alfonso bonafede marco travaglio gaetano riina

TANA LIBERA TUTTI – ENTRO LA SETTIMANA IL GOVERNO DOVREBBE CHIUDERE IL DECRETO PER FRENARE LE SCARCERAZIONI (FATE CON CALMA), CHE RISCHIA L'INCOSTITUZIONALITÀ – BONAFEDE NON SA CHE PESCI PRENDERE: “FOFÒ DJ” HA SCOPERTO CHE 63 BOSS SONO STATI MANDATI A CASA SENZA NEMMENO FARE DOMANDA, PRATICAMENTE AL BUIO – PURE IL FRATELLO DI TOTÒ RIINA, GAETANO, HA FATTO RICORSO...

 

 

1 - SLITTA IL DL ANTI-SCARCERAZIONI SOTTO ACCUSA L'EX CAPO DEL DAP

Francesco Grignetti per “la Stampa”

 

giuseppe conte alfonso bonafede

ALFONSO BONAFEDE MARCO TRAVAGLIO

Il «cantiere» per il nuovo decreto sulle scarcerazioni, evocato dal ministro Alfonso Bonafede in Parlamento due giorni fa, non ha ancora terminato i lavori. Mentre il centrodestra accelera i tempi per tentare la spallata, con mozione di sfiducia al Senato, firmata da Lega Fd' I e Forza Italia, e incentrata più su una complessiva «inadeguatezza» della gestione che sul caso Di Matteo, Bonafede ha passato la giornata al telefono con Giuseppe Conte, i capi M5S, interlocutori di maggioranza e anche magistrati.

PRIMA PAGINA IL FATTO QUOTIDIANO 7 MAGGIO 2020

nino di matteo alfonso bonafede

 

L' obiettivo è arrivare al più presto a un consiglio dei ministri, preferibilmente entro la settimana. Dev' essere un decreto in grado di superare il vaglio di costituzionalità: l' Esecutivo non può certo intimare alla magistratura che cosa fare. Ecco perché il decreto dovrà avere due capitoli distinti: uno per i detenuti mafiosi con condanna definitiva, le cui posizioni sono state vagliate dal Tribunale di Sorveglianza; l' altro per quelli in custodia cautelare, che hanno ottenuto gli arresti domiciliari da tribunali ordinari.

PRIMA PAGINA DE IL FATTO QUOTIDIANO 8 MAGGIO 2020

 

alfonso bonafede francesco basentini 1

Per i primi, s' immagina un obbligatorio riesame ogni mese. E così, quando il Tribunale di Sorveglianza dovesse riguardare il caso di un Pasquale Zagaria, il nuovo corso del Dap potrebbe ora garantire che c' è un posto-letto in carcere anche per la sua patologia. Per i secondi, si pensa di dare la possibilità alle procure distrettuali di fare ricorso davanti al tribunale ordinario, facendo leva sulla fine del lockdown e l' inizio della Fase 2. Se non c' è più un rischio assoluto per la popolazione, a maggior ragione cala il pericolo di contagio per un detenuto, ristretto in un carcere ad alta sorveglianza. Bonafede è in difficoltà.

pasquale zagaria

 

MARCO TRAVAGLIO ALFONSO BONAFEDE

Quando ha scoperto che ci sono altre 456 domande di scarcerazione che pendono, e potrebbero essere anche di più, il suo primo pensiero è andato al decreto del 28 aprile, quello che ha imposto un «parere» preventivo alle distrettuali Antimafia. «Almeno non ci saranno scarcerazioni al buio», ha commentato. Si è scoperto infatti che centinaia di boss sono stati mandati a casa sulla base di un sillogismo astratto: dato che nelle carceri c' è sovraffollamento e non si può garantire il distanziamento, allora il detenuto va scarcerato. A prescindere da quale rischio rappresenti.

gaetano riina, fratello di toto' 2

IL FATTO QUOTIDIANO 30 MARZO E LE SOMMOSSE

 

Il ministro ha letto con rabbia che il precedente capo del Dipartimento, Francesco Basentini, aveva trattato con atteggiamento burocratico il caso Zagaria, e ha ordinato al nuovo vicedirettore Roberto Tartaglia di riesaminare tutti i casi simili. Si andrà a ritroso per fare le bucce alla gestione uscente.

