fosse ardeatine giorgia meloni giovanni de luna

“ERANO ‘ITALIANI’ ANCHE QUELLI CHE COLLABORARONO AL MASSACRO INSIEME AI TEDESCHI” – LO STORICO GIOVANNI DE LUNA BACCHETTA GIORGIA MELONI PER LE SUA PAROLE SULLE FOSSE ARDEATINE: “IN QUEL DISCORSO MANCA LA CHIAREZZA. MELONI HA CHIAMATO ‘ITALIANI’ LE VITTIME DELL'ECCIDIO. MA ‘ITALIANI’ ERANO ANCHE IL MINISTRO DELL'INTERNO DELLA REPUBBLICA DI SALÒ, GUIDO BUFFARINI GUIDI; IL QUESTORE DI ROMA, PIETRO CARUSO; IL CRIMINALE DI GUERRA E CAPO DI UNA "BANDA" DI AGUZZINI, PIETRO KOCH – PER DI PIÙ HA CHIAMATO I FUCILATI VITTIME “INNOCENTI”. E QUESTO È PROPRIO UN AGGETTIVO CHE NON MERITANO. L'INNOCENZA PRESUPPONE IL CANDORE...”

Estratto dell’articolo di Giovanni De Luna per “La Stampa”

 

eccidio delle fosse ardeatine.

A questo punto è meglio che stiano zitti. L'Italia della Resistenza è chiaramente un passato ostico per la destra che ci governa. [...] Soprattutto in quei discorsi manca la chiarezza. È stato così anche per l'anniversario delle Fosse Ardeatine, nel ricordare quel 24 marzo 1944, quando i tedeschi fucilarono 335 ostaggi per rappresaglia, in seguito all'attentato partigiano di via Rasella, a Roma.

 

«Italiani»: così Giorgia Meloni ha chiamato le vittime dell'eccidio. Ma «italiani» erano anche quelli che collaborarono al massacro insieme ai tedeschi: il ministro dell'Interno della Repubblica di Salò, Guido Buffarini Guidi; il questore di Roma, Pietro Caruso; il criminale di guerra e capo di una "banda" di aguzzini, Pietro Koch. «Italiani» non è un termine che fa chiarezza.

 

fosse ardeatine

Tra il 1943 e il 1945 italiani antifascisti lottarono armi in pugno contro gli italiani fascisti. Fu così in Italia, e fu così in Europa. In Francia, ad esempio, i francesi di De Gaulle combatterono contro i francesi di Pétain. E così in Belgio, in Olanda, in Norvegia, ovunque l'occupazione nazista obbligò i popoli a schierarsi.

 

I fronti non erano più quelli dettati dalla geopolitica della Prima guerra mondiale (italiani contro austriaci, francesi contro tedeschi) ma scaturivano direttamente dalla dimensione tutta ideologica della Seconda guerra mondiale: fascismo contro antifascismo, nazismo contro comunismo, dittatura contro democrazia, totalitarismo contro libertà. Si era obbligati a scegliere da che parte stare.

lo storico giovanni de luna

 

E i fucilati alle Fosse Ardeatine avevano scelto di essere antifascisti, pagando con la vita quella scelta. Tutti erano Todeskandidaten (persone da eliminare) già rinchiusi nelle prigioni fasciste e naziste, appartenenti alle varie organizzazioni politiche che partecipavano alla Resistenza, dal Partito d'Azione alla Democrazia Cristiana, in uno schieramento che accomunava comunisti e monarchici, anarchici e socialisti, ecc...

 

eccidio fosse ardeatine 1

In particolare, 154 erano persone a disposizione dell'Aussenkommando, 23 in attesa di giudizio del Tribunale militare tedesco e altre già condannate dallo stesso tribunale a pene varianti da 1 a 15 anni; 75 appartenenti alla comunità ebraica romana; 40 persone a disposizione della Questura, fermate per motivi politici; 10 fermate per motivi di pubblica sicurezza; 10 arrestate nei pressi di via Rasella subito dopo l'attentato; una persona già assolta dal Tribunale militare tedesco; sette vittime non furono identificate e non fu possibile stabilirne l'appartenenza.

 

sergio mattarella cerimonia commemorativa anniversario eccidio fosse ardeatine 9

La faticosa compilazione delle liste con i nomi di chi sarebbe stato mandato a morte fu un esercizio tanto macabro quanto laborioso e non avrebbe potuto svolgersi senza la collaborazione delle autorità italiane, fasciste.

 

Non ci voleva molto a ricordarlo, aiutando i giovani a chiarirsi le idee su quel passato. Ma Giorgia Meloni non lo ha fatto e per di più ha chiamato i fucilati vittime «innocenti». E questo è proprio un aggettivo che non meritano. L'innocenza presuppone il candore di chi viene ammazzato senza colpe, travolto da un evento inspiegabile. Non fu così. Quelli ammazzati alle Fosse Ardeatine erano colpevoli, di sicuro lo erano per chi li uccise. E la loro colpa era stata proprio quella di scegliere da che parte stare. [...]

 

 

 

Articoli correlati

ORNELLA VANONI GLIELE CANTA A GIORGIA MELONI SULLE FOSSE ARDEATINE-LA PREMIER CHIARISCE

MIRELLA SERRI: MA LA NOSTRA PREMIER QUANDO, RICORDANDO LE FOSSE ARDEATINE, DICE...

 

 

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…