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È ROMA MA SEMBRA GERUSALEMME - TELECAMERE, MILITARI NELLE STAZIONI DELLA METRO E IN STRADA, PERQUISIZIONI: LA CAPITALE SI BLINDA PER IL GIUBILEO - PIU’ CONTROLLI ALL’ESQUILINO, A TOR “PIGNATTARISTAN” E NEI QUARTIERI CON PIU' IMMIGRATI

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Giacomo Galeazzi per “la Stampa”

 

Sembra Gerusalemme, la città più blindata del mondo, ma in realtà è Roma. Non sono diretti al Muro del pianto ma i pellegrini in marcia verso piazza San Pietro sono passati al setaccio come se via della Conciliazione fosse la Spianata delle Moschee. Camionette in strada, presidi moltiplicati davanti a scuole e basiliche, ma anche grandi magazzini, militari nelle stazioni delle metropolitane e più controlli a campione.
 

Militari sul sagrato La prova generale del primo Giubileo ai tempi dell' Isis è nelle tremila telecamere e nei mille sensori anti-intrusione sui mezzi pubblici, nelle camionette militari davanti alle chiese e anche nel vuoto di ambulanti abusivi sui sagrati e chiostri che fino a poche ore fa erano bazar di immaginette sacre e rosari. Pattuglie sugli autobus, stazioni metro presidiate, posti di blocco nel santo miglio che dal Tevere porta alla basilica vaticana.
 

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«Stamattina in strada hanno chiesto i documenti anche a me», racconta un cardinale all' uscita del palazzo delle congregazioni. «Meglio un falso allarme in più che una segnalazione utile in meno», aggiunge con curiale saggezza.
 

Mentre il Viminale annuncia il decreto che stanzia fondi straordinari per l' Anno Santo, 2 mila uomini in campo per il piano sicurezza cambiano ritmi e consuetudine secolari.
Via i dei souvenir «La mia famiglia vende souvenir qui da generazioni, adesso ci hanno fatto spostare dal colonnato», protesta a mezza voce un «urtista», cioè uno di quei commercianti del sacro a buon mercato che nell' Urbe spuntano in mezzo ad ogni comitiva di turisti.

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Germano Dottori insegna Studi strategici alla Luiss. Mostra la cartina: Colosseo, Pantheon, ambasciate (francese, americana, inglese), Laterano, Parlamento. «Roma può essere difesa, non snaturata - osserva -. L' obiettivo della mobilitazione in corso è rassicurare l' opinione pubblica». Insomma è «la dimostrazione di una presenza massiccia per rendere visibile che in caso di emergenza la risposta sarebbe tempestiva nei soccorsi e nella caccia ai terroristi». Riflettori puntati su oltre mille obiettivi considerati sensibili, eventi a rischio, autobus, metrò, luoghi di ritrovo, cinema, acquedotto.
 

Più agenti, tra il Pigneto e Torpignattara, aree ad alto tasso di immigrazione. Sorvegliati speciali i principali monumenti da Fontana di Trevi alla Sinagoga. Nel quartiere Esquilino, uno dei più multietnici della capitale, la rete di sorveglianza è palese: scuole, parchi, uffici pubblici.

CONTROLLI DI POLIZIA SAN PIETROCONTROLLI DI POLIZIA SAN PIETRO

 

Ma il Giubileo, avverte Dottori, «non riguarda solo Roma». Periferie da monitorare Dunque nel mirino jihadista, «possono finire articolazioni della Chiesa italiana», ossia «Bologna dove in cattedrale un affresco raffigura Maometto condannato all' inferno, Ancona e Perugia i cui cardinali sono vicinissimi a Francesco, diocesi d' arte come Venezia o Firenze».
 

controlli di sicurezza a piazza san pietro dopo gli attentati di parigicontrolli di sicurezza a piazza san pietro dopo gli attentati di parigi

Anzi «più il dispositivo d' allerta è focalizzato sulla capitale, più restano scoperte le periferie cattoliche ad elevata valenza simbolica, come Torino per la Sacra Sindone o Loreto che è sede del principale santuario mariano». Un anno fa a San Pietro «è spuntato indisturbato Ali Agca, l' attentatore turco di Wojtyla che fu armato da quella Russia che oggi è la spada della cristianità», segnala Dottori.
 

controlli di sicurezza a piazza san pietro dopo gli attentati di parigi controlli di sicurezza a piazza san pietro dopo gli attentati di parigi

Quasi una segnalazione di come «l' incolumità di Francesco vada rafforzata». A un gruppo scout lombardo alla stazione Termini la polizia ispeziona sacchi a pelo, zaini, sacche delle chitarre e delle tende. «Va bene così - sorride il prete che li accompagna -. Dopo gli attentati a Parigi nessuno si lamenta per una fila in più e poi all' Expo ci siamo già abituati all' attesa»

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