doccia fredda punizioni padre violento

TE LA DO IO LA MONTESSORI! - SCARICHE ELETTRICHE E DOCCE GELATE SUL BALCONE PER EDUCARE I FIGLI: ARRESTATO 47ENNE ALGERINO DOPO LA DENUNCIA DELLA MOGLIE - LE SEVIZIE PEGGIORI SUL PRIMOGENITO

Antonio E. Piedimonte per “la Stampa”

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Scariche elettriche e bagni freddi sul balcone. Non sono le bestiali torture dell’Isis ma i metodi educativi usati da un padre nei confronti del figlio dodicenne. Violenze atroci, fisiche e psicologiche, quelle inferte da un algerino di 47 anni alla propria famiglia, che sono andate avanti per anni, con le conseguenze che si possono immaginare sulla psiche del figlio.

 

Una barbarie finita l’altra sera, quando la moglie ha trovato finalmente la forza e il coraggio per allontanarsi dalla casa-lager, rifugiarsi in un’altra regione (è scappata in Molise) e denunciare il marito-aguzzino ai carabinieri. I militari - dopo una rapida indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord - sono intervenuti per bloccare l’uomo ed eseguire un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’immigrato, che risiede a Giugliano, grosso centro dell’hinterland settentrionale del capoluogo.
 

Terribile il racconto fatto dalla vittima prediletta, il figlio maschio, che oggi ha quindici anni. Il ragazzo ha descritto una lunga serie di umiliazioni, vessazioni e atrocità. Ma si può immaginare che cosa devono aver vissuto anche la donna e gli altri bambini (più piccoli). L’adolescente ha spiegato che il padre lo costringeva, in pieno inverno, a uscire a torso nudo sul balcone, dove il genitore gli versava addosso secchi di acqua fredda.

 

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Altre volte, ha aggiunto tra non pochi imbarazzi, il padre lo torturava con scariche elettriche. Il motivo? Sempre lo stesso: imporre la propria autorità a moglie e figli, avere su di loro potere di vita e di morte. Un lucido delirio purtroppo già visto tante altre volte e che, come ricordano gli esperti, è all’origine della maggior parte dei femminicidi e di quei traumi psicologici che segnano il destino di un gran numero di bambini e bambine.
 

La donna e i minori sono stati condotti in una struttura protetta e affidati ai servizi sociali, mentre l’uomo è stato rinchiuso in una cella del carcere di Poggioreale. Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, l’algerino - che viveva nel Napoletano da diversi anni - non ha mai avuto problemi né di droga né di alcol. Un profilo in linea con quanto dicono le statistiche, e cioè che almeno l’80% di quelli che scatenano la loro violenza contro donne e bambini sono uomini del tutto «normali», senza alcun disturbo mentale. 
 

Una ordinarietà che spesso trae in inganno le donne – soprattutto quelle più fragili – e che non a caso viene frequentemente sottolineata dagli psicologi dei Centri assistenza e ascolto per le vittime di maltrattamenti delle associazioni specializzate che in tutta Italia raccolgono l’Sos di migliaia di donne ogni anno. 
 

La vicenda di Giugliano ha scatenato un’ondata di sdegno. La prima a intervenire - ieri con una nota - è stata la parlamentare Mara Carfagna: «È raccapricciante, è incomprensibile che nella nostra epoca possa ancora accadere che un padre torturi il figlio e vessi la moglie per imporre la sua volontà. La donna che ha avuto il coraggio di scappare portando con sé i suoi figli, compreso il ragazzo di 15 anni che ha subito torture inaudite, deve essere protetta e tutelata dallo Stato».

 

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La portavoce di Forza Italia ha poi aggiunto: «Per il padre, qualora l’accusa venisse confermata, deve arrivare una pena commisurata alla barbarie e alla violenza che ha inflitto. Tutelare i più deboli e punire in maniera esemplare chi viola diritti umani fondamentali è un nostro preciso obbligo civile e morale». 

 

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