
TORNA A CASA, RONNY - RUBATO AL SUO PADRONE QUANDO ERA UN CUCCIOLO, IL LABRADOR RONNY LO RITROVA DOPO 10 ANNI - ERA FINITO NEL GIARDINO DI UN ANZIANO ALCOLIZZATO, LO HA SCOPERTO UN OPERAIO CHE GRAZIE AL MICROCHIP LO HA RESTITUITO AL SUO PROPRIETARIO
Alessia Pedrielli per “Libero Quotidiano”
Dello sguardo allegro e giocoso che aveva da cucciolo non è rimasto nulla. I suoi occhi sono cupi nel muso imbiancato, quasi senza denti.
La sua vita non è stata tutta coccole e giochi pazzi come doveva essere. È stato portato via dalla sua casa quando aveva poco più di un anno, è stato rapito da qualcuno che lo ha preso con sé, forse per vantarsi della sua bellezza e della sua razza pregiata, ma che poi non lo ha amato. Ha passato anni di stenti che lo hanno invecchiato e indebolito: li porta tutti nei muscoli senza forza, nella schiena curvata dall' artrosi e nella pelle piena di piaghe. Il destino, però, ha voluto fargli un ultimo dono.
Esaudire, dopo tanto tempo, quel desiderio che forse, in fondo al suo cuore di cane, non si era mai del tutto spento: tornare a casa, sentire ancora l' odore del suo padrone, potergli leccare la mano e la faccia e riascoltare, almeno un' ultima volta, quella voce cara pronunciare il suo nome. «Vieni Ronny… bravo».
Ronny è un labrador nero, sparito dieci anni fa dal giardino di Domenico Girotti, professionista di Cesena, e di sua moglie Elda. A trovarlo, venti giorni fa, legato ad un palo, quasi in fin di vita, è stato un giovane tecnico di un' azienda di telecomunicazioni. L' operaio si era arrampicato su un traliccio per creare un collegamento e abbassando lo sguardo lo ha visto. Emaciato, pieno di croste, magrissimo.
A tenerlo, così, sul retro di una casa in un piccolo paese a dieci chilometri dalla città, era un anziano alcolizzato, che lo ha ceduto subito, felice di liberarsi di quel peso inutile. Il giovane operaio, generosamente, lo ha portato con sè, lo ha nutrito e fatto curare. E durante la visita dal veterinario la scoperta del microchip e, quindi, del proprietario che, a suo tempo, ne aveva denunciato la scomparsa.
«Quella telefonata mi ha sorpreso, credevo ci fosse un errore, mi parlavano del mio cane che dovevo andare a recuperare come se lo avessi perso poche settimane fa… invece sono passati dieci anni».
Ma Ronny non ha dimenticato. Appena tornato a casa sembrava incerto, passeggiava per il giardino annusando ovunque, cercando di riannodare i fili di quella memoria sepolta da anni di stenti.
Ma sono bastate poche ore per ritrovare in quel vecchio corpo, la fedeltà e l' amore del cucciolo che era stato: «È con noi da tre giorni e non si allontana da me nemmeno un istante, si sdraia accanto mentre lavoro e mi segue ovunque», spiega commosso Domenico. «Non vuole più stare solo, né uscire di casa, come se temesse di perderci un' altra volta, di ritrovarsi nuovamente solo».