 

2 - IN 63 AI DOMICILIARI SENZA FARE RICHIESTA E ADESSO SPERA ANCHE IL FRATELLO DI RIINA

Francesco Grignetti per “la Stampa”

 

Giuseppe Di Matteo

Una lunga litania di nomi da brivido, quella dei 376 detenuti pericolosi scarcerati, preparata dall' amministrazione penitenziaria e inviata alla commissione parlamentare Antimafia. Ma ce n' è un' altra in preparazione, con quelli scarcerati tra il 25 aprile e oggi: potrebbero essere altri due o trecento boss inviati a casa (e tra questi c' è Franco Cataldo, il custode del piccolo Giuseppe Di Matteo che fu poi sciolto nell' acido).

 

francesco basentini alfonso bonafede

E poi c' è un' altra lista ancora, di quelli che hanno presentato istanza e aspettano risposta dalla magistratura di Sorveglianza: ne hanno contati 456, ma potrebbero essere molti di più. Il più conosciuto di tutti è il fratello di Totò Riina, Gaetano, 87 anni, in carcere a Torino: respinta la sua domanda in prima istanza, ora spera nel ricorso al Tribunale di Sorveglianza.

 

gaetano riina, fratello di toto'

Tra quelli già a casa, i più noti sono il camorrista Pasquale Zagaria, il mafioso Francesco Bonura e lo 'ndranghetista Vincenzo Iannazzo. Gli unici tre che erano al 41 bis. Per promemoria: Zagaria era la mente dei casalesi, Bonura il luogotonente di Bernardo Provenzano, Iannazzo il capo della cosca di Lamezia Terme, protagonista di una faida che ha causato decine di morti, l' implacabile boss che ha preteso tangenti all' infinito sulla modernizzazione dell' autostrada. Ora sono a casa perché si temeva per la loro salute. Poliziotti e carabinieri, che hanno rischiato la vita per arrestare ciascuno di loro, sono senza parole.

francesco bonura 1

 

L' elenco è lungo. Antonino Sacco, considerato erede dei fratelli Graviano, mandamento di Brancaccio. Gino Bontempo, uno dei padrini della mafia dei pascoli nei Neobrodi. Francesco Ventrici, broker della cocaina. Fabio Costantino, della 'ndrina Mancuso di Limbadi. Ciro Quindici, del clan Mazzarella di Napoli, terrore del rione Forcella. Giosuè Fioretto, un cassiere dei Casalesi. Rosalia Di Trapani, moglie del boss Salvatore Lo Piccolo e sua ascoltata consigliera.

 

benedetto nitto santapaola 1

Sbalordisce che 63 di questi scarcerati nemmeno avesse fatto domanda: ci hanno pensato i direttori dei penitenziari, sulla base della circolare del Dap, a sollecitarne la scarcerazione. Erano tutti nel circuito Alta Sicurezza 3, dove finiscono quelli che hanno terminato il periodo di 41bis. Si vede che non vedevano l' ora di mandarli a casa.

 

La circolare del Dap risale al 21 marzo. Da quel momento è stata una corsa a presentare domanda di scarcerazione. Uno dei principali boss del clan Traiano a Napoli, Salvatore Perrella, è tornato a casa accolto dai fuochi artificiali. È uscito anche Placido Toscano, in carcere dal 2014 per associazione mafiosa ed estorsione, di Biancavilla (Catania). E Francesco Manno, di Marina di Gioiosa ionica (Reggio Calabria), ergastolano condannato per omicidio, danneggiamento e illegale detenzione di armi.

 

gaetano riina, fratello di toto'

Tutti personaggi pericolosi. Saverio Capoluongo, boss dei Casalesi che aveva coordinato l' infiltrazione in Veneto. Lorenzo Cono, condannato per aver gestito piazze di spaccio a Torre Annunziata e comuni limitrofi e altresì fuori provincia, oltre a smerciare droga anche negli istituti penitenziari di Lanciano e Salerno: ben 700 le contestazioni di spaccio di stupefacente. Il 10 aprile è tornato a casa persino Rocco Santo Filippone, del clan Piromalli, imputato in Corte d' Assise nel processo «'Ndrangheta stragista» con il palermitano, ex capo mandamento di Brancaccio, Giuseppe Graviano.

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…