giovanna fatello

GRANDE FRATELLO IN SALA OPERATORIA – IN UNA CLINICA ROMANA SPERIMENTANO LA VIDEOCAMERA FRONTALE PER IL CHIRURGO – GRAZIE AGLI INGRANDIMENTI AIUTA LA VISIBILITÀ DI CHI OPERA E REGISTRA TUTTO A FUTURA MEMORIA, COME UNA SCATOLA NERA (E NON SAREMMO QUI A PIANGERE LA MORTE DI GIOVANNINA FATELLO)

Fabio Di Todaro per “Lastampa.it

 

TELECAMERA FRONTALE TELECAMERA FRONTALE

Tre occhi sono meglio di due: sempre, soprattutto in sala operatoria. È la necessità - per il medico e per il paziente - di avere una “scatola nera” che tenga traccia di tutti i passaggi di un intervento ad aver spinto Andrea Ortensi, direttore dell’unità operativa di microchirurgia generale della casa di cura (accreditata) Fabia Mater di Roma, ad avviare la sperimentazione di una videocamera frontale. Il principale campo di applicazione, a oggi, riguarda la chirurgia della tiroide, nei casi di tumore o di ipertiroidismo non curabile con i farmaci. Ma alcuni test sono stati condotti anche nelle ricostruzioni facciali e comunque, precisa lo specialista, «non esistono limiti all’utilizzo di questo prototipo». L’obiettivo è fornire al chirurgo, accanto all’immagine a occhio nudo, un ingrandimento di cinque volte del campo operatorio.  

 

MASSIMA ACCURATEZZA  

TELECAMERA FRONTALETELECAMERA FRONTALE

L’idea di partire dalla tiroide è nata dalla consapevolezza che per quanto la pratica sia ormai consolidata, non è esente dal rischio di complicanze: come quelle legate alla lesione del nervo laringeo e delle paratiroidi. La videocamera, del peso di trecento grammi, viene posizionata sulla testa dello specialista e funge da “occhio bionico”, in grado di moltiplicare il livello di accuratezza in sala operatoria. Registra tutto: immagini e voci ed è in grado, a posteriori, di riportare anche situazioni di emergenza vissute in sala operatoria. È, di fatto, la trasposizione in medicina delle videocamere oggi tanto in voga tra gli sportivi. Solo così si può vedere quasi in contemporanea un piccolo vaso arterioso - di un millimetro di diametro ad occhio nudo - ingrandito fino a cinque volte e ridurre, di conseguenza, il rischio di lesioni impreviste. Ma i vantaggi legati all’utilizzo del dispositivo sono diversi.  

 

COME IMPARARE DAI PROPRI ERRORI  

TELECAMERA FRONTALETELECAMERA FRONTALE

Uno, per esempio, riguarda gli aspetti medico-legali. Con un “grande fratello” sempre acceso la trasparenza della procedura operatoria è garantita, come l’opportunità di memorizzare e archiviare ogni singolo passaggio dell’intervento. L’altro riguarda la didattica. «Si possono sfruttare eventuali errori come opportunità di miglioramento futuro - afferma Emiliano Marchisio, direttore del programma di ricerca in medicina difensiva del Centro per l’Economia e gli Studi Internazionali dell’Università di Tor Vergata -. La videocamera frontale è uno strumento per fare controllo di qualità in sala operatoria e alleggerire la pressione sul chirurgo».  

giovanna fatello -kbqc-u43050762082561peh-512x384@corriere-web-sezioni_192x144giovanna fatello -kbqc-u43050762082561peh-512x384@corriere-web-sezioni_192x144

 

Da non trascurare sono anche i possibili ritorni economici. In un documento appena pubblicato su Jama Surgery. I ricercatori della John Hopkins University affermano che «l’utilizzo della chirurgia mininvasiva - di cui fanno parte anche la laparoscopia e la robotica - aumenta la sicurezza dell’intervento e permette di ridurre i costi per il sistema sanitario, dovuti alle complicanze postoperatorie e alle degenze più lunghe negli ospedali».  

operazione chirurgica al visooperazione chirurgica al viso

 

UNA TUTELA PER IL PAZIENTE  

Ortensi ha deciso di mettere a punto la videocamera con tre obiettivi: combattere la malasanità, tutelare il medico e al contempo il paziente. Non è un caso che tra i primi operati con il supporto della videocamera ci sia stata una donna a cui era stata asportata la parotide per un tumore. Nel corso dell’operazione, però, i chirurghi avevano sezionato anche il nervo facciale, responsabile dei movimenti dei muscoli della faccia e della palpebra. Paralisi dunque inevitabile, fino alla ricostruzione del nervo in sala operatoria, avvenuta ricorrendo alla microchirurgia. «Oggi la paziente ha riacquistato il 90% della mobilità dei muscoli facciali, ride muove l’occhio e presto arriverà a un totale recupero», chiosa lo specialista. Poteri della chirurgia del terzo millennio.  

chirurgia chirurgia

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…