
ALTRO CHE TIFOSI, ERANO CRIMINALI - SEI CONDANNE NEL PROCESSO AGLI ULTRÀ DELLA JUVENTUS: PER LA PRIMA VOLTA IL TRIBUNALE DI TORINO HA RICONOSCIUTO L’ASSOCIAZIONE A DELINQUERE NEI CONFRONTI DI UN GRUPPO DI TIFOSI - LE ACCUSE ERANO DI TENTATA ESTORSIONE E VIOLENZA VERSO LA SOCIETÀ - L'AVVOCATO DEI BIANCONERI: "NON SI PUÒ PIÙ DIRE “LA JUVENTUS SIAMO NOI" NEL MODO CON CUI È STATO DETTO PRETENDENDO LE COSE CHE SI PRETENDONO…"
drughi TIFOSI ULTRA DELLA juventus
Con sei condanne il tribunale di Torino, per la prima volta, ha riconosciuto l’associazione a delinquere nei confronti di un gruppo di tifosi. Si è chiuso oggi il primo grado del processo “Last Banner” che vedeva sul banco degli imputati gli ultrà della Juventus. I giudici hanno emesso le seguenti condanne:
- Gerardo Mocciola, leader dei Drughi, 4 anni e 10 mesi e interdizione dai pubblici uffici per 5 anni
- Domenico Scarano, anche lui dei Drughi, 3 anni e 3 mesi
- Sergio Genre, 2 anni e 6 mesi
- Salvatore Cava, 2 anni e 4 mesi
- Umberto Toia, 1 anno e 6 mesi
- Giuseppe Franzo, 1 anno e 2 mesi
Sono invece stati assolti Massimo Toia, Corrado Vitale, Luigi Valle, Vincenzo Lioi, Fabio D'Alonzo.
«Siamo soddisfatti – ha dichiarato il pubblico ministero Chiara Maina –. L'impianto accusatorio ha retto e sono state riconosciute anche le tentate estorsioni e le violenze ai danni di altri tifosi della Juventus».
Soddisfatto anche il legale della società, l’avvocato Luigi Chiappero: «Questa è una sentenza importante che segna un momento nuovo nei rapporti tra ultras, società e Stato – ha dichiarato –. Le violenze private nei confronti di altri tifosi, l'associazione per delinquere e i vari fatti estorsivi che sono stati confermati danno un segnale diverso, non si può più dire “la Juventus siamo noi" nel modo con cui è stato detto pretendendo le cose che si pretendono e in quel modo. Ci vuole un rapporto diverso, il tifoso deve diventare un nuovo tifoso, tutto lo stadio deve cambiare».