I RICCONI HANNO IL RAZZO DRITTO PER LO SPAZIO - IL SUCCESSO DELLA MISSIONE DELLA NAVICELLA "VIRGIN GALACTIC" (CON A BORDO QUATTRO ITALIANI), APRE DEFINITIVAMENTE LA STRADA PER IL TURISMO SPAZIALE - ANCOR PRIMA CHE UN SOLO TURISTA ABBIA MESSO PIEDE SULLA NAVICELLA, RICHARD BRANSON HA GIÀ VENDUTO 600 BIGLIETTI, PER UN INCASSO DI 230 MILIONI DI EURO - CHISSA' SE DOPO IL DISASTRO DEL SOMMERGIBILE TITAN E LE PROTESTE DEGLI ECO-ATTIVISTI, QUALCUNO NON SI SIA TIRATO INDIETRO...
Estratto dell'articolo di Matteo Legnani per "Libero quotidiano"
unity 25 della virgin galactic
[…] è filata liscia la prima missione con passeggeri paganti della navicella spaziale Virgin Galactic. L’Italia è stata assoluta protagonista dell’evento, visto che tre delle quattro persone a bordo del veicolo spaziale, lanciato ieri alle 17 ora italiana, erano nostri connazionali: il colonnello dell’Aeronautica Militare Walter Villadei, che in futuro sarà anche in uno degli equipaggi delle missioni SpaceX, il tenente colonnello Angelo Landolfi pure lui dell’Aeronautica e Pantaleone Carlucci, un ingegnere del Cnr, il centro nazionale delle ricerche. Il quarto uomo era Colin Bennett, un astronauta-istruttore della Virgin Galactic, responsabile dell’andamento del volo.
[…] Sganciata nel vuoto e acceso il motore a razzo, questa ha raggiunto una velocità tre volte quella del suono salendo fino a 80mila metri di quota, ossia al limite di quello che il governo degli Stati Uniti considera lo “spazio esterno”.
A questa quota suborbitale, gli uomini dell’Aeronautica e del Cnr hanno condotto una serie di 13 esperimenti in assenza di gravità, incluso quello sul “passo” del battito cardiaco e la misurazione delle radiazioni cosmiche ai limiti estremi dell’atmosfera. […]
Tutto è filato alla perfezione e il prossimo passo per Virgin Galactic sarà quello di accogliere a bordo veri e propri turisti spaziali. Non astronauti, militari o ricercatori. Ma gente “normale”, nel senso che gli unici voli che ha fatto sono quelli in aereo. Anche se il termine è riduttivo […]
i prezzi sono stellari (e il termine calza alla perfezione). In questi anni Virgin Galactic ha venduto la bellezza di circa 600 biglietti: ai primi duecento temerari (quelli che hanno dato fiducia a Branson nonostante il suo progetto fosse ancora ben lontano dal vedere il successo) sono costati 250mila dollari l’uno. Agli altri 450mila dollari l’uno. Milione più, milione meno, fanno circa 230 milioni di dollari incassati, ancor prima che un solo turista dello spazio abbia messo piede sulla navicella.
In un’epoca di “eco-talebanismo”, in cui si crocifiggono mezzi di trasporto indispensabili come le auto e gli aerei, e in cui “riscaldamento” e “globale” sono le due parole più in voga per un’intera generazione, fa un certo effetto vedere che simili cifre vengano spese (e si suppone, a monte, investite) per qualcosa che è divertimento puro e che comporta pure una notevole quantità di emissioni di CO2 nell’atmosfera. Ma, e qui sta, forse, il bello dell’avventura di Virgin Galactic, bisogna inquadrare il tutto nello spirito che da sempre ha animato l’oggi 72enne Richard Branson: uno che è stato il più grande discografico di tutti i tempi.
Articoli correlati
E STATA LANCIATA LA NAVETTA \'UNITY 25\' DELLA VIRGIN GALACTIC, A BORDO DELLA QUALE CI SONO...
[…]
walter villadeiwalter villadei pantaleone carlucci angelo landolfi nicola pecile nicola pecileturismo spaziale