tunisia attentato bardo

I FAMILIARI DELLE VITTIME DELL’ATTENTATO AL MUSEO DEL BARDO DI TUNISI HANNO CHIESTO RISARCIMENTI MILIONARI A COSTA CROCIERE: L’ISIS AVEVA MINACCIATO, LA COMPAGNIA SAPEVA CHE ERA A RISCHIO - SELVAGGIA: SE COSTA DOVESSE DECIDERE LE SUE TAPPE IN BASE AI VIDEO DELL'ISIS, GETTEREBBE L'ANCORA IN MARE APERTO, PER UN BAGNO NEL MEDITERRANEO. LUOGHI SICURI NON ESISTONO. NIZZA ERA A RISCHIO?’ - E LE SCRIVE UNA DEI SOPRAVVISSUTI

1. È GIUSTO CHIEDERE RISARCIMENTI MILIONARI PER ATTENTATI TERRORISTICI?

Selvaggia Lucarelli per ‘il Fatto Quotidiano

 

Alcuni familiari delle vittime dell'attacco al museo del Bardo hanno chiesto un risarcimento milionario a Costa Crociere per aver previsto una tappa in Tunisia nonostante l'attentato fosse "prevedibile". Si tratta dell'ex marito di Antonella Sesino, Lorenzo Barbero, dei figli Giacomo e Simone e dei genitori della donna.

 

il terrorista tunisino responsabile degli attentati del bardo e sousseil terrorista tunisino responsabile degli attentati del bardo e sousse

Anche due famiglie venete, sopravvissute all'attentato di due anni fa rivendicato dall'isis, hanno chiesto un risarcimento per danni morali. Si parla di disturbo post traumatico da stress, ansia , insonnia e tutta una serie di "cicatrici invisibili", così le definiscono gli avvocati, che sono rimaste addosso ai turisti scampati alla strage. E di sicuro non è difficile credere che sia così, vista la drammaticità degli eventi, quelle fughe disperate su per le scale del museo, il rumore degli spari e la paura di non uscire vivi da quell'incubo.

 

Per Costa Crociere, dopo la vicenda Schettino, si tratta di una nuova dura battaglia legale legata ad un evento tragico, ma questa volta, la questione delle responsabilità, è molto più fumosa. Non ci sono capitani incoscienti, moldave in cabina, inchini e fondali insidiosi. Di insidioso c'è solo il contesto in cui si sono svolti i fatti e la situazione politica mondiale che rende sempre più complesso delineare una mappa precisa dei paesi a rischio.

 

JABEUR KHACHNAOUI - YASSINE LAABDI - I DUE ATTENTATORI DELLA STRAGE DI TUNISIJABEUR KHACHNAOUI - YASSINE LAABDI - I DUE ATTENTATORI DELLA STRAGE DI TUNISI

Gli avvocati della famiglia della povera dipendente comunale di Torino morta nell'attentato hanno raccolto, sostengono, prove schiaccianti che inchiodano Costa Crociere alle sue responsabilità. La compagnia di navigazione conosceva il rischio, ma non ne ha tenuto conto. Lo dimostrerebbero filmati che giravano su Internet contenenti minacce dello stato islamico alla Tunisia  e indicazioni sul sito della Farnesina che alla voce "Tunisia" suggeriva prudenza per "la crescente preoccupazione circa la situazione del paese" e "si raccomanda di evitare assembramenti di qualsiasi natura a Tunisi e nelle altre località".

 

il terrorista  tunisino responsabile degli attentati del bardo e sousseil terrorista tunisino responsabile degli attentati del bardo e sousse

Ora. L'iniziativa legale delle famiglie è legittima e ho il massimo rispetto per il dolore di chi  è stato toccato da questo drammatico evento, però ho diverse perplessità. Intanto parliamo dei presunti video dello stato islamico che avrebbe minacciato attentati in Tunisia. Lo stato islamico -non è una gran notizia- confeziona con sapiente sadismo e con evidenti intenti propagandistici, video di minaccia nei confronti di una gran quantità di paesi e addirittura continenti.

