angelo sticchi damiani geronimo la russa

STICCHI DAMIANI È ARRIVATO A FINE CORSA – DOPO 13 ANNI E AL QUARTO MANDATO, IL PRESIDENTE DELL’AUTOMOBILE CLUB D’ITALIA È STATO PENSIONATO – L’ASSEMBLEA DELL’ACI HA INDETTO PER LUGLIO LE ELEZIONI PER NOMINARE IL NUOVO NUMERO 1. IN PRIMA FILA C’È GERONIMO LA RUSSA, FIGLIO DEL PRESIDENTE DEL SENATO – PER I PROSSIMI MESI, IL COMMISSARIO SARÀ IL GENERALE TULLIO DEL SETTE – IL RITRATTO DEL 79ENNE STICCHI DAMIANI, INGEGNERE POLTRONISTA FINITO NEL MIRINO DEL GOVERNO PER GLI INCARICHI E I RICCHI COMPENSI…

1. ALL’ACI ARRIVA IL COMMISSARIO ELEZIONI A LUGLIO, IN POLE LA RUSSA JR

Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”

 

https://www.repubblica.it/economia/2025/02/16/news/commissariamento_aci_sticchi_damiani-424008477/?ref=RHLM-BG-P2-S1-T1

 

Angelo Sticchi Damiani - presidente Aci

L’addio è affidato a una lettera. È quella in cui annuncia le elezioni per scegliere il suo successore. Dopo 13 anni e al quarto mandato, Angelo Sticchi Damiani non è più il presidente dell’Automobile Club d’Italia. Alla missiva di due pagine inviata agli associati, che Repubblica ha potuto visionare, l’ingegnere con il pallino per le auto da corsa allega la deliberazione dell’assemblea che si è tenuta il 12 febbraio.

 

Un passaggio è fondamentale per capire l’uscita turbolenta di Sticchi Damiani, in conflitto con il governo che da mesi l’ha messo nel mirino. «L’assemblea - si legge nel documento - delibera di indire una nuova procedura elettorale per l’elezione del presidente dell’Automobile Club d’Italia per il quadriennio 2025-2028 considerato che I’ente è stato invitato a procedere tempestivamente dal decreto legge n. 208/2024».

 

Angelo Sticchi Damiani - foto lapresse

Il decreto in questione è quello voluto dall’esecutivo per escludere i vertici degli enti pubblici «che hanno anche natura di federazione sportiva», come l’Aci, dalla possibilità di svolgere più mandati, di fatto senza paletti. Il limite massimo previsto dal decreto è tre. Da ottobre Sticchi Damiani è al suo quarto mandato. […]

 

Il divieto è accompagnato dall’obbligo di indire nuove elezioni entro 45 giorni dal via libera del decreto in questione da parte del Consiglio dei ministri. Detto, fatto. I 45 giorni sono scaduti il 14 febbraio. Due giorni prima, l’assemblea ha dato seguito alla decisione del governo. Lui, Sticchi Damiani, si è astenuto. Poche ore dopo ha firmato la lettera per comunicare l’esito dell’assise e convocare quella che eleggerà il nuovo presidente. Appuntamento al 9 luglio (il 10 in seconda convocazione).

 

GERONIMO LA RUSSA

[…]  Già oggi, anche se non è escluso uno slittamento, la premier Giorgia Meloni (in alternativa il ministro dello Sport Andrea Abodi) firmerà il decreto per la nomina di un commissario. Sarà lui a traghettare l’Aci verso le elezioni.

 

 Il nome più accreditato è quello dell’ex comandante generale dell’Arma dei carabinieri, Tullio Del Sette. Ma intanto è già scattata la partita per la guida della federazione nazionale per lo sport automobilistico che è anche proprietaria dell’autodromo di Monza.

 

Le candidature per la presidenza dovranno arrivare entro il 31 marzo. Due i nomi attesi. Il primo è Geronimo La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio e alla guida di Aci Milano. Piace alla maggioranza, in particolare a Fratelli d’Italia. Il secondo nome è Giuseppina Fusco, direttrice di Aci Roma. Dalla sua può contare su una lunga esperienza interna, ma non godrebbe della fiducia di Palazzo Chigi.

