impacciatore depardieu

ORGASMI LENITIVI - SABRINA IMPACCIATORE RIVELA: “IL PRIMO GIORNO DI SET DI ‘CONCORRENZA SLEALE’ DOVEVO GIRARE CON DEPARDIEU, PER L'AGITAZIONE MI ERO IMBOTTITA DI ANSIOLITICO. ARRIVO SUL SET RALLENTATA. DÉPARDIEU MI FISSA E DICE: "PERCHÉ HAI PRESO LA PILLOLA PER DORMIRE? LA PROSSIMA VOLTA SDRAIATI, APRI LE COSCE, PENSA A ME E TOCCATI: DEL LEXOTAN NON AVRAI PIÙ BISOGNO'' - LUI SI ERA PRESO UNA COTTA E MI TORMENTAVA. MA DEVO AMMETTERE CHE NON ERO INSENSIBILE DI FRONTE A QUEL FASCINO ANIMALESCO E LA NOTTE..."

Estratto dell’articolo di Alessandro Ferrucci per il “Fatto quotidiano”

 

sabrina impacciatore

Sabrina Impacciatore ha una rara verginità emotiva, il tempo non ha corrotto, alterato o viziato il piacere e il rischio di sentire sulla pelle i sussurri del mondo affettivo e sociale; quindi non c' è troppo da stupirsi se il racconto del suo Sanremo insieme all' amico di sempre, Pierfrancesco Favino, viene arricchito da una lacrima; o se rischia di causare un malore alla sua addetta stampa quando candidamente racconta l' invito ricevuto da Gérard Depardieu a masturbarsi. È senza filtri. […]

 

I suoi non la sostenevano nel sogno d' attrice?

Zero. Di nascosto prendevo lezioni da uno statunitense poi diventato un guru, una sorta di filosofo pazzo, mentre mamma era disperata, desiderava un "lavoro serio", e lo ripeteva ogni mattina dopo avermi svegliata con il giornale sul letto, aperto sulla pagina degli annunci economici.

 

DEPARDIEU

[…] Rimorchiare?

Mai avuto problemi da quel punto di vista (arriva il thè).

 

Durante "Venere in pelliccia" desiderava rapporti sessuali?

Per fortuna ero sola, niente fidanzato.

 

[…] Con Scola ha girato "Concorrenza sleale"

Sabrina Impacciatore

Ed è stato il più grande signore del cinema italiano, arrivava sul set in giacca e cravatta, un lord; l' atmosfera era magica, rigorosa, silenziosa, e lui sempre di buon umore.

Il primo giorno di set dovevo girare con Gérard Depardieu, dall' agitazione la sera prima mi imbottisco di Lexotan (ansiolitico); arrivo sul set completamente rallentata, ne parlo con Gérard, e lui si mostra docile e accogliente.

 

Dépardieu dolce e accogliente?

All' inizio, poi con una flemma incredibile mi fissa negli occhi e aggiunge: "Sabrinà, perché hai preso la pillola per dormire? La prossima volta sdraiati, apri le cosce, pensa a me e toccati: del Lexotan non avrai più bisogno".

 

E lei?

ETTORE SCOLA - ELIANA MIGLIO E SABRINA IMPACCIATORE SUL SET DI CONCORRENZA SLEALE

Divento viola e corro da Ettore: da quel momento in poi Scola ha passato il tempo del set a proteggermi, anche perché Depardieu si era preso una cotta e mi tormentava.

 

Perseverante.

Devo ammettere che non ero insensibile di fronte a quel fascino animalesco e la notte me lo sognavo pure (Interviene la sua addetta stampa: "Lei è così, non ha freni").

 

Non ha realmente freni?

Una volta (sempre l' addetta stampa) ha bloccato una mia intervista: "Tu ora stai un momento zitta", e rivolta al giornalista: "Non è in sè, sta parlando così perché è posseduta dal personaggio de La Venere in pelliccia.

 

[…]  Lei è un sogno erotico

La prima volta che me l' hanno detto sono rimasta sconvolta.

 

Chi è stato?

GERARD DEPARDIEU SUL SET DI CONCORRENZA SLEALE

Avevo 18 anni e Gianni Boncompagni sentenziò: "Hai una qualità molto rara ed eterna: sei comica e charmant, con un sex appeal forte, mentre di solito le comiche sono asessuate. Sarà la tua fortuna".

 

Come ha vissuto i primi accenni di fama?

Con Claudia ai tempi di Domenica in eravamo obbligate ad andare in giro con le guardie del corpo; poi al Palatino (studi di Non è la Rai) ogni giorno trovavamo un migliaio di ragazzi che ci saltavano addosso.

 

Cosa la fa soffrire della popolarità?

I selfie: li detesto. Preferisco un abbraccio. Le foto mi fanno sentire stupida, il dover essere sempre in ordine, poi ho la sensazione che ogni scatto mi rubi un pezzo di anima.

 

[…] E con Boncompagni?

IRENE GHERGO GIANNI BONCOMPAGNI

Mia madre era talmente preoccupata che ci provasse da non volermi mandare a casa sua per lavoro.

 

E poi?

Ha ceduto, a un patto: dovevo chiamarla ogni quindici minuti, e così è andata, fino a quando Gianni, stupito, le ha detto: "Signora, questo è il mio numero, telefoni quando vuole". […]

 

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