esecuzione di maria antonietta

SCARAFFIA RACCONTA LA STORIA DELLA GHIGLIOTTINA E DEL BOIA SANSON, TREMILA TESTE TAGLIATE A CAVALLO DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE - PRIMA DELLA BASTIGLIA, TRA LA NOBILTÀ ERA DI MODA AL TERMINE DELLE CENE PORTARE IN TAVOLA UNA PICCOLA GHIGLIOTTINA IN MOGANO, SU CUI VENIVANO DECAPITATE DELLE BAMBOLE, IL CUI VISO RIPRODUCEVA QUELLO DEGLI AVVERSARI DELL'ARISTOCRAZIA. DAL PICCOLO COLLO USCIVA UN LIQUIDO AMBRATO E ODOROSO, IN CUI LE DAME INZUPPAVANO I LORO FAZZOLETTI

charles henri sanson

 

Giuseppe Scaraffia per ''La Domenica - Il Sole 24 Ore''

 

Luigi Filippo era da poco salito sul trono, quando una macabra curiosità spinse Alexandre Dumas a fare visita al boia Sanson. Sapendo quanto fosse riservato, l’aveva avvicinato col pretesto di comprare una delle sue rinomate pomate contro i reumatismi. Presto però quell’uomo anziano dall’aria malinconica aveva capito con chi aveva a che fare e gli aveva fatto visitare a lume di candela una sorta di museo privato.

 

decapitazione di robesperre

Tra accette e strumenti di tortura, Dumas vide i due montanti rossi e tra loro la mannaia arrugginita della ghigliottina su cui era morta Maria Antonietta. Ai piedi dell’ordigno c’erano le due ceste: quella in cui cadeva la testa e quella che riceveva il corpo. Poi Sanson gli fece vedere, in giardino, una massiccia carrozza. Sapendo che il boia aveva diritto a possederla solo se portava il suo nome, Dumas apprezzò lo stemma dipinto sullo sportello, una campana incrinata in campo rosso su cui l’uomo aveva abilmente eluso la legge scrivendo il suo nome diviso in due, sans son, senza suono.

 

charles henri sanson

Da sempre i carnefici vivevano in un mondo a parte. Benché fossero benestanti potevano sposare solo le figlie dei colleghi. I loro figli non venivano ammessi nelle scuole e ogni merce, anche le più necessarie, veniva venduta loro a un prezzo maggiore. Charles-Henri Sanson, erede di una carica tramandata nella sua famiglia per ben tre generazioni, dal 1684, non era un cupo funzionario. Gli piaceva suonare il violino e offrire cene succulente con una sontuosa argenteria. Si irritava solo se lo chiamavano boia. "Non tutti, replicava, sono destinati alla stessa condizione. Il caso mi ha procurato questa, io cerco di farle onore, e ritengo in tal modo di poter evitare un simile nomignolo, che per me è solo un insulto".

 

charles henri sanson

Ma quella posizione defilata gli evitò il rischio, molto frequente durante la rivoluzione francese, di essere sospettato. In quel sanguinario periodo, ben raccontato in queste memorie, ritoccate da Honoré de Balzac e da un poligrafo, Louis-François L'Héritier de l'Ain, quasi tremila persone vennero giustiziate da Sanson.

 

charles henri sanson il boia della ghigliottina

Era stato il gran numero di sentenze capitali a spingere verso un congegno che assicurasse la massima rapidità evitando gli incidenti non rari nelle normali decapitazioni. Quando, il 31 aprile 1791, il dottor Guillotin presentò in parlamento la sua nuova macchina razionale, nell'entusiasmo garantì che usandola si faceva "saltare la testa in un batter d'occhio, senza sofferenza". Al massimo si poteva ipotizzare "una sensazione di freddo sul collo". Le risate scatenate da simili dichiarazioni si spensero solo quando l'Assemblea cambiò argomento.

 

Tra la nobiltà divenne di moda recidere il collo ai polli con piccole ghigliottine. Al termine delle cene veniva portato un modellino in mogano del letale congegno, su cui venivano decapitate delle bambole, il cui viso riproduceva quello degli avversari dell'aristocrazia. Dal piccolo collo usciva un liquido ambrato e odoroso, in cui le dame inzuppavano i loro fazzoletti.

 

esecuzione di maria antonietta

Però, malgrado i suggerimenti di Sanson e di un esperto suo amico, quell’inquietante novità era ancora imperfetta. La modifica decisiva alla lama della ghigliottina venne proprio dalla più celebre delle sue future vittime. Il 2 marzo 1792 Sanson venne convocato nella reggia delle Tuileries. Mentre Guillotin e Louis, il medico del re, esaminavano il disegno della ghigliottina, si schiuse una porta nascosta nella tappezzeria e Luigi XVI entrò senza salutare nessuno.

 

la lama che decapito maria antonietta

Portava un semplice abito scuro e un precoce invecchiamento aveva smorzato l’abituale bonomia. Il sovrano interrogò gli esperti e infine tracciò la linea obliqua che doveva sostituire la mezzaluna prevista. Mentre ascoltava, il carnefice provò un fremito involontario osservando il robusto collo del monarca.

 

Poco tempo dopo prima gli aristocratici, poi i regnanti e i girondini salirono sul patibolo tra gli insulti delle popolane che portavano alle orecchie minuscole ghigliottine con appesa, capovolta, una testina coronata. Sanson si toglieva il cappello davanti ai morituri e usava ogni accorgimento per evitare loro qualsiasi sofferenza supplementare, ma la strage continuò finché Robespierre e Saint-Just non subirono a loro volta quello che veniva soprannominato il “rasoio nazionale”.

 

Suo nipote Henri-Clément, nato nel 1799, amava le arti, il lusso e il gioco d'azzardo, ma il rarefarsi delle esecuzioni capitali aveva intaccato seriamente il suo patrimonio. Schiacciato dai debiti, fu costretto a vendere ogni sua proprietà. Per non perdere la sua ricca biblioteca, cui teneva moltissimo, dovette vendere il suo principale strumento di lavoro, la ghigliottina.

la tomba di sanson

 

Alla prima sentenza capitale, il ministro della Giustizia fu obbligato a riscattarla in gran fretta, per poi licenziare, dopo l'esecuzione, il prodigo funzionario. Povero e dimenticato, l'ultimo dei Sanson morì per ironia nel 1889, nel centenario della presa della Bastiglia che aveva trasformato il carnefice da punitore dei crimini comuni in uno strumento della storia.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…