 

2. L’ULTIMO RALLY DELL’INGEGNERE POLTRONISTA CHE HA SFIDATO L’ESECUTIVO

Estratto dell’articolo di Filippo Santelli per “la Repubblica”

 

Angelo Sticchi Damiani - presidente Aci

«Qualcuno mi vorrebbe pensionare», aveva detto a dicembre, subito dopo aver ricevuto dal presidente del Coni Malagò il collare d’oro, massima onorificenza sportiva in Italia. «Ma io non ho questa voglia e a fine gennaio correrò il rally di Montecarlo». Detto fatto: pochi giorni fa l’ingegnere Angelo Sticchi Damiani, 79 anni e non sentirli, ha tagliato il traguardo della corsa storica monegasca al volante della Fiat 124 Abarth azzurra con cui romba dagli anni ’70.

 

[…]. E invece è successo lo stesso: dopo tre mandati e ben tredici anni alla guida del potentissimo Automobile Club d’Italia, Sticchi Damiani è stato commissariato e pensionato dal governo.

 

Saverio Sticchi Damiani - foto lapresse

Lo stesso governo che l’ingegnere rallista aveva sfidato lo scorso ottobre, convinto di poter giocare ancora sull’ibrido statuto dell’Aci: negli enti pubblici il limite è di tre mandati, ma per le federazioni sportive è rinnovabile all’infinito se si superano i due terzi dei voti. Sticchi Damiani si è preso un quarto mandato - scadenza 2028 - con un plebiscito del 90%.

 

D’altra parte se l’Aci è «la lobby più potente d’Italia» (copyright di Pier Luigi Bersani, il primo che cercò invano di fonderlo con la Motorizzazione e risparmiare il doppio balzello agli automobilisti) negli anni lui l’ha fatto crescere portandolo a oltre un milione di iscritti e 400 milioni di euro di fatturato. Cumulando lungo il percorso una carica dietro l’altra: presidente di Aci informatica, di Sara assicurazioni, la fabbrica di polizze dell’Automobile club, e poi anche della controllata nel ramo vita.

 

Nel 2021 la dichiarazione dei redditi dell’ingegnere, inclusi quelli privati, recitava 2 milioni 199 mila euro, secondo nella particolare classifica dei dirigenti pubblici italiani.

 

Angelo Sticchi Damiani - presidente Aci

[…]  Presidente dell’Aci leccese dal 1990, consigliere di amministrazione di Anas dal 1992 al 1994, poi nell’esecutivo nazionale dell’Automobile Club di cui diventa presidente - e quindi membro del consiglio del Coni - a marzo del 2012. Entra anche negli organi di vertice della Federazione internazionale, riuscendo a risollevare il Gran Premio di Monza quando sembrava che il circo dorato della Formula 1 dovesse abbandonare la pista costruita un secolo fa e tutt’ora gestita dall’Automobile Club di Milano.

 

[…]  Dal 2017 il nipote Saverio, avvocato, è presidente del Lecce calcio, che con doppia promozione ha riportato in serie A. «Da non tifoso che ero sono diventato accanito», ha detto lo zio, anche se la sua grande passione sono sempre state e restano le auto da corsa.

 

angelo sticchi damiani eluca palamara

In dodici anni, dall’ufficio romano con vista su Stazione Termini, Sticchi Damiani ha governato l’impero italiano delle quattro ruote con governi di ogni colore. I segnali di un nuovo vento politico sono iniziati lo scorso anno, quando il capogruppo leghista al Senato Romeo, vicinissimo a Salvini, ha iniziato ad attaccare l’Aci per la gestione dell’autodromo di Monza.

 

Pare che Sticchi Damiani abbia fatto appello proprio al ministro dei Trasporti per non perdere la poltrona, visto che se la presidenza andrà a Geronimo La Russa, numero uno del club milanese e figlio di Ignazio, anche l’Aci finirà in quota ai rivali-alleati di Fratelli d’Italia.

 

sticchi damiani jean todt

Non è servito, per l’ostilità del ministro delle Finanze Giorgetti e del governo nel complesso, che con un blitz di fine anno ha stabilito retroattivamente che l’Aci, cioè lui, non potessero andare oltre il terzo mandato. […]

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…