alberto boni e katharina opavska

SESSO, MILIONI E DEPISTAGGI SULLA COSTA BUZZURRA! IL MISTERO DELLA MORTE DEL BROKER ALBERTO BONI IN COSTA AZZURRA, L’EX AMANTE: “SONO STATA INCASTRATA. I VERI ASSASSINI SONO ITALIANI E ANCORA LIBERI, NON LI HANNO VOLUTI CERCARE" - L'IMPRENDITORE MILANESE E’ STATO UCCISO NEL 2000. PER IL DELITTO È STATA CONDANNATA LA SUA AMANTE KATHARINA OPAVSKA, CHE AVREBBE PUNTATO ALL'ASSICURAZIONE SULLA VITA DELL'UOMO: “HO PAGATO CON 11 ANNI DI CARCERE COLPE MAI COMMESSE”

Andrea Galli per milano.corriere.it

 

Di Alberto Boni, 64 anni, milanese, la vittima, dissero che era spregiudicato ma del resto lavorava come broker: muoveva soldi, tantissimi soldi. Forse troppi.

 

Di Katharina Opavska, che oggi ha 66 anni ed è nata nell’allora Cecoslovacchia, scrissero che era la sua amante nonché la classica «Mantide» d’una storia di sesso, appunto denaro e morte essendo stata arrestata per complicità nell’omicidio del gennaio 2000.

 

Alberto boni e Katharina Opavska

Undici anni di carcere in un’inchiesta forse germogliata male e proseguita peggio perché gli investigatori mai hanno individuato i (presunti) alleati della donna, ovvero gli esecutori oppure co-esecutori materiali dell’assassinio; perché sulla scena del crimine rimasero misteri irrisolti; perché Katharina da subito consigliò, inascoltata, di esplorare la famiglia di Boni e la sua cerchia di collaboratori, mentre di rimando i parenti del broker mai hanno avuto dubbi.

 

Lei, soltanto lei: la «Mantide». Ma può aver avviato in solitaria e in solitaria concluso, una donna di cinquanta chili scarsi, in Francia da poco e che non parlava il francese, un tale diabolico, muscolare e letale piano?

 

L'ultima sera

Queste di Roquebrune Cap Martin, dopo Mentone, in Costa Azzurra, dove viveva la coppia («Ero la sua unica donna, non l’amante»), sono terre pacifiche che ospitano una principale narrazione: i migranti che da Ventimiglia provano a superare il confine. Quest’altra narrazione, invece, ma lo stesso succede a Milano, non ha registrato interesse e di conseguenza clamore, quasi che sia un fatto concluso. Non sarebbe così, e andiamo a conoscerne i motivi, anche con le nuove parole di Katharina.

 

Dunque gennaio 2000. La notte tra il 21 e il 22. In fondo a una scarpata in località Gorbio, sulla cartina sopra Roquebrune Cap Martin, brucia la Subaru targata AX909BX. Dentro, un corpo carbonizzato. Boni. La macchina è la sua. Ha lasciato Milano con destinazione la Francia e Katharina, che rientra da un pomeriggio alle terme dell’«Hotel de Paris» di Montecarlo.

KATHARINA OPAVSKA 34

 

Ebbene la scarpata, come da misurazione degli agenti di Nizza del capitano Jean-Luce Sice, è a 17 metri sotto il livello della strada. La discesa, per tacere della risalita, impegna e richiede tempo. Siccome fu esclusa un’auto-combustione, il fuoco venne appiccato. La zona non è piena di traffico, anzi, ma nemmeno isolata; parecchie le curve, bisogna guidare piano.

 

Difficile pensare che qualcuno abbia rischiato di calarsi (peraltro con la possibilità di cadere), di avvicinarsi alla Subaru, di innescare il rogo e compiere il percorso inverso obbligato alla lentezza, con le annesse insidie d’essere visto. Sicché si ipotizzò il lancio di una bottiglia molotov (possibile con quella precisione?). Un testimone mise a verbale d’aver scorto un’ombra che eseguiva proprio l’azione del lancio di un oggetto.

 

La donna col caschetto

Testimoni. Un altro disse d’aver notato, in precedenza rispetto all’uscita di strada, Boni insieme a due uomini e una donna con capelli a caschetto color castano. Katharina era bionda. Ma Katharina non negò la presenza di questi individui che in ogni modo le erano ignoti. Quando s’incontrò con Boni, costui la accompagnò a un incontro che il broker non poteva evitare.