 

Nel 2016 sono stati diffusi video in cui si minacciavano Europa, America, Russia, Italia, Francia, Israele, Belgio, il papa, Roma, Berlino, Londra e secondo l'intelligence sono nel mirino anche Portogallo, Spagna, oltre naturalmente a una serie di paesi quali Egitto, Marocco, Turchia, Indonesia, Svezia, Olanda, buona parte dell'Asia e così via. Se Costa Crociere dovesse decidere le sue tappe in base ai video dell'Isis, probabilmente farebbe scalo a Malta, sull'Isola di Montecristo e poi getterebbe l'ancora in mare aperto, per un bagno nel Mediterraneo. E non è cinico sarcasmo.

attacco al museo del bardo a tunisi, strage di turisti 9ec05cattacco al museo del bardo a tunisi, strage di turisti 9ec05c

 

 È che luoghi sicuri, al momento, non esistono. Esistono solo luoghi più a rischio di altri, ma probabilmente le statistiche non avrebbero ritenuto il lungomare di Nizza tra i luoghi più a rischio e neppure club gay di Orlando. Inoltre, se decidiamo che Costa Crociere ha sottovalutato la pericolosità della Tunisia mandando i turisti al macello, dovremmo chiedere a Erasmus di non inviare più studenti in Germania, Spagna, Francia e così via, perché se in un eventuale attentato che so, a Madrid, rimane coinvolto un nostro studente, si può concludere che "Erasmus sapeva".

 

Le agenzie di viaggio, tutte, nel mondo, dovrebbero smettere di proporre l'Italia come meta turistica  perchè tutti sanno che siamo nel mirino dell'Isis e nel caso accadesse qualcosa, "l'agenzia di viaggio sapeva". Le stesse compagnie aeree dovrebbero smettere di fare scalo a Bruxelles, Istanbul o a Berlino. Ci sono stati attentati in vari aeroporti e ci possono essere, "le compagnie sanno". Poi c'è il tema Farnesina e il sito Viaggiare Sicuri che consigliava di evitare luoghi di assembramento in Tunisia.

spari dentro al museo bardo di tunisispari dentro al museo bardo di tunisi

 

Ora, basta visitare il sito per rendersi conto che ormai questa avvertenza riguarda una quantità spaventosa di paesi, dalla Thailandia all'Indonesia in cui gli italiani vanno in massa nonostante i frequenti attentati per poi passare alla Spagna, alla Francia e perfino l'Islanda definita "esposta a rischio terrorismo come gli altri paesi europei". Io nel 2016 sono stata in Myanmar, a rischio attentati, Spagna, a rischio isis, in Australia, in cui Isis minaccia attentati da tempo, in Belgio (non ne parliamo), a New York (che ve lo dico a fare) e in un'altra serie di località che sono a rischio esattamene come Milano, la città in cui vivo.

 

Dovrei trasferirmi in campagna, per sentirmi del tutto sicura. La verità è che chiunque viaggi ha il dovere di conoscere la situazione politica del paese in cui va e deve valutare i rischi con razionalità e consapevolezza. Non è colpa di un'agenzia di viaggi se ci propone l'Egitto e noi andiamo in Egitto per fare la foto sul cammello senza sapere che è un paese a rischio come tanti altri. Il viziaccio di deresponsabilizzarci e di delegare ad altri il dovere di essere informati lo dobbiamo perdere.

 

tunisi attentato museo del bardo  9tunisi attentato museo del bardo 9

E dico tutto questo comprendendo il dolore dei familiari della vittima del Bardo e augurando loro di avere giustizia. Solo che davvero, i loro legali dovrebbero suggerire a Costa Crociere la lista delle tappe sicure, perché ho paura che se la compagnia di navigazione verrà ritenuta colpevole, nessuno proporrà più una metà turistica a un cliente. E infine, più che dire "loro sapevano", dobbiamo imparare a dire, da buoni turisti consapevoli, "noi sappiamo".

 

 

 

2. UNA SOPRAVVISSUTA ALL’ATTENTATO DEL BARDO SCRIVE A SELVAGGIA, LEI PUBBLICA LA LETTERA SU FACEBOOK

Mi ha scritto Cristina, sopravvissuta all'attentato rivendicato dall'Isis al museo del Bardo due anni fa. Leggetela, è molto lucida, cruda, toccante:

 

Ciao Selvaggia. Mi chiamo Cristina, ho 32 anni e sono una delle persone che hanno rischiato la pelle il 18 marzo 2015 al museo del Bardo. Ti scrivo perché ho appena letto il tuo post e non ho resistito, non perché io abbia qualcosa da contestare o dire, ma semplicemente per raccontarti la mia storia. Quella mattina la ricordo come se fosse ieri. Siamo arrivati al porto di Tunisi intorno le 7.30 ed era una giornata di sole meravigliosa. Ero molto felice, non vedevo l ora di visitare una città cosi diversa dalle nostre e con una cultura che mi ha sempre affascinato. Ricordo di avere stressato il mio compagno per mesi per quel viaggio che avevo tanto desiderato (avrei festeggiato li i miei 30 anni).

