mark rutte - ursula von der leyen - kais saied - giorgia meloni - firma memorandum tunisia

SAIED, L’ENNESIMO DITTATORELLO CHE VUOLE FREGARCI – IL PRESIDENTE TUNISINO GIOCA SPORCO: MENTRE TRATTAVA PER IL MEMORANDUM CON L’UE, FIRMATO IERI DA VON DER LEYEN-MELONI-RUTTE, IMPEDIVA DI FATTO OGNI POSSIBILITÀ DI SBLOCCARE IL PRESTITO DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE, DA 1,9 MILIARDI DI DOLLARI, CHE IMPEDIREBBE IL DEFAULT – LA SUA STRATEGIA È TIRARE LA CORDA ED EVITARE DI FARE LE RIFORME RICHIESTE DA WASHINGTON. TANTO CI SON SEMPRE GLI EUROPEI A DARE UNA MANO…

Estratto dell’articolo di Leonardo Martinelli per “la Repubblica”

 

mark rutte ursula von der leyen kais saied giorgia meloni firma memorandum tunisia

Quante volte negli ultimi mesi Giorgia Meloni e Antonio Tajani hanno lanciato appelli affinché il Fmi sbloccasse il prestito di 1,9 miliardi di dollari alla Tunisia, necessario per evitare il default. Ma siamo proprio sicuri che lo sbarramento arrivi da Washington? Le cose, in realtà, non stanno esattamente così.

 

Da mesi a bloccare il prestito […] è Kais Saied, il presidente tunisino: rifiuta il programma di riforme che il suo Paese deve impegnarsi a realizzare per ottenere il prestito […]. Malgrado l’agitarsi dei dirigenti italiani, niente si è mosso dalla primavera scorsa.

 

mark rutte, giorgia meloni, ursula von der leyen, najla bouden

Saied non cede. E punta sul fatto che le riserve in moneta straniera, frutto della stagione turistica (quest’estate migliore del previsto) e degli apporti della diaspora tunisina all’estero, senza considerare la recente riduzione delle tariffe energetiche internazionali, permettono alla Tunisia di resistere al default più a lungo di quanto si immaginasse: non sarebbe più una questione di mesi ma piuttosto un’opzione plausibile nel 2024.

 

ursula von der leyen giorgia meloni tunisia

Insomma, il Paese può “vivacchiare” ancora un po’ e tirare la corda, senza preoccuparsi di cominciare a risolvere i suoi problemi strutturali con misure a forte rischio sociale. Ma rischia di vedere aggravare in questi mesi le penurie di prodotti di base che già mancano nei negozi, come zucchero, farina e olio vegetale. Nelle ultime ore si vedono perfino lunghe file davanti ad alcuni panifici: la carenza del pane, all’origine di tante rivolte, è storicamente pericolosa in Tunisia. Saied tira la corda, ma è un azzardo.

 

Per un prestito del Fondo monetario internazionale, in media il negoziato avviene in tre mesi. L’organizzazione sta discutendo con la Tunisia da due anni e tre mesi. […] il Governo della premier Najla Bouden era comunque riuscito a mettere insieme un piano di riforme, sul quale Tunisi e il Fondo avevano raggiunto un accordo preliminare nell’ottobre 2022.

 

mark rutte ursula von der leyen kais saied giorgia meloni

Il via libera definitivo era previsto entro la fine dell’anno scorso. Ma non è mai arrivato, a causa dell’intrusione nel dossier di Saied […] In Tunisia esiste una Cassa di compensazione che finanzia i prezzi di pr odotti come la benzina e altri generi di prima necessità. Queste sovvenzioni rappresentano il 20% del bilancio dello Stato e hanno costituito l’intero deficit pubblico (l’8% del Prodotto interno lordo) nel 2022.

 

Da sole quelle dei carburanti rappresentano il 5%, come dire più delle spese pubbliche per sanità e istruzione. Ma in realtà a beneficiarne è soprattutto il 10% più ricco della popolazione, che può rifornire le sue vetture di alta cilindrata con una benzina a prezzi stracciati.

mark rutte - ursula von der leyen - kais saied - giorgia meloni

 

Il programma di riforme presentato al Fmi prevede di ridurre progressivamente le sovvenzioni, compensando il taglio con aiuti diretti alle famiglie più bisognose. Saied, però, dice di no. E fa anche ostruzione a un’altra riforma importante, la ristrutturazione delle 104 aziende pubbliche, carrozzoni più o meno in stato di fallimento. Una legge sulla governance di queste imprese è stata approvata dal governo, ma il Presidente non ci ha messo la sua firma e l’ha fatta arenare. […]

 

giorgia meloni ursula von der leyen

Intanto il tempo passa. «Le riserve di cambio – continua Saidane – potevano garantire, nell’ottobre del 2022, altri 126 giorni di importazioni. Oggi siamo a circa 100 giorni. La soglia in cui scatta l’allarme è quella dei novanta giorni ».

 

Il deterioramento di questo parametro è reale, ma più lento del previsto Secondo l’economista «quest’anno Saied farà di tutto per pagare gli interessi del debito estero e dovrebbe riuscirci: il default, in realtà, sarà un rischio reale solo nel 2024. Intanto, però, le società pubbliche che importano prodotti di base dall’estero, potrebbero avere più problemi per pagare le forniture. E le penurie dovrebbero aumentare». Quella intavolata tra Saied e il Fondo monetario internazionale sta diventando una pericolosa partita a poker.

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO