sofia cucci infermiera sexy

QUEL CHE RESTA DEL FEMMINISMO - RIVOLTA CONTRO LA PUBBLICITÀ DI UNA DISCOTECA CON LA FOTO DI UN’INFERMIERA SEXY: ‘SVILISCE LA CATEGORIA, LA NOSTRA È UNA PROFESSIONE SERIA’ - UN INNOCUO VOLANTINO CON LA STARLETTE SOFIA CUCCI DIVENTA UN CASO DA PORTARE ALL’AGCOM, E IL LOCALE LO RITIRA DALLA CIRCOLAZIONE (MA FATEVE NA RISATA)

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Simona Spagnoli per "Quotidiano nazionale - Il Resto del Carlino" 

 

Il clichè dell' infermiera sexy e del paziente malato bisognoso di 'attenzioni' ha scatenato le proteste dei Collegi degli infermieri di Pesaro-Urbino e di Rimini che si sono spinti a chiedere il ritiro della pubblicità con la quale una discoteca di Riccione, il Pepe Nero che veicola le prenotazioni per il più noto Pascià, reclamizzava sedicenti cure che sarebbero state assicurate a chi si fosse presentato nel locale durante il weekend.

 

La richiesta si è resa necessaria dopo le segnalazioni di alcuni iscritti che nei bar di Pesaro e di Fano avevano notato alcuni volantini che invitavano a partecipare ad un sexy hospital-show a base di non meglio precisati giochi tra malati e infermiere, di cui nella discoteca riccionese si sarebbe resa protagonista Sofia Cucci, starlette rumena ritratta in abiti succinti poco adatti al lavoro in corsia.

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La presidente pesarese del Collegio, Laura Biagiotti, ha reagito scrivendo una lettera ai sindaci di Pesaro, Matteo Ricci, di Fano, Massimo Seri, e al presidente della Provincia, Daniele Tagliolini, chiedendo provvedimenti per bloccare la diffusione del materiale pubblicitario a tutela dei diritti del professionista infermiere, e della sanità in generale.

 

Parallelamente è partita una nota per la presidente del collegio di Rimini, Marina Mazzotti, la quale non ha esitato ad inviare un' analoga missiva al sindaco di Riccione, Renata Tosi, e al presidente della provincia riminese, Andrea Gnassi. «Sarò a Roma sabato per agire anche a livello nazionale - annuncia Biagiotti che in tasca ha un diploma di infermiere professionale -. Sono sconcertata, non pensavo di tornare al retaggio culturale del periodo bellico, quando la crocerossina si prodigava nelle cure del militare ferito.

 

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Oggi la professione è completamente cambiata e per questo pretendiamo il riconoscimento delle nostre competenze. Chi ha disegnato il manifesto ignora che si diventa infermiere dopo avere seguito un corso di studi universitario al termine del quale, per esercitare la professione, è necessaria l' appartenenza ad un albo che espone l' iscritto al potere disciplinare del Collegio in caso di violazioni deontologiche o di norme di legge».

 

I luoghi comuni, figli di un certo tipo di produzione cinematografica e televisiva in voga tra gli anni '70 e '80, evidentemente sono duri a morire. Chi non ricorda le rotonde bellezze di Nadia Cassini, protagonista del film L' infermiera nella corsia dei militari, o la procace Edvige Fenech, che appariva in succinto camice bianco nei film con Alvaro Vitali?

 

Neppure la fiction ha reso giustizia alla categoria: i protagonisti della sanità continuano a essere i medici, a cui vengono affidati i ruoli di maggior spessore, mentre gli infermieri appaiono frustrati e pettegoli. Stereotipi che per anni hanno allontanato i giovani dalla scelta di questo lavoro.

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Intanto, per evitare di sollevare altro clamore, i gestori della discoteca hanno deciso di ritirare immediatamente i volantini distribuiti. Non è dato sapere se la mossa li salverà da un ricorso all' AgCom. La Biagiotti è dura: «Dispiace che, intervenendo i difesa dei nostri oltre cinquemila iscritti tra Pesaro e Rimini, si sia fatta pubblicità gratuita ad un locale che non lo merita».

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