ULTIMO GIALLO A ZAGAROLO - “SEGNI DI SOFFOCAMENTO”: IL MISTERO DELLA MORTE DEL SACERDOTE: IN UN PRIMO TEMPO SI ERA PENSATO A UN MALORE. MA ORA SI INDAGA PER OMICIDIO
Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”
Era uscito per una passeggiata. In piena notte, nel terreno che circonda la tenuta di San Feliciano dove con altri fedeli aveva restaurato un casale abbandonato trasformandolo in un luogo di raccoglimento e meditazione per chi, non solo a Zagarolo ma in tutti i Castelli romani, si era avvicinato al movimento dei Ricostruttori della preghiera. Per padre Lanfranco Rossi, 60 anni, teologo e docente di spiritualità alla Pontifica Università Gregoriana, uscire al buio e al freddo non era una cosa strana. Anche perché soffriva di insonnia, come racconta chi lo conosceva.
Ma quella dell’11 aprile scorso è stata la sua ultima passeggiata: il sacerdote — conosciuto anche perché studioso di Oriente cristiano oltre che vicino a padre Gian Vittorio Cappelletto, il gesuita che negli anni Settanta fondò i Ricostruttori — è stato trovato morto sotto un noccioleto e da allora è giallo sulla sua tragica fine. I carabinieri del gruppo di Frascati indagano per omicidio dopo che il medico legale ha scoperto con l’autopsia tracce di soffocamento. In un primo momento — e i fedeli che seguivano padre Lanfranco ne sono ancora convinti — si era pensato che il religioso fosse morto per un malore.
Un decesso naturale, forse un incidente, per una caduta accidentale in quella notte umida che gli ha provocato anche ferite non mortali alla testa e al petto. Lesioni che tuttavia potrebbero anche essere lette come segni di un’aggressione. Ma c’è di più. L’agonia di padre Lanfranco sarebbe durata a lungo. Il corpo è stato scoperto solo nella mattinata di domenica da alcuni confratelli che non lo avevano visto rientrare nel centro di preghiera.
Sono stati loro — una decina in tutto — a dare l’allarme. E sempre loro sono stati interrogati dai carabinieri che da giovedì scorso indagano sul presunto omicidio, coordinati dalla procura di Tivoli.
L’intera struttura di San Feliciano è stata sequestrata, il Ris ha svolto alcuni sopralluoghi non solo nel terreno ma anche negli alloggi dei religiosi. Fra le ipotesi non si esclude quella di un’aggressione durante un tentativo di rapina — il sacerdote potrebbe aver scoperto degli intrusi nella proprietà — ma anche di un delitto commesso da persone che il professore conosceva bene. Così si spiegherebbe l’apparente mancanza di reazioni da parte della vittima che, a parte i segni di soffocamento e le ferite superficiali, non avrebbe altre tracce di violenza. Ipotesi, come detto, che attendono conferme anche dagli interrogatori che continuano nella caserma dei carabinieri con gli accertamenti tecnici e tossicologici.
Ma ci sono altri aspetti che gli investigatori dell’arma vogliono chiarire. E potrebbero essere legati all’attività di preghiera nel centro vicino Zagarolo, a una cinquantina di chilometri da Roma. Una struttura che ha attirato decine di fedeli, ospiti delle sedute di meditazione orientale, di corsi yoga e di pratiche proprie dell’induismo che in passato erano state criticate da alcuni ambienti ecclesiastici.
A gettare ombre sui Ricostruttori — come testimoniano le cronache e anche alcuni forum sulla Rete — era stata soprattutto la vicenda dell’arresto e della condanna nel 2008 per pedofilia (una trentina i casi accertati) di don Pierangelo Bertagna, ex abate di Farneta, in provincia di Arezzo. Allora si parlò anche di genitori preoccupati per i figli plagiati in alcuni dei centri della comunità sparsi in tutta Italia.
Fino a questo momento collegamenti fra quelle vicende e il dramma di San Feliciano non sarebbero emersi. E secondo Roberto Rondanina, responsabile generale dei Ricostruttori, non ci sono misteri: padre Lanfranco è morto «per un’insufficienza cardio respiratoria» e le notizie su una presunta morte violenta «sono prive di fondamento e gravemente offensive» per il sacerdote. Il vescovo della diocesi di Palestrina, monsignor Domenico Sigalini, non sembra dello stesso avviso e parla invece di «morte drammatica, inaspettata, in quel luogo di preghiera e raccoglimento». Il giallo è soltanto all’inizio, ma a questo punto non si escludono colpi di scena.