI’ CALTA (E MILLERI) A PROVARE A VINCERE L’ASSEMBLEA - COMUNQUE VADA, SI SPACCHEREBBE IN DUE IL CDA. A QUEL PUNTO, PER DONNET E NAGEL SARÀ UN VIETNAM QUOTIDIANO FINO A QUANDO CALTA & MILLERI PORTERANNO A TERMINE L’OPA DI MPS SU MEDIOBANCA CHE HA IN PANCIA IL 13% DI GENERALI…

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...