 

«Cose di affari. Avveniva di frequente. Quei due, alti, erano italiani». Uno schiaffeggiò in volto la donna ordinandole di rincasare. Boni non si oppose. Katharina camminò verso l’abitazione. Andò a dormire. «Ero abituata ai suoi ritardi, non mi preoccupai affatto». Quanto agli uomini, erano sospetti ma «Alberto incrociava un’infinità di individui, e insomma...».

KATHARINA OPAVSKA

 

I farmaci-bomba

A sentire la versione di Katharina, che veniva da due matrimoni falliti durante la permanenza in Germania, «Alberto aveva un’assicurazione sulla vita di 7 milioni di marchi tedeschi». Le spettava un milione. A sentire i figli del broker, «papà aveva sentimenti contrastanti a causa della reticenza sul passato della donna». Rimaniamo sui figli. Al magazine del Corriere «Sette» la figlia Laura aveva consegnato un memoriale. Il 21 gennaio, venerdì: «Non sento papà ma so da amici che è andato a Mentone. È partito con la Subaru alle 17».

 

Dalla famiglia non vi fu menzione dei farmaci assunti da Boni. Il medico legale isolò l’ingerimento, due ore prima di esser ammazzato, di Lorazepam, un potente ansiolitico che addormenta. Il medicinale potrebbe aver generato il colpo di sonno causa dello sbandamento della Subaru. D’accordo. Ma il rogo? Nell’impianto accusatorio accolto con la condanna di Katharina, i killer stordirono Boni coi medicinali, inscenarono l’incidente, appiccarono l’incendio. Movente? Quei soldi dell’assicurazione sulla vita.

 

«Ho perso tutto»

Gli accertamenti patrimoniali non hanno svelato «strani» movimenti collegabili a Katharina. Che dice: «Vivo della pensione. Ho pagato colpe non commesse. Ho perso undici anni di vita. Mi hanno tolto tutto a cominciare dalla libertà. La casa di Roquebrune? Me l’hanno levata. Questo è un caso chiuso troppo presto. Ma non è finita. È un mio pensiero fisso, ogni giorno. Gli assassini sono liberi da ventidue anni. E non mi andrà via la paura che qualcuno preferisca zittirmi. Chi ama la verità deve riaprire il caso».

Ultimi Dagoreport

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON HA PER NULLA DIGERITO L’INTESA TRA USA E UCRAINA (MEDIATA CON TRUMP DA BIN SALMAN E STARMER) PER UN CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI: IL “MACELLAIO” DI MOSCA (CIT. BIDEN) VOLEVA I NEGOZIATI SUBITO, NON LA TREGUA, CHE INVECE RICALCA LE RICHIESTE DI ZELENSKY – “MAD VLAD” SI STA RENDENDO CONTO CHE IN GIRO C’È UNO PIÙ PAZZO DI LUI: L’INSOSTENIBILE BIPOLARISMO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO È LOGORANTE ANCHE PER MOSCA. UNO CHE DOPO AVER ANNUNCIATO DI AVER SOSPESO ARMI E CIA A KIEV, OPLÀ!, ORA HA RINCULATO. E MINACCIA “SANZIONI DEVASTANTI” SE PUTIN NON ACCETTERÀ L’ACCORDO…

wanna marchi stefania nobile davide lacerenza

CRONACHE DI CASA MARCHI – QUANDO WANNA DICEVA AL “GENERO” LACERENZA: “PORCO, TI DOVRESTI VERGOGNARE, MERITI SOLO LA MORTE” – TRA LE INTERCETTAZIONI DELL’ORDINANZA DI ARRESTO DEL TITOLARE DELLA ''GINTONERIA'' E DI STEFANIA NOBILE, SONO CUSTODITE ALCUNE FRASI STRACULT DELL’EX TELE-IMBONITRICE – LA MITICA WANNA RACCONTA UNA SERATA IN CUI DAVIDONE “TIRA FUORI LA DROGA”: “L’HA FATTA DAVANTI A ME, IO HO AVUTO UNA CRISI E MI SONO MESSA A PIANGERE” – LA DIFESA DI FILIPPO CHAMPAGNE E LA “PREVISIONE”: “IO CREDO CHE ARRIVERÀ UNA NOTIZIA UNO DI ‘STI GIORNI. ARRIVERÀ LA POLIZIA, LI ARRESTERANNO TUTTI. PERCHÈ DAVIDE ADDIRITTURA SI PORTA SEMPRE DIETRO LO SPACCIATORE..."