RUSSIA E CINA NON VOGLIONO AMMETTERLO, MA HANNO UN NEMICO COMUNE CON L’OCCIDENTE: L’ISLAM – L’ANALISTA COLIN P. CLARKE: “L’ISIS-K ACCUSA IL CREMLINO DI AVERE SANGUE MUSULMANO NELLE MANI, RIFERENDOSI AGLI INTERVENTI DI MOSCA IN AFGHANISTAN, CECENIA E SIRIA. ANCHE LA CINA È UN OBIETTIVO, PERCHÉ CONTINUA A OPPRIMERE I MUSULMANI” – “PUTIN CERCHERÀ DI USARE L’ATTACCO COME PRETESTO PER UN’ESCALATION CON L’UCRAINA…”
Estratto dell’articolo di Francesca Mannocchi per www.lastampa.it
Quasi un anno fa, a maggio del 2023, Colin P. Clarke, Lucas Webber e Riccardo Valle hanno pubblicato su Foreign Policy un articolo dal titolo “Lo Stato Islamico ha un nuovo obiettivo: la Russia”. La tesi dei tre studiosi era che la filiale afgana del gruppo stesse sfruttando la guerra tra Russia e Ucraina per reclutare nuovi miliziani, raccogliere fondi e incitare alla violenza.
A sostegno della loro tesi hanno monitorato e studiato i comunicati del gruppo. Il 3 agosto del 2022, in un numero della rivista in lingua inglese Voice of Khurasan, Isis-K ha pubblicato un articolo dal titolo “Il buco nero Ucraina”.
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Celebrava la guerra tra i “kuffar” (non credenti, ndr), come «una buona notizia per i musulmani di tutto il mondo» e, parlando di Russia e Stati Uniti, affermava che l’America è stata «una furiosa nemica dell’Islam per tutto il secolo scorso, e la Russia non si è dimostrata diversa». Un altro articolo, citato da Clarke, Webber e Valle, risale al 14 agosto 2022. È stato pubblicato sul canale in lingua farsi al Fursan media e esorta i musulmani a essere pazienti e «aspettare l’opportunità di colpire i loro nemici, inclusa la Russia […]».
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Colin P. Clarke, uno degli autori, è il direttore della ricerca presso il think tank Soufan Group, basato a New York. […]
Clarke, un anno fa ha anche pubblicato uno studio intitolato: «La provincia del Khorasan dello Stato islamico è una minaccia crescente in Afghanistan e oltre», sosteneva che un miscuglio di gruppi terroristici e ribelli si stesse metastatizzando, dentro l’Afghanistan, nei Paesi confinanti e che la situazione cominciasse a sembrare stranamente simile all’era pre-11 settembre.
Quali sono gli obiettivi di Isis-K oggi?
ATTENTATO A MOSCA - CROCUS CITY HALL IN FIAMME
«L’obiettivo generale dello Stato Islamico è ricostruire un califfato islamico. Non tentano di nasconderlo, ma recentemente sembra quasi che l’Isis-K stia compiendo un viaggio di vendetta. Probabilmente si tratta di fare un’offerta superiore o tentare di superare altri gruppi terroristici come l’Alpha. Gli uomini tratti in arresto dalle autorità russe sono tagiki ed è noto che molti dei comandati operativi di Isis-K vengano dal Tagikistan, come è noto che i lavoratori tagiki che vivono in Russia siano parte del bacino di reclutamento del gruppo. Al momento, l’Isis-K ha la combinazione più nefasta di capacità operative e intenzioni».
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Dunque non si è sorpreso quando l’Isis ha rivendicato l’attentato a Mosca. […] Cosa è stato sottovalutato?
«Io, Webber e Valle per anni siamo rimasti in ascolto di ciò che l’Iskp diceva nei suoi organi di propaganda. Non c’è magia qui, né voodoo, né improvvisazione, o colpi di scena. Spesso facciamo di tutto per cercare di capire perché questi gruppi attaccano determinati Paesi.
Ma il modo migliore per capirli è semplicemente ascoltarli, leggere quello che ci dicono. E non c’è dubbio che i segnali, e le intenzioni fossero espresse e chiare. Quando è iniziata l’invasione russa in Ucraina l’Isis-K […] ha celebrato la guerra definendola una guerra di “crociati contro crociati”. Con questo attacco Isis-K ha unito precisamente capacità e intenzioni che menzionavo poc’anzi, sanno che i servizi di intelligence russi sono focalizzati sulla guerra in Ucraina, e contro i dissidenti politici. Questo ha aperto un vuoto, un varco, in cui il gruppo ha ritenuto più semplice attaccare».
ATTENTATO ALLA CROCUS CITY HALL DI MOSCA
[…] Perché la Russia è diventata un obiettivo?
«L’Isis-K accusa il Cremlino di avere sangue musulmano nelle mani, riferendosi agli interventi di Mosca in Afghanistan, Cecenia e Siria, questo storicamente, la Russia ha fatto di tutto per sostenere il brutale dittatore Bashar al-Assad, si è avvicinata all’Iran e i mercenari del Gruppo Wagner hanno operato a fianco degli Hezbollah libanesi contro i militanti sunniti in Siria.
ln generale l’Isis-K ha vita facile nell’alimentare un sentimento anti-russo per le passate guerre in Afghanistan, per il sostegno al regime siriano. La Russia viene percepita e descritta come una minaccia di lunga data per l’Islam, e perché simpatizza per gli sciiti, di più è ossequiosa con gli sciiti».
L ATTENTATO ALLA CROCUS CITY HALL DI MOSCA SECONDO VLADIMIR PUTIN - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
Crede che ci sia un ruolo giocato anche dai Talebani, vicini ai russi al punto da essere invitati al Forum economico di Pietroburgo nel 2022, ma storicamente oppositori dell’Isis K.
«Il rapporto tra Talebani e Russia è certamente un fattore determinante nell’ira dell’Isis-K diretta verso Mosca, su questo non ci sono dubbi. […] Vale la pena ricordare che, nel settembre del 2022, un attentatore suicida dell’Isis-K ha attaccato l’ambasciata russa a Kabul, uccidendo due dipendenti e quattro civili afghani».
Anche la Cina è un obiettivo dell’Isis?
«Sì, per il semplice fatto che la Cina continua a opprimere i musulmani. Hanno un campo di concentramento dove stanno tentando qualcosa di simile al genocidio culturale contro gli uiguri.
I SOLDATI RUSSI TAGLIANO L ORECCHIO AL TERRORISTA DELLA CROCUS CITY HALL E GLIELO FANNO MANGIARE 2
In effetti, l’Isis-K è più critico nei confronti del trattamento riservato da Pechino ai musulmani cinesi rispetto alla maggior parte delle nazioni occidentali. La stessa valutazione vale per i regimi del Golfo che criticano l’Occidente per ogni offesa percepita contro l’Islam, ma rimangono muti quando si tratta degli abusi cinesi sulla popolazione musulmana. Il peso economico della Cina le dà carta bianca per commettere gravi violazioni dei diritti umani».
In che modo questo attacco può cambiare il conflitto in Ucraina?
«La Russia, come ha dimostrato in questi giorni, cercherà di usare l’attacco come pretesto per un’escalation con l’Ucraina. Mosca è alla disperata ricerca di ulteriori motivazioni che possano aiutarla a ingannare la popolazione facendole credere che sta combattendo una guerra giusta. Depositare parte della responsabilità dell’attacco su Kyiv sarebbe un perfetto alibi».
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