rissa matrimonio lecce

RICORDATE IL TESTIMONE CHE PALPEGGIÒ LA SPOSA SCATENANDO UNA MEGA RISSA A UN MATRIMONIO IN PUGLIA? È STATO CONDANNATO PER VIOLENZA SESSUALE A UN ANNO E OTTO MESI DI RECLUSIONE: I NOVELLI SPOSI, CHE RICEVERANNO ANCHE UN RISARCIMENTO, AVEVANO DENUNCIATO IL TESTIMONE, ACCUSANDOLO DI AVER TOCCATO PIÙ VOLTE IL SENO DELLA SPOSA E DI ESSERSI STRUSCIATO…

Claudio Tadicini per www.corriere.it

 

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Condannato per violenza sessuale ad un anno e otto mesi di reclusione: è la pena inflitta al testimone di nozze che, nel maggio 2021, palpeggiò la sposa durante il pranzo nuziale, facendo scoppiare il parapiglia in un ristorante del comune del Capo di Leuca, dov’era in corso il ricevimento.

 

L’imputato, un ventiseienne di Corigliano d’Otranto, G.C. le sue iniziali, è stato condannato al termine del processo dal giudice leccese Michele Toriello, che nei giorni scorsi aveva accolto l’istanza di rito abbreviato, condizionato dall’ascolto di due testimoni e dall’acquisizione della documentazione prodotta dall’avvocato Walter Gravante, difensore del testimone. Il giovane, inoltre, dovrà risarcire marito e moglie in sede civile. In un’intervista la donna disse: «Altro che scuse, ho avuto solo minacce».

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La ricostruzione

I fatti si verificarono a Specchia, in provincia di Lecce, dove una coppia di novelli sposi denunciò il testimone di lui, accusato di avere palpeggiato più volte il seno della sposa ed essersi strusciato addosso alla donna, scatenando poi una scazzottata che - iniziata dentro al ristorante – proseguì in strada, diventando presto virale dopo essere stata immortalata con un cellulare.

 

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Alla rissa tra testimone e sposo, iniziata quando tutti i commensali avevano terminato il pranzo nuziale e si trovavano al bar del locale per consumare un drink, presto si aggiunsero anche altre persone e terminò solo all’arrivo dei carabinieri, che riuscirono a riportare la calma non senza difficoltà.

 

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Lo stesso testimone di nozze, a sua volta, nei mesi scorsi ha denunciato per lesioni gravi lo sposo, il fratello e il padre dell’uomo, per averlo aggredito – a suo dire – perché si rifiutava di bere, procurandogli ferite guaribili in 30 giorni alla colonna vertebrale. Ad essere aggredito sarebbe stato anche il fratello dell’imputato, pure lui costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso, dopo avere ricevuto una bottigliata in testa. Su questo fronte, però, le indagini sono ancora in corso.

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