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Dopo il briefing nel teatro della costa fascinosa siamo scesi dalla nave per salire sui bus che ci avrebbero portato in città. Di lì a poco il momento che mi avrebbe salvato la vita e che Mi avrebbe fatto prendere il bus della salvezza: ho temporeggiato nel prendere un te al bar. Quei minuti spesi nel sorseggiare il mio te, mi hanno permesso di salire sul bus 26. Il bus arrivato per primo al Bardo. Il bus dove i terroristi non sono saliti per sparare, perché hanno assalito il bus 27 (quello dove è stato ucciso l autista ed altri turisti).

 

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Sento tutt'oggi e ho sentito per mesi gli spari nelle mie orecchie. Vedo ancora le immagini di persone disperate e ancora mi porto addosso una disperazione che a distanza di anni non mi lascia mai. Ricordo ancora le immagini di un gruppo di turisti correre verso di me, il non capire cosa stesse succedendo e il cominciare a realizzare cosa girava attorno a me.

 

Ricordo il rumore assordante, le urla, i pianti dei bambini e delle loro mamme. Il terrore di non sapere se ne sarei uscita viva o meno, la mano del mio oggi marito stritolata dalla paura, le chiamate e i pianti di mia madre che mi aveva visto salire le scale del museo al tg. Li ricordo con una lucidità che non immagineresti. Poi ricordo le chiamate di alcuni turisti italiani alla Farnesina, che ci diceva di stare tranquilli. Nel frattempo spari, sangue e disperazione.

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La nostra guida nel frattempo in contatto con la polizia tunisina ci faceva scappare da una stanza all'altra per farci avvicinare quanto piu possibile all uscita posteriore del museo. È durata 4 ore e mezza. Quattro ore in cui tempo per pensare se ne uscirai viva o morta ne hai. Ho pensato continuamente a com era possibile che stesse succedendo proprio a me. E non me ne facevo una ragione. In fondo ero solo una ragazza che voleva festeggiare i suoi 30 anni col suo compagno facendo un bel viaggio. Punto.

 

 Dopodiché finalmente dopo avere camminato parecchio per tutto il museo, finalmente troviamo un bus dove la disperazione ha toccato il punto massimo. Un bus per 60 persone carico con un numero spropositato di anime in cerca della salvezza. Ok, eravamo saliti tutti. Il bus ha iniziato a correre come un dannato per portarci nuovamente al porto dove la nave ci aspettava. Abbiamo dovuto fermarci a non so quanti posti di blocco. La città era nel caos piu totale e La polizia tunisina allo sbaraglio. Dopo una quarantina di minuti siamo finalmente arrivati alla nave. E non so quanto ho pianto. Ero sconvolta.

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E incredula. Sono salita subito in cabina per accendere la tv e capire o meglio, cercare di capire. Nella hall dove le due gentili ragazze mi avevano fatto il biglietto c erano chiazze di sangue immense. E le due gentili ragazze erano morte. Il percorso che avevo fatto a piedi nell ammirare tutti quei mosaici era tutto tappezzato di rosso. Insomma, ho capito veramente cosa fosse successo dai tg. E lì è mi sono spezzata in mille pezzettini, che ancora oggi non sono riuscita a mettere assieme. I tg erano diventati la mia ossessione.

 

Speravo di recepire sempre un dettaglio in piu ogni volta che ne vedevo uno. Ero incredula. Non riuscivo a realizzare di esserne uscita viva. E questa sensazione Non mi ha abbandonata per lungo tempo. Arrivo al dunque. Sono stata contattata piu volte per potenziali class action, cause eccc.. ho sempre detto di no. Perché a volte vuoi solo dimenticare. E cercare di dimenticare per me è stata la salvezza. È vero costa crociere non è che abbia poi gestito benissimo la cosa, ed è anche vero che gestirla non era cosa semplice.

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A palma de Mallorca siamo stati raggiunti da degli psicologi, ma se hai la sfiga come me di non credere nella psicologia non te ne fai granché. Abbiamo avuto rimborsato il costo della crociera. Poco piu di mille euro e le scuse su un foglio bianco. Finito. Il comandante della nave non si è MAI visto né quella sera, ne dopo. Giungo alla conclusione. Sono viva e non ho perso la voglia di viaggiare. Quella spero di non perderla mai. Ed entrambe le cose non possono essere in nessun modo monetizzate. Hanno troppo valore. Grazie Selvaggia, ti stimo moltissimo.

Cristina

 

 

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