la barca di umberto garzarella greta nedrotti lago di garda salo

I DUE TEDESCHI CHE SUL LAGO DI GARDA HANNO SPERONATO LA BARCA DI UMBERTO GARZARELLA, UCCIDENDO LUI E GRETA NEDROTTI, SONO GIÀ TORNATI A MONACO DI BAVIERA CON LA LORO PORSCHE - LA PROCURA NON HA POTUTO FERMARLI PERCHÉ IL REATO DI OMICIDIO COLPOSO NON PREVEDE L’ARRESTO - LA SERA DELL’INCIDENTE ERANO TALMENTE UBRIACHI CHE, PER AIUTARLI A ORMEGGIARE IL LORO MOTOSCAFO DA MEZZO MILIONE DI EURO, È INTERVENUTA...

Monica Serra per "La Stampa"

la barca sventrata di umberto garzarella 1

 

«Ieri mattina tanti saluti e ciao: i due signori tedeschi si sono messi sulla loro Porche e sono tornati a casa, a Monaco di Baviera». Il giorno dopo la tragedia di Salò, sul lago di Garda i turisti e i passanti che si godono il pomeriggio all' ombra dei bar hanno preso il posto del trambusto di domenica, del viavai di carabinieri e sommozzatori che hanno lavorato tutto il giorno per ricostruire il grave incidente navale in cui hanno perso la vita Umberto e Greta.

umberto garzarella

 

Il padre del giovane è disperato: «Sto cercando una tomba per seppellire mio figlio: l' ho salutato al mattino tranquillo e me l' hanno ucciso così». Nel frattempo, però, qui non ci sono più neanche i due villeggianti tedeschi, professionisti di una cinquantina d' anni, che alle undici e mezzo di sabato sera, ubriachi secondo chi li ha visti, a bordo del loro Aquarama Riva, un potente motoscafo da mezzo milione di euro, hanno travolto il gozzo che il 37enne Umberto Garzarella aveva acquistato con tutto il suo amore per il lago.

E ucciso lui e la ragazza che frequentava da qualche settimana, la studentessa venticinquenne di Economia, Greta Nedrotti.

 

GRETA NEDROTTI

I due tedeschi sono partiti alla buon' ora dall' hotel Duomo dove villeggiavano per tornare a casa. Del resto «la legge non consentiva di emettere un provvedimento di fermo», spiega la procura di Brescia. «La pena massima prevista per i reati di omicidio colposo e omissione di soccorso di cui sono accusati è troppo bassa e agli incidenti navali non si possono applicare le norme previste per l' omicidio stradale».

 

I due indagati hanno solo garantito un domicilio nello studio del loro avvocato di Modena. E niente più. Non è stato difficile per i carabinieri rintracciarli dopo che il corpo straziato di Umberto è stato avvistato da un pescatore sulla barchetta di legno scuro, con la fiancata destra distrutta.

 

Erano le cinque del mattino e subito è stata allertata la Guardia Costiera. A bordo la borsa e i vestiti di Greta. Per recuperare il suo corpo a 98 metri di profondità ci sono volute dieci ore di ricerche.

 

cadavere ritrovato sul lago di garda

Così i carabinieri hanno individuato il motoscafo che «è planato sul gozzo» racconta un investigatore. Il potente Riva era ormeggiato alla Nautica Arcangeli, come da quindici anni a questa parte. E lì è rimasto, sotto sequestro. Le immagini delle telecamere del rimessaggio mostrano che sia in uscita, a mezzogiorno, che al rientro, dodici ore dopo, a guidare fosse il proprietario. Ma su chi guidasse al momento dell' impatto le testimonianze sono contrastanti.

 

greta nedrotti

«Di sicuro al rientro erano talmente ubriachi che per aiutarli a ormeggiare è intervenuta una coppia, medico lui e infermiera lei, appena rientrata con la propria imbarcazione», raccontano i frequentatori della nautica.

 

la barca di umberto garzarella

«Il motoscafo dei due tedeschi aveva un grande squarcio sulla prua, stava affondando», dicono i titolari della nautica. «Ovviamente non avevamo idea di cosa fosse successo. Conosciamo il proprietario del Riva da quindici anni. Viene qui quattro settimane ogni estate con la famiglia.

 

Poi per qualche weekend con gli amici. Spesso proprio con l' amico che l' ha accompagnato domenica per assistere al passaggio della Mille Miglia». A mezzanotte i due tedeschi sono andati via a piedi dalla nautica.

GRETA NEDROTTI

 

«Per strada si sono fermati in un locale a bere», racconta un cliente del rimessaggio mentre mostra una foto che lo testimonia. «Hanno bevuto tanto, come tutti qui domenica pomeriggio» dice un barista. Poi sono andati a cenare sulla sponda opposta del lago.

 

Al ritorno il proprietario del Riva si sarebbe addormentato, stando a quanto dichiarato durante l' interrogatorio ai pm. Alla guida ci sarebbe stato quindi l' amico: «Non ho visto nulla, era buio. La barca non aveva le luci di posizione accese». Troppo presto per dirlo: lo stabilirà un consulente dei pm.

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