LA PAPATA BOLLENTE - NELLA SUA ESORTAZIONE, BERGOGLIO HA DEFINITO IL SESSO “UN REGALO MERAVIGLIOSO DI DIO CHE ABBELLISCE L’INCONTRO TRA GLI SPOSI” - MA LA TRADIZIONE DELLA CHIESA E’ FERMA ALLA DONNA “PORTA DEL DIAVOLO” E A “TOCCARE LA DONNA E’ UN MALE: NEL COITO UOMINI E DONNE NON SI DISTINGUONO DAI PORCI”
Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”
VIGNETTA DI VAURO SU BERGOGLIO E IL SESSO
l matrimonio è un dono di Dio. Tale dono include la sessualità (Jorge Mario Bergoglio, papa Francesco, d’ora in poi semplicemente Francesco). «Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini; e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca» (Matteo 19,12). Dio stesso ha creato la sessualità, che è un regalo meraviglioso per le sue creature (Francesco).
«La donna è un tempio costruito su una cloaca. Tu, donna, sei la porta del diavolo, tu hai circuìto quello stesso (uomo) che il diavolo non osava attaccare di fronte. È a causa tua che il figlio di Dio ha dovuto morire; tu dovrai fuggire per sempre in gramaglie e coperta di cenci» (Tertulliano).
papa francesco bergoglio via crucis 2016
L’erotismo più sano, sebbene sia unito a una ricerca di piacere, presuppone lo stupore, e perciò può umanizzare gli impulsi. In nessun modo possiamo intendere la dimensione erotica dell’amore come un male permesso o come un peso da sopportare per il bene della famiglia, bensì come dono di Dio che abbellisce l’incontro tra gli sposi (Francesco).
«Se è un bene non toccare una donna, allora è un male toccarla: gli sposati vivono come le bestie, infatti nel coito con le donne gli uomini non si distinguono in nulla dai porci e dagli animali irrazionali» (San Gerolamo).
L’UOMO E LA DONNA NEL MATRIMONIO
L’unione sessuale, vissuta in modo umano e santificata dal sacramento, è a sua volta per gli sposi via di crescita nella vita della grazia. È il mistero nuziale (Francesco).
BERTONE E BERGOGLIO c a ac d e a a c
«Maria fu pura, santa, senza macchia, risplendente, dai sentimenti divini, santificata, libera da tutte le lordure del corpo, del pensiero, dell’anima» (Sofronio da Gerusalemme).
La Bibbia è popolata da famiglie, da generazioni, da storie di amore e di crisi familiari (Francesco).
«Se fosse amico il re dell’universo / noi pregheremmo lui della tua pace / poi c’hai pietà del nostro mal perverso» (Dante Alighieri, Inferno, V canto, episodio di Paolo e Francesca). «Le donne siano sottomesse ai mariti» (San Paolo, Lettera agli Efesini 5, 22).
È importante essere chiari nel rifiuto di qualsiasi forma di sottomissione sessuale. Perciò è opportuno evitare ogni interpretazione inadeguata della Lettera agli Efesini. San Paolo qui si esprime in categorie culturali proprie di quell’epoca, ma noi non dobbiamo assumere tale rivestimento culturale, bensì il messaggio… (Francesco).
Desideri, sentimenti, emozioni, quello che i classici chiamavano «passioni», occupano un posto importante nel matrimonio… L’essere umano è un vivente di questa terra e tutto quello che fa e cerca è carico di passioni (Francesco).
«Sì, dalla volontà perversa si genera la passione, e l’ubbidienza alla passione genera l’abitudine, e l’acquiescenza all’abitudine genera la necessità» (Sant’Agostino, Confessioni, Libro VIII).
I DESIDERI SESSUALI
Provare un’emozione non è qualcosa di moralmente buono o cattivo per sé stesso. Incominciare a provare desiderio o rifiuto non è peccaminoso né riprovevole (Francesco).
«I desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace. Infatti i desideri della carne sono in rivolta contro Dio, perché non si sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero» (San Paolo, Lettera ai Romani 8,21).
Provare piacere per qualcuno non è di per sé un bene. Se con tale piacere io faccio in modo che quella persona diventi mia schiava, il sentimento sarà al servizio del mio egoismo. Credere che siamo buoni solo perché «proviamo dei sentimenti» è un tremendo inganno. Ci sono persone che si sentono capaci di un grande amore solo perché hanno una grande necessità di affetto, però non sono in grado di lottare per la felicità degli altri e vivono rinchiusi nei propri desideri (Francesco).
«Le donne sono destinate principalmente a soddisfare la lussuria degli uomini. Dove c’è la morte ivi c’è il matrimonio, dove non c’è matrimonio ivi non c’è morte» (San Giovanni Crisostomo).
Più che parlare della superiorità della verginità sotto ogni profilo, sembra appropriato mostrare che i diversi stati di vita sono complementari, in modo tale che uno può essere più perfetto per qualche aspetto e l’altro può esserlo da un altro punto di vista (Francesco).
«Maria, per la grazia di Dio, è rimasta pura da ogni peccato personale durante tutta la sua esistenza» (Catechismo della Chiesa cattolica, punto 493).
D’altra parte, i momenti di gioia, il riposo o la festa, e anche la sessualità, si sperimentano come una partecipazione alla vita piena della sua Risurrezione di Cristo (Francesco).
«Cristo non rideva mai» (Jorge da Burgos, da «Il nome della rosa» di Umberto Eco).
Un vero amore sa anche ricevere dall’altro, è capace di accettarsi come vulnerabile e bisognoso, non rinuncia ad accogliere con sincera e felice gratitudine le espressioni corporali dell’amore nella carezza, nell’abbraccio, nel bacio e nell’unione sessuale (Francesco).
LA NOVITA DELL’INTERPRETAZIONE
Nei duemila anni di discussione tra le massime intelligenze della cristianità sull’amore e sul sesso si trova tutto e il contrario di tutto. Le interpretazioni mutano con il mutare delle condizioni storiche e delle sensibilità. Ma bastano questi pochi cenni per realizzare che l’esortazione «Amoris Laetitia», a cominciare dal titolo, rappresenta una grande innovazione nella storia della Chiesa (per quanto ovviamente la sessualità sia concepita dal Papa all’interno del matrimonio); e basterebbe questa per far capire perché Francesco sia molto amato da tanti ma anche molto detestato da qualcuno; e perché, comunque prosegua il suo pontificato, questo Papa è destinato a entrare nella storia, e dopo di lui nulla sarà più come prima.
JORGE MARIO BERGOGLIO JORGE MARIO BERGOGLIO SULLA METRO DI BUENOS AIRES