sbarco luna

SCAZZANDO A SPASSO SULLA LUNA – PENSAVATE DI SAPERE TUTTO SULLO SBARCO SULLA LUNA? BENE, NON È COSÌ – NESSUNO AVEVA RACCONTATO LA GUERRA SENZA ESCLUSIONE DI COLPI CHE “BUZZ” ALDRIN AVEVA FATTO A NEIL ARMSTRONG PER POTERE ESSERE LUI IL PRIMO UOMO A METTERE PIEDE SUL PIANETA E LA DEPRESSIONE CHE LO COLPÌ QUANDO INVECE NON FU SCELTO. NÉ LE PAURE DI MICHAEL COLLINS CHE TEMEVA DI ESSERE COSTRETTO A… - VIDEO

Vittorio Sabadin per "www.lastampa.it"

 

neil armstrong

Si avvicina il 21 luglio, data del 50° anniversario dello sbarco sulla Luna, e quasi ogni giorno emergono nuovi particolari sulla missione dell’Apollo 11, un’impresa della quale credevamo di sapere già tutto.

 

Ma nessuno aveva ancora raccontato la guerra senza esclusione di colpi che “Buzz” Aldrin aveva fatto a Neil Armstrong per potere essere lui il primo uomo a mettere piede sul pianeta e la profonda depressione che lo colpì quando invece non fu lui a venire scelto.

 

Né le paure di Michael Collins, il terzo membro dell’equipaggio, che temeva di essere costretto a lasciare i compagni sulla Luna e a tornare sulla Terra da solo. Molti nuovi retroscena di quella storica impresa sono ora raccontati nel libro “Shoot For The Moon: The Space Race And The Voyage Of Apollo 11”, di James Donovan, uno storico che vive a Dallas.

neil armstrong spedizione apollo 11

Edwin Eugene Aldrin era considerato il più problematico dei tre astronauti dell’Apollo 11. Era un solitario, non amava lavorare in squadra e nessuna donna voleva sedersi vicino a lui alle cene perché non faceva altro che parlare per ore di meccanica orbitale. Ma era l’uomo migliore quando si trattava di agganciare una navicella spaziale a un’altra, così bravo che lo avevano soprannominato Mr Rendezvous. Con Armstrong non aveva però mai legato. Quando entrambi si trovavano nel simulatore e c’era una pausa, i tecnici pensavano che stessero dormendo, perché non si scambiavano mai una parola.

buzz aldrin pronto al decollo

 

Con l’aiuto del suo influente padre, Edwind snr, Aldrin aveva cercato fin dall’inizio dell’addestramento di essere scelto come il primo uomo a scendere sulla Luna.

 

Ne aveva parlato con ogni dirigente del programma, aveva ottenuto qualche rassicurazione e ne aveva discusso persino direttamente con Armstrong, il quale gli aveva risposto con la solita gelida freddezza: “Sarà un momento storico e non è una cosa alla quale intendo rinunciare”.La Nasa decise che sarebbe stato Armstrong a scendere per primo perché era il migliore nel prendere decisioni sotto pressione e nel controllare le emozioni.

Aldrin raggiunge Neil Armstrong

Ad Aldrin fu però detto che Armstrong lo aveva superato per una questione di anzianità e questo gli bastò a rendere accettabile la scelta nei confronti del mondo esterno. Ma nel privato il colpo fu durissimo e per giorni “Buzz” cadde in una profonda depressione dalla quale si riprese solo alla vigilia della partenza.

 

L’Apollo 11 aveva un computer con 72kB di memoria e una velocità di risposta di milioni di volte inferiore a quella di un moderno smartphone. Michael Collins, che avrebbe dovuto attendere i compagni in orbita, era il più preoccupato di tutti.

TRE UOMINI SULLA LUNA

 

I fallimenti delle varie prove a terra gli avevano procurato un tic nervoso agli occhi e portava appeso alla tuta un taccuino con le 18 diverse manovre che sarebbe stato chiamato a fare se l’aggancio della navicella di ritorno dalla Luna non fosse riuscito. Una di queste prevedeva il suo rientro sulla Terra da solo, lasciando gli altri due a orbitare per sempre intorno al pianeta.

 

La bandiera americana viene piantata sul suolo

Collins non voleva che questo accadesse, anche perché non avrebbe sopportato l’idea di avere per tutta la vita il marchio d’infamia di chi aveva abbandonato i compagni. Anche il presidente Richard Nixon si preparava al peggio e aveva fatto scrivere un breve discorso al suo portavoce William Safire: “Il destino ha ordinato agli uomini che sono andati sulla Luna, per esplorarla in pace, di rimanerci in pace”.

BUZZ ALDRIN FOTOGRAFATO DA NEIL ARMSTRONG NEL LUGLIO DI 40 ANNI FA

 

Ma nessun presidente americano ha mai dovuto dire qualcosa di simile: tutti quelli che andarono sulla Luna, dal quel luglio del 1969 al dicembre 1972, sono tornati a casa.

primi passi sulla lunaneil armstrongequipaggio dell apollo 11il presidente nixon che assiste al decolloun orma impressa nella storia dell'umanita'decollo il 16 luglio 1969aldrin che osserva le sue stesse orme sulla lunaaldrin e armostrong hanno passato 21 ore sulla superficie lunarespedizione apollo 11superficie lunare missione apollo 11impronta di un astronauta della missione apollo 11neil armstrong spedizione apollo 11aldrin impegnato negli esperimentiatterraggio sulla lunala luna come non era stata mai vistaL'equipaggio dell'Apollo 11 si avvia sulla rampala bandiera americana piantata sulla lunail comandante neil armstrong.

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO