raggi monnezza

AMMAZZA CHE PUZZA! - ROMA CAPUT MONNEZZA: ECCO I 5 ERRORI CHE HANNO CONDANNATO LA CAPITALE ALL'ESTATE DEI MIASMI - DI FRONTE ALL'ANNUNCIO CHE I DUE IMPIANTI DI MALAGROTTA, PER TUTTA L'ESTATE, AVREBBERO FATTO MANUTENZIONE E DUNQUE RIDOTTO LA QUANTITÀ DI RIFIUTI TRATTATI (500 TONNELLATE AL GIORNO IN MENO), C'È STATA UNA SOTTOVALUTAZIONE DEL PROBLEMA

Mauro Evangelisti per “il Messaggero”

 

monnezza

La crisi dei rifiuti a 40 gradi poteva essere evitata. E poteva anche essere facilmente prevista. A Roma Capitale si scrivono post zelanti su Facebook in cui si distribuiscono colpe ad altri o si dice che va tutto benissimo. Meno efficienza sulla prevenzione.

 

Ecco i cinque errori che hanno condannato Roma all'estate dei miasmi. Il primo: di fronte all'annuncio che i due impianti di Malagrotta, per tutta l'estate, avrebbero fatto manutenzione e dunque ridotto la quantità di rifiuti trattati (500 tonnellate al giorno in meno), c'è stata una sottovalutazione del problema. 27 marzo: Luigi Palumbo, il commissario nominato dal tribunale che guida l'azienda di Cerroni e dunque gestisce i due impianti di trattamento che normalmente lavorano 1.250 tonnellate di rifiuti indifferenziati, fa sapere ad Ama che dal 25 aprile i Tmb funzioneranno a metà.

monnezza

 

SBANDO

In quei giorni Ama è allo sbando, la sindaca Raggi dopo un anno di paralisi e braccio di ferro con il presidente che lei stessa aveva nominato, Lorenzo Bagnacani, ha cacciato tutto il Cda, senza però sostituirlo. L'azienda è affidata al direttore esecutivo, Massimo Bagatti, che da solo si trova ad affrontare la tempesta. Palumbo accetta un compromesso. Slitta al 27 maggio (dopo le elezioni) lo stop più consistente (si parte più gradualmente con meno 200 tonnellate). Dunque ci sono due mesi per mettere in campo un piano alternativo.

raggi

 

Si chiede aiuto alla Regione, perché trovi altri impianti, c'è anche l'intervento del Ministero dell'Ambiente. Ma alla fine non si cercano e non s'insiste per una gamma di soluzioni più vasta, che coinvolga anche altre Regioni. Così, il piano diventa fragilissimo. Ad esempio l'impianto di Rida, ad Aprilia, riduce la quantità dei rifiuti accettati, salta tutto. Le esperienze del passato non hanno insegnato nulla, perché è sempre andata così: se sei disperato, se non hai alternative, sei sempre vittima dei fornitori da cui dipendi. Non serve un paracadute, ne servono dieci.

 

monnezza

Il secondo errore, se vogliamo ancora più grave, è stato non attivare tutti gli impianti che l'azienda ha a disposizione. Nel Municipio di Ostia c'è un tritovagliatore mobile (un impianto di trattamento) di Ama che potenzialmente potrebbe lavorare 150-200 tonnellate di rifiuti al giorno. Oggi è, incredibilmente, spento, va comunque a singhiozzo. Ha funzionato, ma per poche decine di tonnellate, due settimane, poi è stato fermato. 200 tonnellate giornaliere non sono molte, ma comunque sarebbero un aiuto. Ama non è riuscita a stipulare contratti con le ditte che dovrebbero poi accogliere gli scarti della lavorazione. Come mai?

raggi

 

Queste ditte sono diffidenti, Ama è un'azienda che da due anni non approva un bilancio e dunque temono per la regolarità dei pagamenti. E qui si arriva al terzo errore: di fronte a un'emergenza rifiuti ampiamente prevista, Virginia Raggi ha lasciato l'azienda senza bilanci. Ne è scaturita l'agonia di una guerra tra i vertici (ripetiamolo: nominati dalla Raggi) e Roma Capitale.

 

raggi

Da febbraio a giugno l'Ama non ha avuto un presidente, un amministratore delegato, non ha un direttore generale. Se nessuno guida l'aereo, come si potranno superare le turbolenze? Non solo: i rifiuti in questo momento sono la piaga più evidente di Roma. Sapete chi è l'assessore ai Rifiuti che sta lavorando 24 ore su 24 per migliorare la situazione? Nessuno. Dall'8 febbraio Virginia Raggi non ha sostituito Pinuccia Montanari che se ne è andata sbattendo la porta. Ovvio poi che la crisi dei rifiuti a 40 gradi ti prenda di sorpresa.

 

Il quarto errore dell'Ama e di Roma Capitale, generato sempre dalla maledetta sottovalutazione dei problemi e dalla propensione a privilegiare i post su Facebook rispetto alla necessità di prendere decisioni, magari impopolari: non preparare l'azienda di fronte alla necessità di aumentare la quantità dei rifiuti da trasportare oltre i confini di Roma Capitale.

 

monnezza

Per capirci: prima c'è stato l'incendio del Tmb di via Salaria (dicembre 2018), poi dalla primavera il rallentamento degli impianti di Malagrotta. Significa che sono circa 1.000-1.500 tonnellate destinati a viaggiare ogni giorno. Questo però significa organizzare il trasbordo dei camion, i percorsi. Tutto è molto più complicato, eppure i centri di trasbordo su cui si stava lavorando sono ancora fermi (Saxa Rubra), per altri è stata fatta marcia indietro (Talenti).

 

l'immondizia di via ostiense a roma ripresa da ferzan ozpetek 2

AVARIA

A proposito di camion e raccolta. Qui si arriva al quinto errore: non avere organizzato l'azienda sul fronte dei mezzi, il 50 per cento è fermo e in avaria, anche a causa dell'età media molto alta. Non solo: di fronte ai cumuli di rifiuti che da tre settimane sono ancora su molti marciapiedi non sono state organizzate «squadre speciali», non sono stati trovati mezzi come i ragni (delle gru) che in tempi rapidi liberassero le strade. Si è andati avanti con piccoli camion e due operatori che, un po' alla volta, a mano provavano a raccogliere i sacchetti accumulati. Loro stessi simboli di una Roma ormai allo stremo.

l'immondizia di via ostiense a roma ripresa da ferzan ozpetek 1cassonetti pieni di spazzatura davanti alle scuole di roma 7monnezzacassonetti pieni di spazzatura davanti alle scuole di romal'immondizia di via ostiense a roma ripresa da ferzan ozpetek 4l'immondizia di via ostiense a roma ripresa da ferzan ozpetekl'immondizia di via ostiense a roma ripresa da ferzan ozpetek 3

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...